Accompagnatori e parenti al Pronto Soccorso di Crema, lasciati al caldo torrido sotto un tendone dove non si respirava

Accade anche questo nel caldo di questi giorni di vigilia del Ferragosto. Teatro il pronto soccorso della città di Crema, luogo che dovrebbe essere per eccellenza un porto dove sbarcare, un’ancora di salvezza, un luogo dove le paure dovrebbe svanire. E invece pare non sia proprio così. La testimonianza diretta di chi purtroppo in prima persona ha constatato tutte la situazione in prima persona…Mah…Ecco il racconto di Beppe Bettenzoli, che a causa di un incidente domestico della moglie ha sperimentato tutto ciò.

 “Ieri sono stato più di quattro ore al Pronto Soccorso di Crema. Noi parenti e accompagnatori fuori dalla struttura, sotto un sole cocente. 40 gradi”: Poi continua: “ L’ospedale ha installato un tendone, con due grossi ventilatori, luci accese, nessuna corrente d’aria. Sono stato ospitato in questa struttura per oltre trenta minuti. Una sauna. Un’aria irrespirabile. La temperatura cocente, più caldo che fuori.”

“Ho visto scene raccapriccianti: donne, persone anziane sedute per terra alla ricerca di un po' di ombra. Dopo oltre due ore e trenta minuti in quella condizione surreale, mi sono messo in auto e ho acceso l’aria condizionata. Ho parlato con due operatori dell’ospedale che conosco. Erano inorriditi per la situazione in cui versavano le persone”.

Sembra inimmaginabile. Ma la testimonianza non lascia via di scampo. “Anche all’interno dell’ospedale a detta di mia moglie, faceva caldo, caldissimo e a nessuno è stato fatto il tampone. Inoltre alcune persone per poter respirare si toglievano la mascherina”. Questo caldo record in tutta Italia, con il bollino rosso per 17 città sembra non si fermerà neanche per Ferragosto. Lucifero l’anticiclone africano continuerà a infuocare l’Italia. La testimonianza di Beppe Bettenzoli fa riflettere e, molto. (R.T.)