Coldiretti Cremona: grandinata nel Cremasco, gravi danni all’agricoltura
E’ conta dei danni per l’agricoltura cremonese. Dopo mesi di crisi idrica, le attese precipitazioni si sono purtroppo presentate sotto forma di grandine in vari comuni del territorio cremasco, provocando in alcune zone danni a strutture e alle colture in campo. In particolare mais e prati sono stati letteralmente azzerati dalla violenza della grandinata, accompagnata da sferzanti raffiche di vento. Lo rende noto Coldiretti Cremona, da un primo monitoraggio dei tecnici sul territorio.
I chicchi di ghiaccio hanno colpito vari comuni, tra Crema e il Cremasco – spiega Coldiretti Cremona –. Al momento le conseguenze maggiori per l’agricoltura si segnalano tra i comuni di Trescore Cremasco, Bagnolo, Capralba, Casaletto Vaprio, Cremosano, Capergnanica. Ma le segnalazioni stanno continuando.
“Il danno è enorme. La grandine ha bucato tutta la copertura della stalla. E ha devastato le colture in campo – testimonia Fabrizio Bonetti, agricoltore di Trescore Cremasco –. Decine di ettari di mais devastati, non c’è più niente. Le piante sono state spezzate dalla violenza della grandine, dalle dimensioni dei chicchi. Purtroppo non c’è possibilità che questi raccolti si riprendano, ormai sono compromessi. Dovremo riseminare tutto”.
Spostandosi in altri comuni cremaschi, la conta dei danni prosegue. “Per vari minuti sono scesi chicchi di ghiaccio grandi quanto un mandarino. In campo hanno rotto quasi tutto. Si aggiunga il vento, particolarmente forte. La produzione di mais in questa zona è persa – testimonia Mario Severgnini, agricoltore di Capralba –. Abbiamo lavorato giorno e notte per seminare e curare questi campi di mais. Abbiamo sopportato i pesantissimi aumenti dei costi legati alle semine, abbiamo fronteggiato la siccità. Il mais aveva già raggiunto l’altezza di 45-50 centimetri. Adesso, in qualche minuto, in campo abbiamo perso l’intero raccolto”.
I nostri tecnici sono al fianco delle aziende – spiega Coldiretti Cremona – monitorando la situazione e verificando i danni alle coltivazioni e alle strutture agricole.
Siamo purtroppo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici – conclude la Coldiretti – con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il repentino passaggio dal sole al maltempo, che ha fatto perdere a livello nazionale oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne italiane.
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