10 settembre 2021

Centro storico sempre più buio: ecco come in vent'anni siamo passati dalla "ville de la lumière" progettata da Jéol all'oscurità

A lasciarsi andare al simbolismo spicciolo verrebbe da dire che Cremona è una città che si sta spegnendo. L’immagine è forte, tuttavia il raffronto tra ieri e oggi è impietoso, quantomeno se si mettono a paragone le immagini del centro storico scattate in notturna vent’anni fa e quelle scattate ai giorni nostri. 

Nelle foto in alto, a sinistra la foto che compare sul sito ufficiale dell’Atelier Jéol, sulla destra una foto scattata qualche giorno fa. Ecco come si presentavano la Cattedrale e il Torrazzo alla fine degli anni Novanta ed ecco come si presentano oggi. Nella seconda foto (a scorrimento), a sinistra una cartolina del 1998 realizzata proprio dopo la realizzazione della nuova illuminazione a cura dell’architetto francese Roland Jéol. “Cremona, ville de la lumière”, si legge sulla cartolina commemorativa. Sul retro, la descrizione: “Illuminazione artistica del complesso della Cattedrale di Cremona - 12 dicembre 1998”. Sulla destra ecco il Torrazzo come lo vediamo in queste notti.

Della “ville de la lumière” è rimasto ben poco. Oggi, al massimo, la città potrebbe fregiarsi di un titolo più crepuscolare, qualcosa come “la città delle tenebre”. Il buio (che ha certo il suo fascino, per carità) avvolge il centro rimandando l’immagine di una città, appunto, spenta. Per nulla vitale. O, peggio, sciatta, dal momento che come ti sposti cambia la tipologia dell’illuminazione: qua una luce fredda, là una calda; qua un bagliore fioco, là una sorta di “ammasso” di luci disomogenee e in contrasto tra loro. Qua un Battistero in ombra, là una piazza Stradivari illuminata a giorno in un alternarsi di intensità dovuto a lampade del tutto differenti tra loro.

Il Torrazzo e la Cattedrale, poi, sono ormai avvolti dall’oscurità, interrotta solo dal chiarore di qualche faretto. Nel complesso è evidente la mancanza di un disegno omogeneo che valorizzi uno dei più bei centri storici in tutta Italia. Pensare che era esattamente questo ciò che aveva caratterizzato l’intervento studiato più di vent’anni fa da Jéol: un disegno complessivo di illuminazione. Un disegno pensato e progettato - peraltro da uno degli studi più prestigiosi in Europa - proprio per dare risalto al cuore della città. Non a caso, scorrendo il sito ufficiale dell’Atelier, si trova anche la foto della nostra Cattedrale, inserita in una sorta di book fotografico online degli interventi realizzati dall’architetto francese a Bruxelles, Cannes, Marsiglia, Tel Aviv, Zurigo.

Ai tempi, alla fine degli anni Novanta, l’intervento voluto dalla giunta Bodini fu anche criticato, va detto. Non a tutti era piaciuta la nuova illuminazione della Cattedrale e in molti avevano storto il naso a fronte dei faretti posizionati a terra, con il fascio di luce che puntava verso il cielo (secondo alcuni sono contrari alla normativa). In ogni caso, al di là dei gusti personali, è stato un intervento affidato a un esperto di fama internazionale, realizzato sulla base di un disegno organico e che nel complesso ha valorizzato le perle architettoniche della città.

Sono trascorsi vent’anni da quella piccola ma significativa rivoluzione e oggi l’illuminazione in città è gestita da Citelum Sa (Gruppo EDF). Le direttive competono però alla giunta. Meglio, alle giunte che in questi anni si sono succedute e che hanno evidentemente ritenuto meno importante la valorizzazione del centro storico nelle ore serali e notturne. Ed è un peccato, perché i risultati sono quelli che vediamo in queste foto. In particolare nelle prime, dove da “ville de la lumière” (definizione forse anche pretenziosa nel suo fare il verso a Parigi) si è passati a “ville des ténèbres”.

