26 marzo 2024

Dagli archivi americani centinaia di nomi di cremonesi "epurati" dopo il 25 aprile '45, i prezzi e gli stipendi da praticare, le strade da rifare. Il ruolo del plenipotenziario: il capitano Sylvester

Il 31 luglio 1945 il Provveditore agli studi di Cremona scriveva al Ministero della Pubblica Istruzione chiedendo, in maniera urgente e perentoria, lo sgombero dei locali, e il loro ripristino ad uso scolastico, della scuola elementare Realdo Colombo e dell'istituto tecnico in via Botti Binda. Era una richiesta naturale e logica, la guerra era finita da poco e i locali storicamente destinati allo studio erano stati trasformati, nel periodo tra l'8 settembre 1943 fino ad aprile del 1945, rispettivamente nella sede della Corte dei Conti e nella Direzione degli istituti di Pena.

Il Provveditore aveva tutte le ragioni del mondo per fare quella richiesta, con la fine delle ostilità era arrivato il momento di far tornare sui banchi gli scolari e gli studenti, era arrivato il momento di tornare a vivere la quotidianità soprattutto nelle aule scolastiche. Pochi giorni dopo, il 3 agosto, il Comando Alleato in Italia dava seguito alla lettera del Provveditore e ordinava procedere allo sgombero e alla messa in sicurezza dei locali prima dell'inizio dell'anno scolastico, le scuole hanno sempre rappresentato il punto di partenza per un ritorno alla normalità dopo un periodo drammatico.

Il nome L.A. Sylvester potrebbe essere tranquillamente collegato a qualche cantante statunitense di disco music degli anni '70, verosimilmente a pochi, forse a nessuno, potrebbe venire in mente di metterlo in relazione con la città di Cremona e la sua intera provincia.

In verità il capitano Sylvester è stato, almeno formalmente ma anche dal punto di vista pratico, una figura cardine nella storia, abbastanza recente, della città di Cremona e del territorio collegato. Sylvester era un ufficiale delle forze statunitensi che faceva capo al Governo militare alleato dei territori occupati; Governo che, dall'aprile del 1945 fino al 31 dicembre dello stesso anno, operava in quasi tutte le città italiane per la gestione delle attività di qualsiasi livello. In pratica Sylvester, come responsabile dell'ufficio legale del Governo Alleato, era a conoscenza di qualsiasi cosa sia del Comune che della Provincia di Cremona; l'ufficiale leggeva e poteva decidere su ogni cosa, osservava e valutava cosa poteva essere risolto in città e cosa doveva essere destinato al Comando Alleato di Milano o a Roma.

Dal punto di vista pratico, per 7 mesi, qualsiasi cosa accadesse in città e in provincia passava attraverso di lui, ma nel vero e proprio senso della parola, dato che il Governo Alleato decideva praticamente su tutto. Sylvester, come tutti i suoi colleghi che governavano in quei mesi, viveva e lavorava sulle informazioni, la gestione di una città come Cremona era un percorso già rodato in Italia dagli Alleati fin dallo sbarco in Sicilia, ma le persone erano diverse così come le problematiche legate alla vita quotidiana.

Il lavoro dell'ufficiale era quello di ridare una certa normalità ai cremonesi ma, soprattutto, di sapere tutto ciò che era accaduto negli ultimi anni nella città di Cremona. Se da una parte il 31 dicembre 1945, con le valigie già pronte per il ritorno negli Stati Uniti, Sylvester firmerà l'accordo per l'adeguamento degli stipendi delle industrie cremonesi, dall'altra si era ritrovato, fin dal 26 aprile, con vari elenchi sul tavolo, elenchi dove comparivano centinaia di nomi di cittadini identificati, a vario titolo, come collegati agli anni del fascismo. Quegli elenchi riportano qualsiasi cosa, dalla lista delle donne che avevano giurato fedeltà al Partito Nazionale Fascista dal 1943 in poi fino all'elenco degli squadristi di ogni paese, dai nomi di coloro sui quali pendeva una richiesta di epurazione alle infermiere “non desiderate” per le quali si chiedeva l'allontanamento dall'ospedale. Liste di nomi a volte lunghissime dove, a margine, venivano raccolte le informazioni necessarie per valutare ogni singolo caso; ma il lavoro del Governo Alleato non si fermava a questo, nei fascicoli si possono trovare le destinazioni scolastiche dei professori in attesa di una cattedra o l'elenco degli operatori di Polizia e i loro turni di lavoro durante un coprifuoco.

Nell'immenso calderone di informazioni che i referenti del Governo Alleato dovevano affrontare in quei mesi del 1945 gli elenchi delle persone, presenti in vari modi, è forse la parte meno interessante della gestione “statunitense” di Cremona; tra le migliaia di fogli o veline che raccontano la storia della città in quei 7 mesi colpisce la solerzia e precisione con la quale gli uffici organizzavano e disponevano molte delle attività che oggi chiameremmo istituzionali. Si partiva con il rapido rifacimento delle strade, soprattutto per favorire il passaggio dei mezzi militari e civili, oppure di come cercassero di far tornare vitale il commercio cittadino in materia di beni alimentari o farmaci, allontanando in questo modo lo spettro del mercato nero sui beni di prima necessità.

Dagli accordi sul lavoro alla gestione dell'ammasso di sementi, dai prezzi dell'olio e dei carburanti al ripristino delle cure ospedaliere, dagli orari degli esercizi commerciali alla organizzazione per la parata in ricordo del 4 novembre. Sylvester leggeva, sceglieva e dava disposizioni, la città cercava di rinascere raccontando, nella buona o nella cattiva sorte, gli anni della guerra, offrendo a coloro che la avrebbero gestita per soli 7 mesi una enorme quantità di informazioni su moltissimi cittadini perché, alla fine, la vera capacità di gestione e il vero potere non nasceva da ciò di cui si disponeva, ma dalle informazioni che si potevano offrire. Sono un mondo tutto da scoprire quei 7 mesi con il Governo Alleato che “comandava” la città, un mondo di informazioni e scelte che, un po' alla volta, sarebbe interessante poter affrontare e capire. (1-continua)

Nelle foto l'ingresso degli americani in città e alcuni dei documenti desecretati: dallo sgombero del Provveditorato al ripristino delle scuole, alla direttiva sugli stipendi 

Marco Bragazzi


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commenti


Rosalindo bucanieri

26 marzo 2024 12:32

Probabilmente seguendo il metodo dei partigiani francesi con i collaborazionisti di Petain ,avendo già le liste, oggi in Italia saremmo privati di tanti fastidi. Poi stupisce la similitudine fra i Russi e gli Americani nell'applicare le regole dell'occupazione. Gli Americani aiutavano,i secondi sparavano su donne e bambini,caratteristica mai persa..

Graziano

31 marzo 2024 16:53

Non paragonate i Russi agli Americani, i Soldati americani ci hanno salvato.