28 giugno 2024

Adesso il prezzo del Politeama è crollato: 162mila euro. Ancora deserta l'asta nell'indifferenza di Cremona verso quel che resta del teatro

Ieri è andata ancora deserta al tribunale di Lodi l'asta per l'ex Teatro Politeama di via Cesare Battisti a soli venti metri da corso Campi. Nessuno si è presentato. La prossima chiamata sarà ad ottobre. E la base d'asta è crollata a 162mila euro. Dunque anche questa volta il nostro appello è caduto nel vuoto. Sotto il Torrazzo nessuno intende recuperare quel che resta dell'antico teatro che sapeva far concorrenza al Ponchielli. Il prezzo è davvero poca cosa ma pensate cosa potrebbe diventare quello straordinario spazio, sotto la grande cupola. Tutto fermo anche questa volta.  Eppure le porte traballanti delle uscite di sicurezza permettono di scrutare al'interno. Lo spazio della platea del teatro c'è ancora. Mancano gli arredi, mancano gli stucchi ma quella che la Soprintendenza definisce "spazialità" c'è ancora tutta. Purtroppo sono spariti i palchi, il loggione, le gallerie. Il tutto per ricavarvi dei minialloggi recuperati anche nei locali accessori. Un'operazione sciagurata che ha privato la città di un gioiello. Il Teatro Politeama Verdi è sorto sulle ceneri del Teatro Ricci. Questo era stato inaugurato nel 1860, ad Italia quasi unificata, ma distrutto da un incendio nel 1896. Sulla stessa area è sorto nel 1897 l'attuale Politeama Verdi su progetto dell'architetto Achille Sfondrini, un genio nella costruzione dei teatri. Sono suoi il Lirico di Milano, lo Storchi di Modena, il Verdi di Padova, l'Opera di Roma e l'Apollo di Lugano. Tutti teatri tuttora funzionanti e che hanno avuto ben diversa fortuna rispetto a quello cremonese. 

Elementi caratteristici dell'edificio erano la cupola in ferro, gemella di quella del Lirico di Milano, le decorazioni con stucchi delle pareti interne e dei soppalchi. Ma a far "brillare" il politeama erano le decorazioni floreali, gli stucchi, le colonne e le colonnette fuse in ghisa. L'interno del teatro era tutto dipinto in bianco ed oro, con decorazioni stile Luigi XV, opera dello scultore Vincenzo Guindani. Gli stucchi erano stati realizzati da Ravanello ed Urio di Milano; i laterizi e le mattonelle provenivano dalla ceramica Frazzi e dallo Stabilimen to Repellini. Il sipario del teatro era opera di Antonio Rizzi, autore anche del sipario del Ponchielli. L'allegoria dipinta rappresentava una donna ricoperta di veli evanescenti. L'acustica era perfetta. Venne inaugurato ufficialmente il 6 gennaio 1898 con l'opera lirica Bohème e chiamato semplicemente Politeama. Nel 1901 venne dedicato a Giuseppe Verdi che, arrivando in città da Busseto, più volte aveva visitato il cantiere del teatro. I posti disponibili, all'epoca, erano 1500, suddivisi fra platea, palchetti, 2 gallerie e loggione. Vi si rappresentavano numerosi tipi di spettacoli: la lirica, la prosa, le operette, il circo, la boxe, le feste di carnevale. Negli anni a cavallo dell'ultima guerra è stato trasformato in cinema-teatro per riviste e, negli ultimi anni della sua vita a cinematografo con lo schermo panoramico bloccante il boccascena. Poi lo sciagurato intervento ed ora questo grande spazio vuoto. Con l'indifferenza di Cremona verso il suo grande passato.

Nella foto di Antonio Leoni (1984) ecco come appariva il Politeama abbandonato

 


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commenti


Marco

28 giugno 2024 17:30

Un buco che per essere reso fruibile, sottostando ai diktat della Sovraintendenza ai Beni Culturali, inghiottirà quantità enormi di denaro.
Per potere essere appetibile deve anche avere un ritorno economico.
Non riesco a trovarne un utilizzo se non a qualcosa legato alla liuteria.
Ma occorrerebbe trovare finanziamenti adeguati.

Manuel

28 giugno 2024 20:13

Che un team di uomini di scienza e cultura prenda in mano la situazione e promuova una raccolta fondi. Con protagonisti stimati ed integerrimi, la gente risponderà. I sistemi per evitare le vomitevoli malversazioni emerse durante il Covid con “Uniti per la provincia di Cremona”, ci sono.

Marco

29 giugno 2024 04:31

Bravissimo!!!!!! Concordo, bel commento.
Ha proposto un'iniziativa alla quale contribuirò sicuramente.
Grazie.

Pier

29 giugno 2024 00:28

Teatro era e teatro deve tornare

Marco

30 giugno 2024 04:43

Loggione,palchi e gallerie sono stati trasformati in miniappartamenti ( lo può leggere nell'articolo)....la vedo dura

Ivano

30 giugno 2024 15:52

Se non si muove un'istituzione pubblica con un finanziamento esclusivamente a fondo perduto, l'alternativa è solo un mecenate. Ma a Cremona chi potrebbe ha anche già dato e in abbondanza.
Meglio completare quei progetti in corsa di realizzazione.

Marco

30 giugno 2024 09:38

Esempio perfetto del degrado in atto in Italia da decenni.