Alimentazione degli anziani, nuovi fonti proteiche sostenibili, filiera agro-zootecnica: ecco i filoni di ricerca della collaborazione tra Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e imprese
Una platea sempre più nutrita e interattiva di aziende del settore agro-alimentare, sia nazionali che locali, ha caratterizzato il primo evento 2025 di Agorà Network, l’iniziativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel campus di Cremona, che fa incontrare la ricerca scientifica e le imprese, a tutto favore del territorio. E il territorio cremonese era ben rappresentato dal Comune, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e dall’Istituto Gregorio XIV della Diocesi, ovvero le istituzioni che – grazie alla Convenzione Agri-Food Lab – finanziano Agorà Network. A fare gli onori di casa il professor Lorenzo Morelli, responsabile scientifico del progetto, che ha sottolineato la specificità di Cremona, dove sono le istituzioni a farsi parte proattiva per sostenere il matching proficuo tra ricerca e imprese, rendendo possibile le attività di trasferimento tecnologico, formazione e counselling alle aziende, con il plus del coinvolgimento degli studenti.
Tre filoni di ricerca
Uno degli obiettivi dell’incontro era individuare tre macro-filoni di ricerca e attività. Si parte dall’ambito agro-zootecnico, nel quale Cremona eccelle storicamente ed è punto di riferimento a livello internazionale. Una seconda area di lavoro sarà orientata alla nutrizione degli anziani, una tematica che si inserisce nel più ampio lavoro che ha fatto di Cremona una delle città della rete internazionale “City of longevity”. E il terzo filone? È emerso dalla discussione, molto proficua, tra i tanti presenti all’evento e cioè la ricerca, tutta in ambito foodtech, di nuove fonti proteiche, adatte a molti fini ma orientate in particolare all’alimentazione degli anziani. Non solo: sarà un lavoro che dovrà primariamente impiegare sottoprodotti di varie filiere alimentari, così che quelli che sarebbero “scarti di lavorazione” – in realtà sostanze ancora molto ricche in proteine – vengano valorizzati in un’ottica di lotta allo spreco alimentare e a favore dell’economia circolare.
I giovani al centro
E tutto ciò con il coinvolgimento co-creativo degli studenti, che potranno operare nei progetti di Agorà Network attraverso le classiche due modalità: le Tesi4Business nelle quali il tema da approfondire diventa tesi di laurea magistrale, e le Sfide impossibili dove ad agire sarà un team di ragazzi. Da sottolineare che tutte le proposte di ricerca saranno attagliate su necessità concrete espresse dalle aziende aderenti al Network e vagliate dal punto di vista tecnico-scientifico dai ricercatori dell’Università Cattolica, così da massimizzare le ricadute positive sul tessuto territoriale. E da quest’anno, una terza modalità si aggiunge elle precedenti e consisterà nella possibilità di effettuare stage presso le aziende agroalimentari aderenti all’Agorà Network. Un altro modo per unire università, giovani e imprese grazie alle istituzioni del territorio.
Un esempio concreto del lavoro già fatto lo hanno portato Massimo Rivoltini e un gruppo di studenti della Laurea Magistrale in Food processing innovation and tradition della Cattolica, nel campus di Cremona, presentando il caso studio “Torrone proteico”, dove quella che sembrava una Sfida impossibile è invece diventata un prototipo riuscito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti