Ciak, si gira, quando Cremona divenne Milano per lo sceneggiato tv "Giuseppe Verdi". Da via Sicardo a via dei Mille, da via Beltrami al Ponchielli
Giuseppe Verdi era di casa a Cremona. Per affari, amicizia, incontri e per acquistare pane e dolci. A metà gennaio del 1979, il regista Renato Castellani era a Cremona per visitare la città e scegliere vie, piazze, ambienti e teatri dove girare uno degli sceneggiati più famosi della storia della televisione italiano: Giuseppe Verdi, una biografia del grande Maestro. Era una coproduzione colossale: Rai-Rete2, Antenne2, Bavaria, Bbc, Svit e Tss. In città bisognava ricostruire la Milano ottocentesca e soprattutto far diventare il teatro Ponchielli La Scala milanese. Decine di sopralluoghi, fotografie, richieste di permessi e poi il via libera alle riprese, che iniziarono il 9 luglio del 1979. Cremona fu la base della vastissima troupe.
Il primo ciak avvenne nella villa di Roncole di Busseto a casa del maestro. Le riprese durarono 70 settimane nel corso di tre anni dal ’79 all’81. Lo sceneggiato andò in onda su Raidue dal 13 ottobre 1982. Verdi venne impersonato dall’attore inglese Ronald Pickup. La ballerina Carla Fracci vestì i panni di Giuseppina Strepponi, Omero Antonutti (Carlo Verdi), Daria Nicolodi (Margherita Barezzi, la prima moglie), Enzo Cerusico (Emanuele Muzio), Raimondo Penne (Francesco Maria Piave), Lino Capolicchio (Arrigo Boito). Molti cremonesi vennero coinvolti come attori, comprimari, controfgure o comparse. In quei giorni era facile imbattersi negli attori sia durante le riprese che nei momenti di relax. Ricordiamo Nanni Svampa (l'impresario Merelli) in attesa di entrare in scena in via Sicardo discutere con un cremonese ex dipendente comunale sul nostro dialetto e sulle differenze con il milanese (risate su la definizione dialettale di ombelico: bamburìin per il milanese, nuìin per il cremonese). Riprese vennero effettuate ovviamente anche a Milano (otto giorni) con grandi lavori all’esterno della Scala e in via Manzoni per deviare il traffico, far sparire i fili della luce e del tram, nascondere le rotaie.
Il centro di produzione dello sceneggiato, usato come deposito-magazzino, centro di smistamento, luogo di ritrovo delle centinaia di comparse fu l’ex ospedale di Cremona (dove purtroppo, in quei giorni, avvenne l'omicidio del piccolo Luca Antoniazzi da parte di Giulio Collalto). Scene vennero girate, oltre al Ponchielli trasformato nella Scala, anche in piazza Duomo, in via dei Mille, Corso Garibaldi e poi via Beltrami, piazza Zaccaria e via Sicardo.
Per le circa undici ore del programma, diviso in nove serate, sono stati girati 250 mila metri di negativo, con un rapporto tra girato e montato di circa 1 a 12. “Il caldo a Cremona era soffocante – ricorda il regista Renato Castellani -. Le povere comparse e il povero Verdi si muovevano dentro abiti e mantelli pesanti, poiché le stagioni d’opera si sono svolte quasi sempre d’inverno, quasi sempre a Carnevale. Sotto il sole implacabile, il 15 il 16 e il 18 agosto, noi dovevamo riprodurre un’atmosfera invernale, la nebbia. Buona volontà, pazienza, ‘fumoni’ e la nebbia di Milano fu ricreata a Cremona”. (4)
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commenti
michele de crecchio
10 dicembre 2022 00:49
Pochissimi se ne accorsero allora, ma la pur accuratissima scenografia del lungo sceneggiato televisivo conteneva in realtà anche un grossolano svarione storico. All'epoca dei grandi successi del mitico Verdi, le carrozze che giravano in città a Milano dovevano infatti "tenere la sinistra" procedendo, in sostanza, "all'inglese". Fino agli anni 20 del secolo scorso, in corrispondenza ai caselli del Dazio, vistosi cartelli, opportunamente predisposti, avvertivano infatti i conducenti di carrozze, carri, autocarri, corriere ecc, di spostarsi sul lato sinistro della strada. Tale singolarità mi venne ricordata dal mitico signor Pagliarini, che all'inizio degli anni 60 fu mio insegnante di scuola guida ed è oggi confermata e giustificata dai non pochi testi che oggi illustrano l'evoluzione delle norme regolanti il traffico urbano.