11 marzo 2025

Da Cremona al Canada. Massimo Capra, chef e conduttore TV ha ricevuto il “King Charles III’s Coronation Medal”, ma nei suoi libri di ricette rimane la tradizione cremonese anche dopo 40 anni

Massimo Capra, chef, imprenditore, conduttore TV, ma soprattutto cremonese. Massimo vive in Canada dal 1982, ed è proprio lì nel Nord America che in questi giorni ha ricevuto un importante riconoscimento dallo stato. La “King Charles III’s Coronation Medal” è un prestigioso riconoscimento che viene dato solamente a chi ha contribuito in maniera significativa al bene del Canada e dei suoi abitanti, o a una delle sue province, o più in generale a chi ha raggiunto importanti obiettivi che lo distinguono come cittadino esemplare. Massimo, italiano e cremonese, è riuscito a distinguersi grazie alla suo spirito e alla sua tenacia, che l’hanno portato a spendersi in numerose opere di beneficenza e aiuto nei confronti dei senzatetto, degli ammalati e dei più fragili in generale. Un impegno che va avanti da quarant'anni, una missione che ha portato lo chef cremonese a vivere con altruismo e attenzione ai bisogni del prossimo. Ma la storia di Massimo Capra è iniziata a Sesto Cremonese, e fin da piccolo ha mostrato un profondo amore per il mondo della cucina, ma non solo.

A raccontare la sua storia è stato il fratello, Claudio Capra, il secondo dei tre fratelli Capra (Ernesto, detto Tino, il più grande, Claudio, e per l’appunto Massimo, il più piccolo) che a differenza del fratello minore vive ancora in provincia di Cremona e lavora come consulente finanziario. 

Quando aveva 9 anni Massimo cucinava già in casa, e mostrava orgoglioso alla famiglia i piatti che aveva imparato a preparare durante la giornata. Gli anni passano, la sua passione cresce sempre di più, e gli sforzi e i sacrifici lo ripagano. Le prime esperienze in cucina sono quelle fatte alla Trattoria dell’Amelia, a Mestre. “Come procede il lavoro?” chiedeva Claudio, lontano per la leva militare, al fratello Massimo. “Mi fanno sbucciare le patate - rispondeva - ma intanto vedo come funzionano le cose in una cucina”.

Un’estate arriva una telefonata da un importante hotel di Milano, il Cavour. È luglio, e il loro chef è stato male, quindi Massimo non si tira indietro, e passerà tutto il mese nelle cucine dell’hotel, nelle quali si distingue per la sua voglia di fare e la sua bravura. A 20 anni il giovane Massimo ha già tanta esperienza alle spalle, ha lavorato in molti ristoranti diversi fra loro, e ogni volta non si è limitato ad applicare quello che già sapeva ma si è sempre impegnato per imparare qualcosa di nuovo da chi aveva più esperienza.

La fortuna gira, e grazie a uno zio che già viveva in Canada Massimo decide di mollare tutto e partire per il nuovo continente. Lì inizia come lavapiatti, ma in pochi mesi riesce a prendere il posto dello chef che ha lasciato il posto di lavoro e così riesce distinguersi, anche grazie alla sua passione e alla sua creatività.

Le cose iniziano a girare per il verso giusto, e dopo qualche anno Massimo apre in Canada il suo primo ristorante in società con un altra persona. Nasce il “Prego della Piazza”, che in poco tempo si affermò come il più popolare di tutto il Canada fra i critici culinari. Il ristorante va a gonfie vele, e dopo dieci anni Massimo decide che è arrivato il momento di mettersi in proprio, e così nasce il “Mistura”, dove la qualità dei piatti e la raffinatezza del servizio portano ospiti particolarmente importanti, fra i quali rinomati politici, cantanti famosi e gente dello spettacolo. "Gli stessi ospiti - ha raccontato Massimo - vengono ancora oggi, sono ormai clienti affezionati".

La carriera di Massimo continua, il frutto di sforzi e sacrifici porta a questo. Iniziano quindi le apparizioni in TV, dove lo chef cremonese insegna ai telespettatori come cucina un professionista. Tra i programmi canadesi più importanti dove Massimo è apparso c’è CityTV's Cityline, Global's The Morning Show e Food Network shows. Quindi oltre che a essere un rinomato chef, in poco tempo è diventato anche un famoso conduttore di programmi culinari. Durante la sua carriera sarà anche brand ambassador per la Buitoni e la Samsung.

Claudio ha voluto ricordare come in una puntata un ospite chiese a Massimo: "Ma non sei geloso delle tue ricette? Così le vedranno tutti", ma Massimo l'ha rassicurato dicendo: "Non sono preoccupato, perché con la stessa ricetta, il mio piatto e il tuo piatto saranno comunque diversi". 

In tutti questi anni lontano dall’Italia, più di 40 ormai, Massimo non ha mai dimenticato la sua Cremona, infatti nei libri di cucina che ha pubblicato, chiamati “One Pot Italian Cooking” e “3 Chefs” non mancano alcune delle ricette tipiche della città del violino. Ecco quindi che i canadesi possono provare a cucinare i “clown’s buttons”, ovvero i bottoni di pagliaccio, oppure arricchire i propri piatti con la “candied fruit in mustard-flavoured syrup”, che a Cremona preferiamo chiamare mostarda.

Tra le ricette presenti un pensiero è andato anche alla mamma e al papà, ecco quindi che fra le pagine si può leggere della ”frittata di mia mamma” seguita dallo “sfricasot di mio papà”, tradotti rispettivamente in inglese con “my mother’s frittata” e “my father’s scrambler eggs”. Al lettore non rimane che decidere quale dei due nomi funzioni meglio, ma indipendentemente da come li si chiama, alla fine il sapore rimane sempre squisito.

Altri piatti che non possono mancare nel ricettario canadese di Massimo sono la “beef tripe suoi with vegetables”, dai più chiamata “trippa con i fagiolini dell’occhio”, anche se in alternativa si può optare per un più classico “Minestre di Massimo”, sottotitolato come “Massimo’s fall harvest vegetable soup”.

Quella di Massimo è stata una vita di traguardi raggiunti con l'impegno e il sudore, un esempio di come anche dalla piccola città di Cremona si può arrivare tanto in alto, basta solamente impegnarsi per dare sempre il meglio. La “King Charles III’s Coronation Medal” è stato l'ultimo successo di una vita di soddisfazioni, che hanno portato Massimo molto in alto, e la nostra amata Cremona ancora una volta sulla bocca (e nello stomaco) del mondo intero.

Luca Marca


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