23 luglio 2025

Truffa del finto carabiniere a Romanengo: arrestata una 31enne che aveva tentato il colpo ai danni di una donna

I Carabinieri della Stazione di Romanengo hanno arresto una donna di 31 anni, con precedenti penali e di polizia a carico e residente in un’altra regione, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere perché ritenuta responsabile di una truffa pluriggravata del “finto carabiniere”, commessa a Romanengo lo scorso 26 marzo.

Infatti, il 26 marzo scorso, una donna di Romanengo si era presentata dai Carabinieri del posto per denunciare di essere stata vittima di una truffa di ingente valore. Quella mattina aveva ricevuto una telefonata e l’interlocutore si era spacciato per un carabiniere della caserma di Cremona, riferendo che il figlio si doveva presentare in caserma a Cremona perché delle targhe a lui intestate erano state ritrovate a seguito di un furto.
Lei aveva chiamato il figlio ed insieme erano partiti per Cremona, ma era stata chiamata sul cellulare e l’interlocutore l’aveva avvisata che lei doveva rientrare a casa perché in caserma doveva presentarsi il figlio da solo. Era stata accompagnata a casa ed il figlio era ripartito per la caserma di Cremona. Mentre era da sola a casa, l’interlocutore le ha chiesto di preparare tutti i soldi e gli oggetti preziosi che aveva , dicendo che si sarebbe presentata una donna, indicata come perito del tribunale, a prelevare il tutto per confrontarlo con dei monili in oro ritrovati a seguito di un furto in una gioielleria di Cremona.
Ovviamente era una notizia falsa, ma la vittima non poteva saperlo e, mentre era al telefono, aveva suonato alla sua porta una donna che aveva preso tutto il denaro e l’oro preparato, allontanandosi. In seguito, il figlio era tornato a casa dicendo che non aveva nessun appuntamento con i veri Carabinieri e la vittima aveva raccontato di avere consegnato a una donna i suoi averi, oggetti in oro e alcune centinaia di euro, capendo di essere stata truffata.

Dopo la denuncia, i militari della Stazione di Romanengo avevano avviato le indagini e avevano avuto notizia che era stata vista un’auto con targa straniera, non conosciuta, aggirarsi nella zona dell’abitazione della vittima. I militari avevano acquisito le immagini delle telecamere pubbliche e private della zona e avevano notato l’auto segnalata, con targa straniera. Avevano effettuato gli accertamenti sull’auto, verificando che era stata controllata pochi giorni prima in provincia di Lucca con a bordo tre persone, tra le quali una donna.
Quelle tre persone erano state fotosegnalate perché ritenute responsabili di una truffa del “finto carabiniere” avvenuta in quella città alcuni giorni prima. Quindi, i Carabinieri di Romanengo avevano acquisito la foto della donna identificata sul veicolo e avevano preparato un fascicolo fotografico che avevano mostrato alla vittima che aveva riconosciuto proprio quella persona come la donna che si era presentata in casa a ritirare soldi e oro.
Era stata denunciata perché ritenuta responsabile di truffa aggravata dall’avere approfittato dell’età e della vulnerabilità della vittima, dall’avere provocato un danno patrimoniale di rilevente entità e dall’avere ingenerato nella vittima il convincimento di esguire un ordine dell’autorità.

Il GIP del Tribunale di Cremona, concordando pienamente con le risultanze investigative della Stazione di Romanengo, ha valutato che la donna non ha una fissa dimora, ha precedenti penali anche specifici, ha utilizzato un’auto con targa straniera in modo da rendere difficilmente individuabile l’utilizzatore, ha commesso reati in più località del territorio nazionale e ha dimostrato una notevole pericolosità, isolando la vittima dagli altri familiari ed approfittando della sua condizione di minorata difesa facendole credere di dovere eseguire un ordine dell’autorità. Quindi, considerato anche il pericolo di reiterazione di reati della stessa indole, il GIP ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che i Carabinieri di Romanengo hanno eseguito. I Carabinieri di Romanengo hanno accertato che la donna era ristretta presso il carcere di Potenza per altri fatti reato e hanno chiesto alla Polizia Pernitenziaria della casa circondariale di Potenza di notificare l’atto alla donna. La misura cautelare è stata immediatamente notificata alla 31enne.

 


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