Centinaia di persone per il ritorno della celebrazione della Madonna di Brancere, "Regina e Patrona del Po"
Dopo un anno di pausa causato della pandemia quest’anno è ritornata la tradizionale processione cremonese nel cuore dell’estate con la statua della Madonna di Brancere “Regina e patrona del Po”, che ha animato le rive del Grande Fiume: la grande celebrazione mariana in occasione della festa dell’Assunta, ha radunato, come in passato, centinaia di persone non solo dal territorio cremonese, ma anche da quello parmense e piacentino.
Le celebrazioni sono iniziate nel primo pomeriggio presso la società canottieri Flora da dove è iniziata la processione con la lettura del Vangelo e la benedizione per mano di don Pietro Samarini, vicario zonale della città di Cremona. Vogatori e natanti a motore hanno attorniato la barca della protezione civile di San Daniele Po, di cui la Madonna di Brancere dal 2001 è patrona, su cui è stata posta la statua accompagnata lungo il tragitto da don Pierluigi Vei, parroco di Stagno Lombardo. Durante la suggestiva processione di barche che, seguendo la corrente, ha raggiunto il Sales (Lido Ariston) il sacerdote ha benedetto le società canottieri e motonautiche e quanti, dalle rive, seguivano il passaggio dei natanti. Ad accompagnare questa processione fluviale è tornato anche l’idrovolante che ha accompagnato dall’alto la statua e i vogatori.
Come in passato la processione era accompagnata da Maurizio Cozzoli, conosciuto come “il Caimano del Po”, in questa occasione ha fatto ritorno l’omaggio di un nuotatore grazie all’impegno dell’atleta Gabriele Marca che nuotando ha accompagnato lungo il percorso la statua.
Dopo l’attracco la statua, portata a spalla dai pescatori scalzi, ha percorso processionalmente la via Alzaia, giungendo nel boschetto oltre l’argine per la Santa Messa celebrata dinnanzi alla santella della Regina del Po, opera di Graziano Bertoldi inaugurata per il Giubileo del 2000.
La liturgia presieduta da don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale, è stata concelebrata da don Pierluigi Vei, parroco di Stagno Lombardo con Brancere, don Roberto Musa, parroco di San Daniele Po e don Alberto Mangili, parroco di Gerre de’ caprioli.
Nell’omelia don Gianpaolo ha evidenziato l’importanza di questo gesto di devozione mariana: «Tramite il gesto celebrato oggi, che qualcuno ha compiuto proprio fisicamente portando l’immagine della Madonna lungo il fiume, abbiamo chiesto a Dio che ci aiuti a vivere in questo mondo: nessuno ha deciso di vivere ma ci siamo ritrovati in questa avventura che in parte decidiamo noi e che in parte presenta gli imprevisti della vita con delle vicende che non avremmo mai voluto».
Il sacerdote ha poi proseguito nella riflessione dell’omelia: «Ci siamo ritrovati nella nostra vita con delle domande alle quali è giusto dare una risposta: da dove viene questo fiume della Storia nella quale noi ci siamo trovati inseriti per un tratto? La memoria ci riporta alla storia dei paesi rivieraschi che hanno vissuto la loro vicinanza al Po come una risorsa ma anche come una minaccia come ricorda questo luogo».
«Se volessimo andare ancora a ritroso alla sorgente della vita le nostre storie non bastano: se ci troviamo dentro a un flusso inesorabile che ci porta dove vuole che povera vita sarebbe la nostra e questo sarebbe un momento di superstizione più che di fede – ha poi continuato don Maccagni – ma se la sorgente nasce da un disegno e se ci fosse un Padre che ha dato la sorgente anche della nostra vita la traversata sarebbe diversa perché non ci troviamo in un destino che a volte non comprendiamo ma di un disegno più grande di noi che ci porta a vivere con consapevolezza e responsabilità: aver messo l’immagine di Maria vuol dire di non voler navigare a vista, vuol dire avere una compagna di viaggio, una bussola affinché gli avvenimenti della vita non ci scoraggino ad andare avanti e per non lasciarci andare alla rassegnazione».
Don Gianpaolo ha quindi proseguito nell’omelia prendendo a modello la figura di Maria: «Come nella lettura di oggi compare un drago che pare invincibile ma c’è una vita che viene messa al riparo, un bambino che nasce e che viene tolto al drago che semina distruzione e morte: Maria ci dice che seguire ubbidire alla Parola di Dio vuol dire avere la rotta verso la pienezza della vita».
Ha poi concluso l’omelia con un suggerimento e l’indicazione di un augurio non banale da scambiarsi in questo giorno di festa: «Lungo la rotta della nostra vita Maria ci dice di fare come lei che ha mantenuto fisso lo sguardo verso Gesù con la consapevolezza che anche l’ultimo nemico, la morte, può essere vinto: oggi Maria Assunta ci indica che questa è la rotta da seguire. Auguriamoci quindi una buona navigata, un buon pellegrinaggio con Maria e con lo sguardo verso i beni celesti, con la certezza che sarà un bellissimo finale se seguendo la sua Parola faremo la sua volontà nella nostra vita».
Presenti alle celebrazioni le autorità civili cremonesi e dei comuni rivieraschi di piacentino e parmense, tra i quali i sindaci e i consiglieri comunali del Comune e della Provincia di Cremona, dei Comuni di Castelverde, Bonemerse, Malagnino, Stagno Lombardo, Gerre de’ Caprioli, Pieve d’Olmi e Bozzolo. Presenti anche la Protezione civile e i corpi delle Forze dell’ordine che hanno organizzato e reso possibile lo svolgersi della celebrazione, anche delle attuali normative vigenti in prevenzione pandemica. (diocesidicremona.it)
Le foto sono di Gianpaolo Guarneri (StudioB12)
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