Allentamento misure di contenimento, nuove varianti, uso meno assiduo della mascherina: l'andamento della curva pandemica è in incremento anche in Ats Valpadana
La direzione Generale dell'Ats Valpadana ha inviato un report nel quale si evidenzia come nel nostro terriutorio si assista a una ripresa delle infezioni da Covid. Ecco la relazione:
I dati delle ultime settimane mostrano inequivocabilmente che, dopo circa due mesi di calo, i nuovi casi di Covid-19 hanno ripreso a salire. Molto probabilmente ciò è dovuto a una concomitanza di fattori, quali per esempio la circolazione di varianti del SARS-CoV-2 a più elevata infettività, un allentamento delle misure di contenimento con la ripresa della normalità nella vita quotidiana e l’aumento dei momenti di aggregazione e socialità, un uso meno assiduo della mascherina e in generale una minore percezione del rischio, la graduale riduzione della protezione vaccinale a distanza di tempo dalla somministrazione, in particolare per i soggetti più anziani o fragili per i quali, per l’appunto, è raccomandata la quarta dose.
La nostra ATS non fa eccezione; del resto, questo è un trend comune a tutte le province lombarde e a tutto il territorio nazionale.
Quello che richiama prudenza e attenzione da parte di tutti è l’incremento progressivo dell’indice di positività - passato a Cremona dal 8,4% del 1° giugno al 14,6 del 17 giugno e a Mantova dal 5,9% del 1° giugno al 18,2% del 17 giugno - che, a fronte di un andamento stazionario del numero di richieste di tamponi, produce l’aumento del numero di casi a tutte le età (con un’incidenza più elevata nei giovani adulti) e in tutti i territori.
Per quanto riguarda i ricoveri, l’attuale circolazione del virus sta incidendo meno rispetto alle fasi pandemiche precedenti, verosimilmente anche per effetto della protezione conferita dalla vaccinazione; si registra al momento un tendenziale incremento solo sul territorio mantovano, che peraltro nelle scorse settimane era stato tra quelli con maggiore incidenza di contagi in Lombardia, mentre sul territorio cremonese la situazione appare stabile. L’esperienza ci ha insegnato che questa curva – determinata sia dal numero di nuovi casi che dal loro impatto clinico - si muove solitamente con un ritardo di 10-15 giorni rispetto alla curva dei contagi; bisognerà quindi attendere ancora qualche giorno per verificare se l’attuale andamento andrà incontro ad un’inversione, ad un ulteriore incremento o ad una stabilizzazione.
Ancora costantemente bassa è invece ad oggi la curva dei decessi, il cui andamento è a sua volta temporalmente sfalsato rispetto a quello dei ricoveri.
Riguardo a questo scenario complessivo, va evidenziato come, per quanto riguarda l’impatto della campagna vaccinale, l’ultimo report dell’ATS Val Padana relativo al mese di maggio abbia stimato un numero medio di ricoveri pari a circa 3 ogni 100.000 soggetti vaccinati con booster e circa 10 ogni 100.000 soggetti non vaccinati (oltre il triplo in questi ultimi); ancora più evidente la differenza di mortalità, con meno di un decesso ogni 100.000 soggetti vaccinati con booster e circa 13 ogni 100.000 soggetti non vaccinati.
Questi dati sono, peraltro, tendenzialmente in linea con quanto descritto dall’Istituto Superiore di Sanità nel suo ultimo bollettino Covid relativo allo stesso mese, che su casistiche ben più ampie e pertanto statisticamente più “stabili” delle nostre, ha stimato un rischio di ricovero più che triplo (esattamente come la nostra analisi) e un rischio di mortalità oltre sei volte superiore nei non vaccinati, rispetto a chi ha ricevuto la dose booster; l’incremento del rischio è maggiore negli anziani, in particolare negli ultraottantenni.
Da ciò, anche nel mutato scenario di circolazione del SARS-CoV-2 di questi ultimi mesi, si evince la persistente importanza della vaccinazione per proteggersi dalle forme più severe di malattia che possono portare ad ospedalizzazione e decesso.
In tal senso, si rinnova l’invito a vaccinarsi e in particolare, per i gruppi più “vulnerabili” per i quali è attualmente raccomandata (gli anziani ultraottantenni e i fragili sopra i 60 anni d’età, nonché gli immunodepressi) a ricevere la quarta dose di vaccino.
Si ricorda che è possibile ricevere la somministrazione non solo nei centri vaccinali delle ASST, ma anche in oltre 50 farmacie, sparse su tutto il territorio dell’ATS.
Alla luce dell’attuale incremento dei casi e facendo tesoro di quanto abbiamo imparato in questi due anni, l’ATS rinnova l’invito a non abbassare la guardia, raccomandando di perseverare nei piccoli gesti che tanto possono aiutarci a contrastare la diffusione del contagio, quali il lavaggio delle mani e l’uso della mascherina - in caso di distanziamento insufficiente - anche dove non obbligatoria per legge, in particolare per i soggetti più fragili. Questo è importante anche perché, nell’attuale evoluzione della pandemia, la vaccinazione ha ancora un’efficacia elevata nel prevenire forme clinicamente gravi di Covid-19, ma non altrettanto nel limitare il rischio di infezione.
Si raccomanda infine di non sottovalutare sintomi e stati di malessere, soprattutto se si è stati a contatto con qualcuno che è poi risultato positivo al Covid. In questi casi, si dovrà contattare immediatamente il proprio medico curante per effettuare un tampone diagnostico; ciò consentirà di verificare l’eventuale positività per definire al meglio il perimetro dei contagi e limitarne la diffusione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti