21 luglio 2025

La magra restituisce un altro pezzo di storia: i resti della casa galleggiante di "quelli di Sospiro" tra San Daniele Po e Isola Pescaroli. Venne urtata in una giornata di nebbia da una chiatta

La magra del Po in corso in questi giorni (il fiume nel weekend si è assestato intorno ai 7 metri e 70 centimetri sotto lo zero idrometrico a Cremona, rimanendo ancora ad una sensibile distanza dalle quote record del 2022) ha restituito, ancora una volta, all’altezza dell’area compresa tra San Daniele Po e Isola Pescaroli, un pezzo di storia. E’ il relitto, evidente, di una storica casa galleggiante che un tempo sorgeva proprio sul Grande fiume. Casa galleggiante di cui si è in grado di pubblicare la foto messa a disposizione, di chi scrive queste righe, un paio di anni fa, dalla compianta Margherita Grandi, sempre molto viva nel ricordo di quanti l’hanno conosciuta ed apprezzata per le sue qualità di donna buona, sempre cortese, gentile e sensibile verso tutti. La foto d’epoca che si pubblica è stata un suo dono ed a lei è giusto, innanzitutto, dedicare il ricordo. La signora Margherita era parente dei proprietari di quel grande natante, i cui resti sono riemersi di nuovo, in questi giorni di magra. 

L’imbarcazione  apparteneva a persone della vicina Sospiro. Era composta da due barconi in cemento ancorati in parallelo, tra i quali era sistemata una piattaforma su cui era stata sistemata una casetta in laterizio abitualmente utilizzata, in passato, per ritrovi di pescatori, cacciatori di anatre e amici del Grande fiume, per merende conviviali, partite di briscola e quattro chiacchiere in compagnia, direttamente sul fiume. La sua fine è stata decretata in una nebbiosa notte di diversi decenni fa, quando una bettolina in transito, a causa proprio della bruma che avvolgeva il fiume, l’ha speronata. Per il barcone non c’è stato chiaramente nulla da fare, si è inabissato portandosi via ricordi, momenti indimenticabili sul fiume e istanti di vita della gente del Po. Oggi è ancora lì, “ancorato” per altro da una struttura metallica fissata alla riva, finito contro la massicciata del Po e, da decenni, continua a modo suo a “vegliare” sul fiume e sulla sua gente, in silenzio, da autentico, silenzioso ma tenace baluardo del Po. I responsabili del natante erano pressoché tutti di Sospiro e si trattava di Renato Arcari, Andrea Grandi, Ernesto Ballasina, Salverino Grandi, Carlo Bresciani, Ricchetto Grandi Romano Abruzzi. Margherita Grandi, a cui va di nuovo  il Grazie di chi scrive queste righe e, sicuramente, di tanti uomini e donne del Po appassionati e cultori della storia, e delle storie, dei nostri territori, per la disponibilità e l’attenzione riservata, era la sorella di Andrea Grandi e la cognata di Ernesto Ballasina. Il luogo, per lo più, era frequentato da pescatori, cacciatori di anatre, appassionati del fiume: tutte persone che, per altro, all’epoca si occupavano di tenere in ordine le sponde del Po. Poi la fine improvvisa; l’incidente con la bettolina, l’inabissamento nel Po, la fine di una epopea. Ma non della storia perché quella, anche se in modo diverso, continua ad essere scritta su entrambe le rive del fiume, ogni giorno, in ogni tempo ed in ogni stagione.

Eremita del Po

Paolo Panni


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