Le foto del Torrazzo e del centro di notte sono di Gianpaolo Guarneri - Studio B-12

Federico Centenari


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commenti


Annamaria

10 settembre 2021 16:52

"Secondo alcuni"? No, secondo la normativa relativa all'inquinamento luminoso.
Personalmente ho sempre trovato disneyana l'illuminazione del complesso della cattedrale; certamente manca un disegno omogeneo, utile e rispettoso, prima che della normativa, del buonsenso e del diritto (perchè è un diritto) di avere un cielo notturno il più possibile libero da luci artificiali inutili (ad esempio quelle dei centri commerciali illuminati a giorno alle 3 di notte)

enzo

10 settembre 2021 17:15

Spiacente, ma non sono d'accordo con l'opinione di Centenari. Non perché sia un nostalgico dell'oscuramento che afflisse i miei anni infantili, ma lo sproposito di luci della soluzione Jéol sulla nostra Piazza grande mi è sempre parsa una trovata alla francese, una "son et lumiére" che nel paese transalpino ti affliggeva trenta o quarant'anni fa la sera in qualsiasi cittadina capitassi. D'altronde basta rileggere i versi che un grande poeta francese come Louis Aragon in "Italia mea" ha dedicato ad una passeggiata notturna attorno al nostro duomo , in sapiente equilibrio fra luci basse, oscurità e cielo stellato, per verificare di quante emozioni essa sia potenzialmente evocatrice. Dunque a mio gusto bene così, e magari anche qualcosina in meno.

Annamaria

11 settembre 2021 09:07

Concordo. L' illuminazione artificiale di luoghi come la nostra piazza, quando è fatta bene, ne aumenta il fascino e ha il pregio di evocare emozioni. Una luce invadente toglie fascino, mortifica l'immaginazione e "oscura" il cielo stellato.

Federico Centenari

11 settembre 2021 13:48

Buongiorno, probabilmente non sono riuscito a far passare il concetto con il mio articolo. Non rimpiango e non auspico affatto un'illuminazione invadente o abbagliante, anzi, personalmente amo il buio e apprezzo molto i colori della sera, ovunque mi trovi. Ciò che manca, in questo caso, è un progetto coordinato e coerente che avvolga il centro storico dal punto di vista dell'illuminazione, valorizzandone correttamente l'indiscutibile bellezza. Questo non significa che l'illuminazione debba essere in stile "Las Vegas" (che personalmente detesto), ma che alla base vi sia un intervento pensato e realizzato, come è stato fatto a suo tempo. In questo senso ritengo sia un peccato e al tempo stesso un segnale di trascuratezza il fatto che col tempo sia stata abbandonata un'idea di valorizzazione dei beni architettonici anche dal punto di vista dell'illuminazione serale.

Roberto Regonelli

10 settembre 2021 18:03

Anche questo aspetto, che non è da poco, rispecchia la scarsa sensibilità e l'anti cultura, di questa amministrazione.
Al posto di valorizzare, si svilisce agli occhi dei cittadini e dei pochi turisti che visitano la città.

mario dadda

10 settembre 2021 19:42

Certo , tutto è modificabile, tutto è migliorabile . Mi pongo però qualche domanda :

- il precedente piano delle luci era figlio di un progetto, condivisibile o meno, affidato ad un professionista (Roland Jeol) tra i più quotati in Europa e tuttora attivo , con relativi costi che non immagino lievi .
- se a distanza di tempo questo sistema di illuminazione è stato ritenuto migliorabile o superato ( quando , perchè e da chi?) , come mai in via preliminare non è stato chiesto un parere al medesimo professionista ?
- Infine , l'attuale revisione o annullamento del progetto di illuminazione del nucleo centrale della città elaborato da Jeol da chi dipende ? Quali gli autori del nuovo progetto? Quale il progetto in sè? Quali i tempi ? Quale il rapporto costi benefici ?
Una risposta a queste domande è chiedere troppo ?




- se , a distanza di

Roberto Dall’Olmo

10 settembre 2021 22:03

Il Torrazzo in queste condizioni di illuminazione non si può vedere dai. Un biglietto da visita che vanifica tanti sforzi ma che rispecchia una mentalità che mentre riflette, valuta e considera, trasforma quel che resta di una città in paese.

Roberto Regonelli

11 settembre 2021 11:51

..Mi permetto di aggiungere che non solo la scarsa o mal curata illuminazione, a mio parere, svilisce la bellezza del ns. centro storico, ma una serie di azioni, o meglio, di non azioni che hanno "'abbassato" l'attrattiva della Città.
In più occasioni si sono messi in evidenza tante modifiche che hanno influito sull'identità di Cremona: asfaltando la bellissima via Bonomelli, come pure tante altre strade, zone archeologiche non curate, siti ancora quasi "invisibili" ma da valorizzare, spazi verdi non curati nel modo adeguato, ecc.
Via Dante, che assomiglia all'ingresso autostradale di Melegnano, il cavalcavia del cimitero in precarie condizioni, Piazza Stradivari, desolante alla vista e caldissima l'estate, la circonvallazione Sud, mai costruita, per alleggerire il traffico, la desertificazione del centro e tanto altro. La città, non è più viva, come lo era una volta.

Gianpietro

22 agosto 2024 20:26

Guardando la facciata del duomo, la torre di sinistra risulta non illuminata da parecchio tempo.