Alberi, la scure si abbatte su via Ippocastani, eliminate 5 piante. Fioccano le proteste: "Subito un confronto democratico e trasparente"
Tre richieste di accesso agli atti, altrettante richieste di moratoria, minacce di esposti in procura e proteste non sembra siano serviti a far desistere il Comune dal procedere con la propria tabella di marcia nell’abbattimento degli alberi in città. Nessuna comunicazione al riguardo ai cittadini, nessun confronto e nessuna risposta: dopo i quattro tigli di via Adda, le nove piante di via Marmolada, i tagli al Cambonino e quelli in via Boschetto, da stamattina le motoseghe sono entrate in azione in via Ippocastani per eliminare altri cinque alberi, in gran parte ammalati. In attesa di iniziare con via Serio e via Fulcheria dove l'impatto sarà senza dubbio più devastante. Una piccola parte delle 133 piante che dovranno essere abbattute in seguito ai risultati dello studio agronomi associati Miceli Solari.
Ma le proteste non si placano e si moltiplicano le richieste per l’apertura di un confronto democratico che, a partire dalla convocazione urgente della commissione ambiente, richiesta da tutte le associazioni ambientaliste, sviluppi una discussione finalizzata alla stesura di un piano del verde all’altezza della crisi climatica in atto.
Lo chiede in una lettera inviata al giornale Paola Tacchini: “C'è una città, nel mezzo della pianura Padana. CREMONA. Aveva avuto qualche mese fa, il triste primato di essere la città più inquinata e insalubre, come qualità dell'aria, di tutta l'Italia e la seconda in graduatoria in Europa. Tutti ne hanno parlato, persino quei media che di solito negano l'evidenza per compiacere a chi detta le regole, nel caso specifico i grandi industriali e i loro politici prezzolati.
Chi prometteva, in campagna elettorale, una città green, attenta al verde e a non concedere nuovi permessi per cementificare, con la scusa della pericolosità e di eventuali malattie, ora sta decimando le grandi piante secolari, che allietano con le loro chiome rigogliose viali e aree periferiche.
Chi ama questi paladini che regalano ossigeno, frescura, e assorbono polveri e agenti inquinanti, soffre terribilmente nel vedere questo scempio - aggiunge Paola Tacchini - Il legname oggi ha un valore notevole, e gli scarti, corteccia, rami e foglie, vengono triturati e utilizzati come nutrimento per le centrali a biomasse. Un bel business, in effetti. Possibile che siano così a corto di soldi in giunta, da togliere l'unico mezzo che può abbattere l'inquinamento? Sono come un padrone di casa talmente povero che è costretto a vendere l'aria che respira... ma così ci condanna tutti! La promessa di sostituirli è sulla carta, ma 100 anni di crescita non si sostituiranno mai con una singola pianticella di 1 anno... ce ne vorrebbero almeno 100!
Siamo ad agosto, abbiamo fatto diverse segnalazioni al comune, al Corpo Forestale, sui media, ma la scusa è: sono piante malate o pericolose per la sicurezza cittadina. Le due foto inviate sono piante tagliate in una zona priva di strade e abitazioni, un campo che delimita la periferia del quartiere Cambonino. Non c'è pericolo, non c'è logica. Solo un inutile massacro.
Allora - conclude Paola Tacchini - chiediamo con ancora più forza, al sindaco e all'amministrazione comunale di fermare immediatamente il piano di abbattimento in corso, e di aprire una fase di confronto democratica, trasparente e qualificata che, a partire dalla convocazione urgente della commissione ambiente, sviluppi una discussione proficua, che porti gli organi competenti, giunta e consiglio comunali, a redigere un piano del Verde veramente all'altezza della crisi ambientale e della sfida altrettanto importante del miglioramento della qualità dell’aria".
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