Così è nato il quartiere di San Michele, tra le porte Venezia e Romana Qui hanno abitato i Campi e Claudio Monteverdi
Cremona, distrutta dai Longobardi nel 603 da Agilulfo, fu poi ricostruita da sua moglie Teodolinda.. Nel 630 fu fondata una piccola chiesa in onore del santo amato dai Longobardi.
Un Santo Guerriero come gli ex Dei Pagani della popolazione germanica, scesa in Italia dalla Pannonia e convertita al cristianesimo. Il Guerriero di Dio, San Michele, munito di spada per lottare e di bilancia per pesare le anime ( psicostasia ).
Una chiesa tra le più antiche della città, destinata a divenire “duomo” provvisorio nel 1124 mentre si ricostruiva la cattedrale distrutta dal terremoto 1117.
Ma torniamo indietro e cerchiamo di capire, scrutando le pendenze del quartiere attuale di San Michele, come fosse la zona prima del 1000. Uno “sperone” rialzato di terreni, prima di scendere verso l'alveo del Padus, si spingeva con una propaggine verso nord-est.
Il livello della città, dall'attuale Corso Matteotti e fino a S.Michele, è pressochè simile e si spinge dalle Due Colonne fino alla chiesa percorrendo la Via Gerolamo da Cremona.
Le discese parallele di S.Michele, Via Speciano, Via S.Lorenzo, portavano in Corso Vacchelli che completava la raggiera delle tridente Via XX Settembre, Via Bonomelli e Via XI Febbraio .Un brusco calo di quota che si dirigeva verso la Mosa, zona paludosa occupata dal Padus.
Il quartiere di S.Michele era inizialmente in alto ed occupava la Fortezza di S.Michele con la sua Porta omonima. Dimentichiamoci Porta Romana perchè non esisteva.
La città si fermava probabilmente a S.Gregorio e Corso Vacchelli era assente alla confluenza con Via Speciano e San Lorenzo.
Solo in seguito, a causa della ritirata delle acque del fiume, sceso verso attuale Via Giordano, la Propugnacula S.Micaelis ( il bastione ) abbandonò la sua funzione di Porta del Vescovo.
Il Forte di S.Michele ,costruito nel 1500, si vede da Via Marmolada e da Via Ghisleri per una altezza di circa 10 metri, nel suo muro esterno. Il muro era circondato dal canale della Fossa Civica. Il Forte aveva un ponte levatoio e più avanti, circa 80 metri si presentava il secondo ponte/porta detto Ognissanti ( Porta Venezia ).
Nel 1520 la porta del Forte fu chiusa e venne fatta in fondo alla discesa e chiamata Porta Nova, poi Margherita nel 1600 e Romana nel 1860 dopo Unità Italia.
Il fatto che la Porta fosse “nova” va messo in relazione con la Mappa di Campi del 1583 che cita come Quarterium Domorum Novarum la contrada tra S.Gregorio e Porta Nova, cioè Corso Vacchelli. Si evince che il “quartiere delle case nuove” è una espansione a nord-est della vecchia città che collima nella “Porta nuova”.
La zona era divisa in Vicinie, cioè in parrocchie.
La Vicinia S.Michele Vecchio e la Vicinia di S.Nazzaro sono quelle che portano in seno la parte della città tra Porta Romana e Porta Venezia . San Michele Vecchio è tutt'ora presente e San Nazzaro e Celso era in Via Bernardino Gatti, di fronte attuale edicola di Corso Matteotti.
La Vicinia era divisa in zone con nomi specifici che abbracciavano più Contrade ( vie ).
Le "zone" della vicinia S.Michele : Albarino, Parma , S.Giovanni Vecchio e Quartiere Case Nuove.
Le "zone" della vicinia S.Nazaro : Strata Recta, Ecclesia S.Nazario&Celso, Plazorum e Poffe Canum.
Albarino era la zona delle Vie Pallavicino, Cavitelli e Voghera ( dal lato S.Michele ) e vi sorgevano almeno due chiese, S.Arealdo ( Ognissanti ) e S.Incoronata.
La prima si trovava dopo la Pizzeria La Pendola e la seconda si vede all'angolo in alto di Via Speciano.
Parma era la zona di Via Decia e Tofane, addossata alle mura.
S.Giovanni Vecchio partiva da Via Speciano e prendeva Via Malombra, Via Redegatti e toccava la chiesa e monastero di S.Giovanni della Commenda o Vecchio ( il poggio a lato di S.Michele ), costruito pare sulle vestigia del tempio romano di Giano.
Quartiere Case Nuove era Corso Vacchelli ( come già detto )
Strada Recta era parte dell'attuale Corso Matteotti prima detto Corso Umberto.
Ecclesia S.Nazario era la attuale Via Bernardino Gatti.
Il Plazorum e Poffe Canum erano verso la fine del Corso e la attuale Porta Venezia.
Questi quartieri diedero la nascita a figure di spicco della cultura Cremonese. Basti pensare che la Vicinia S.Nazaro era il quartiere orginario dei Campi nel 1500 e che in quella stessa chiesa, da loro affrescata, furono sepolti Galeazzo, Giulio, Antonio e Vincenzo ( quest'ultimo abitava per certo in Via Pallavicino ). Qualcuno sostiene anche che vi fossero dei "murales religiosi" eseguiti dai Campi sulle abitazioni attorno la chiesa, che fu tradotta in abitazione nel 1804.
Anche Claudio Monteverdi naque nel quartiere in questione nel 1567. Piu' precisamente "al Piazano", lo slargo naturale del Corso Matteotti, che dopo aver raccolto le Vie Pallavicino e Poffacane, sbuca in Porta Venezia. Esattamente tra le contrade Bellifiori ( ora Via Cavitelli ) e Pegolia ( ora Via Voghera ) vi era un vicolo angusto e cieco detto Stretta Sedile, lungo forse 10 metri . Il Vicolo non è menzionato nella mappa di Antonio Campi della fine 1500 o perchè ritenuto troppo breve o perchè nel frattempo assorbito dalle case.
Resta la magia del fatto che il compositore muove i primi passi in questo brevissimo cortile tra le Chiese S.Michele e S.Nazaro.
Risulta impossibile la menzione di Antonio Campi per Claudio Monteverdi. Antonio disegnò la mappa di Cremona con i nomi delle contrade e dei suoi abitanti famosi o nobili all'epoca della stampa e diffusione del suo "Cremona Fedelissima". Antonio, nato nel 1522 ha 45 anni in più di Claudio che, alla pubblicazione del "Fedelissima" ha solo 18 anni.
Due geni diversi del loro tempo e della stessa città che non si incontreranno mai.
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