Cremona, 18 studenti su 23 hanno consegnato un tema per compito realizzato dall'Intelligenza Artificiale: è accaduto in una scuola media cittadina. Villaschi (Torriani): "Il fenomeno è ormai realtà"
L'Intelligenza Artificiale sta sempre più prendendo piede. L'uomo affida ormai da tempo sempre più azioni alle macchine, con automatismi creati per eseguire azioni programmate. Con l'avvento dell'IA, gli ambiti di applicazione diventano potenzialmente infiniti. Sono diversi i video on line che mostrano come si può chiedere all'Intelligenza Artificiale di creare una poesia in rima o una lettera, passando per un testo argomentativo o un articolo di giornale. Chi meglio dei nativi digitali potrebbe scoprire le infinite potenzialità di questa nuova frontiera tecnologica? Ecco che in una classe terza di una scuola secondaria cittadina è accaduto l'impensabile: 18 studenti dei 23 presenti hanno redatto il tema assegnato per compito nel weekend facendolo creare dall'IA. A mostrare, però, scarsa "intelligenza naturale" sarebbero stati gli studenti stessi che posti davanti ai propri elaborati, non sarebbero stati in grado di leggere nè capire il contenuto del testo. I giovanissimi studenti, affrettati a risparmiare tempo e fatica, non si sono neppure presi la briga di rileggere il risultato del "trucchetto" tanto ben riuscito da aver permesso loro di consegnare il testo puntualmente al docente insospettito, forse, anche dall'assenza di errori e dalla qualità del costrutto semantico. Sappiamo bene che vi sono cose ancora inimitabili, per ora, e che i docenti conoscono bene i propri "polli". Una riflessione ora giunge necessaria: in questo caso la quasi totalità di una classe ha tentato di eludere i propri doveri scolastici con questo sistema che è completamente accessibile a tutti, utilissimo per alcuni professionisti, ma assolutamente deleterio in un momento prezioso ed importante come quello dell'apprendimento. Quando ci si iscrive al corso per conseguire la patente nautica, per esempio, si sa che all'esame ci sarà anche una prova di carteggio. A cosa serve ciò se poi ci sono i GPS nautici con le carte inserite? Serve a saper navigare senza diventare vittime del mare in caso si guasti il GPS. La stessa cosa si può applicare alla scuola. Sappiamo tutti che un calcolo con la calcolatrice risulta più semplice, rapidissimo, ma sappiamo anche che la mente che delega la risoluzione di un problema a un "facilitatore", poi nelle difficoltà non sarà in grado di reagire a dovere. Oggi è accaduto ad una terza media in città, quanto sarà già esteso il fenomeno? Come può una generazione di docenti "nativi analogici" arginare questo problema (riconoscerlo, soprattutto) o utilizzarlo a proprio favore? "Il fenomeno è parecchio esteso. - commenta Cristiano Villaschi, docente di Lingua e Letteratura Italiana e di Storia all'Istituto Torriani di Cremona - Sulle versioni di latino ormai si trova di tutto, già confezionato. Per l'italiano, soprattutto quando ci sono compiti assegnati a casa senza il controllo diretto del docente, accade spessissimo. Quando gli studenti arrivano in prima di solito fanno errori grammaticali, con un lessico stringato e povero, con tanti errori di ortografia. In classe ovviamente non possono usare l'IA perchè sono sotto controllo del docente, quindi nelle verifiche funziona ancora il "vecchio sistema". Sulle lingue come greco e latino si trovano su internet tantissime traduzioni già compilate. Di solito ce ne accorgiamo perchè il lavoro cambia proprio del tutto. Se uno studente scrive benissimo il testo e poi, interrogato verbalmente, non riesce a mettere soggetto predicato e complemento in fila si coglie subito. - spiega Villaschi - Il fenomeno è parecchio diffuso, ciascuno di noi docenti l'ha già incontrato almeno una manciata di volte. Usiamo le armi che abbiamo: come il "sequestro" del telefono durante le verifiche in classe. Se invece il testo prodotto per compito sembra scritto da qualcun altro, verifichiamo oralmente la comprensione di quel testo. Io per esempio non do mai compiti con valutazione a casa, in modo da evitare queste situazioni. In ogni caso, l'IA è ormai una realtà da affrontare."
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commenti
Stefano
5 marzo 2024 17:11
Un esempio del degrado culturale e civile a cui una tecnologia esasperata e molto ambiziosa , ha portato. Molto meglio sentir recitare una poesia da una voce calda e soprattutto umana.....
Michele Torresani
5 marzo 2024 17:21
L’argomento è molto interessante. Difficile in Italia applicare la regola statunitense che prevede, in caso di copia e incolla, la radiazione immediata e inappellabile dalla scuola e dalle università. Eroico di questi tempi punire chi copia e non è disposto quasi mai ad ammetterlo anche di fronte a prove inconfutabili. Lodevole innovare la didattica dell’italiano scritto utilizzando anche produzioni artificiali, ma bisognerebbe avere a disposizione tanto tempo, molto di più di quello che normalmente si ha.
Roberto Brusco
6 marzo 2024 09:18
L'intelligenza artificiale a scuola rappresenta l'ultimo, in ordine temporale, espediente per compromettere sempre più la crescita intellettuale e morale dei nostri giovani. Addormentare la mente, relegandola a mera utilizzatrice di tecnologia richiedendo al contempo un basso livello di competenza digitale ma dando l'illusione di grande potere. Oltre al non esercizio delle capacità logiche si atrofizza la fantasia e, quel che è più grave, si inibisce la creatività. E quando a un ragazzo/a si toglie questo si toglie il futuro, si toglie la felicità. Dopo la sciagura della "autonomia scolastica", la pochezza pedagogica delle competenze, la follia dei tutor e orientatori, l'intelligenza artificiale a scuola è l'ennesima mazzata al sistema educativo pubblico italiano, ma tra tutte la più pericolosa
Stefano
6 marzo 2024 12:48
Bravissimo. Sembra che lo scopo sia proprio quello. Addormentare le menti per renderle schiave della tecnologia sempre più invadente e ai cui padroni poco o nulla interessa dell'evoluzione umana e globale dell' individuo. Più conveniente trasformarlo in automa, da poter soggiogare e manipolare facilmente
Valentina
6 marzo 2024 13:08
Vorrei solo specificare che non spetta ai docenti risolvere il problema,soprattutto con gli scarsi mezzi di cui dispongono ,ma è compito di chi HA CREATO E VOLUTO questa realtà