Cade a pezzi in via Cardinal Massaia il monumentale arco d'ingresso allo stadio Zini del 1931, un pezzo di storia della Cremonese
L’unica sua colpa è forse quella d’essere oggi in una posizione defilata e di aver perso la sua originaria funzione, ma anche di costituire una testimonianza in fondo minore dell’architettura del Ventennio fascista, che a Cremona ha prodotto ben altri risultati. Questo non giustifica il fatto che il monumentale arco di ingresso allo stadio Zini, in fondo a via Cardinale Massaia, che oggi da accesso al piazzale della curva sud, sia lasciato andare in rovina. Si sono in parte staccate dalle zanche che le sorreggevano le lastre marmoree poste a copertura dell’architrave e in più punti ha ceduto l’intonaco che copre l’armatura in cemento armato. Anche il resto della struttura in mattoni avrebbe la necessità di essere sistemato e ripulito. Il monumentale arco di ingresso venne realizzato nel 1931 ed appartiene alla fase della ristrutturazione dello stadio, realizzato poco più di dieci anni prima, nel 1919, quando era conosciuto come Campo Inglese perché qui durante la Grande Guerra era situato l’ accampamento dei soldati britannici che portarono il calcio a Cremona. Nel 1922 era stata inaugurata la pista ciclistica, inizialmente rialzata alle estremità, e lo stadio prese il nome di Motovelodromo. Nel 1927 lo stadio Zini fu devastato da un ciclone e la pista non venne più riparata, fino a cadere in completo disuso due anni più tardi. Nel 1931 fu inaugurata la nuova tribuna e l’intero stadio venne ristrutturato prendendo il nome di Campo Polisportivo, come appunto testimonia la scritta sul monumentale arco d’ingresso. Proprio le autorità fasciste, nella persona del gerarca Roberto Farinacci, si interessarono alle sorti della squadra grigiorossa che in quegli anni si trovava a fronteggiare gravi difficoltà economiche e, dal 1933, l’impianto stesso venne intitolato per un breve periodo al segretario del PNF. La pista fu ricostruita nel secondo Dopoguerra, ma con curve piatte per l’atletica leggera, e venne rimossa definitivamente non molto tempo dopo, quando fu deciso di allargare il rettangolo di gioco e costruire i settori di curva. Il monumentale arco, dunque, costituisce non solo un esempio dell’architettura fascista, ma testimonia anche un significativo pezzo di storia della Us. Cremonese.
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commenti
Roberto Dall’Olmo
14 ottobre 2021 12:24
Dall’abbattimento di porte e mura poco sembra essere cambiato nella nostra mentalità riguardo tutto ciò che è monumentale in città. Peccato