31 marzo 2024

Documenti Usa. Maggio 1945, quando i militari americani a Cremona puntarono sull'industria di via Aglio per produrre "l'insulina Negroni"

Ancora documenti straordinari sulla storia di Cremona dai file desecretati del Comando Americano in Italia nel 1945. La ricerca di Marco Bragazzi.

E' una azienda che diede vita ad uno tra i più famosi ritornelli pubblicitari italiani di sempre, cantato in tutto il mondo. La canzoncina “Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni vuol dire qualità” divenne uno slogan che non si fermava solo ai salumi prodotti a Cremona ma che portò diversi artisti ad utilizzare parte del ritornello per scrivere canzoni o canticchiare una frase che ha fatto la storia di una azienda.

Quel motto dagli anni '60 offri una visibilità mondiale al salumificio Pietro Negroni, un jingle che si sposava perfettamente con le coloratissime e bellissime locandine, spesso a firma di pubblicitari rinomati, o con gli spot interpretati dall'ex dipendente del salumificio Ugo Tognazzi. La Negroni è parte della storia della città di Cremona, sia come azienda con i suoi prodotti i quali, con il passare dei decenni, si affermavano sempre di più sia come punto di riferimento di un sistema produttivo locale ma anche come una realtà guardava alle tavole di quasi tutto il mondo. La Negroni viveva su scelte imprenditoriali lungimiranti, volte al miglioramento della vita dei cremonesi in primis, ma attuate per trasferire lo sviluppo di nuove tecnologie o metodi di comunicazione che diventeranno un punto fermo nella storia del marketing. Sono tantissimi gli archivi nel mondo dove compaiono le famose locandine, immagini frutto di una visione moderna, immediata e di certo gustosa, dei salumi che venivano lavorati negli edifici all'incrocio di via Agostino Aglio. La Negroni, però, non è stata solo azienda di salumi, oltre al benessere del palato ha lavorato e sviluppato tecnologie per il benessere delle persone in generale, ha lavorato per salvare vite o rendere più apprezzabile la vita di molte persone, a Cremona come in una parte del mondo.

Nel maggio del 1945 gli Alleati sono in città, prendono possesso degli edifici chiave per il controllo delle attività locali, di qualsiasi tipo, e cominciano a decidere come gestire la vita quotidiana delle persone. La Pietro Negroni offre al Comando Alleato i suoi stabilimenti, ma soprattutto i suoi laboratori chimici e di ricerca, per produrre medicinali; non c'è da stupirsi, in via Agostino Aglio l'azienda che più di ogni altra rappresenterà le specialità cremonesi nel mondo produceva diversi medicinali, fin dalla fine del 1944, ma le linee produttive erano ridotte e limitate a causa del ridotto accesso ai reagenti e ad altri ritrovati chimici necessari nei processi di sintetizzazione.

Gli Alleati sono increduli; chiedono subito chiarimenti alla azienda e, dato che la cosa li interessava parecchio, sono rapidissimi nel trovare in giro alcuni il necessario per cominciare a sfornare diversi medicinali. Il prodotto cardine tra quelli che uscivano dei laboratori Negroni era l'insulina, ormone necessario per regolare i livelli di glucosio nel sangue la quale, in quegli anni, veniva estratta dalla lavorazione degli animali.

Per facilitare i processi di sintesi e sviluppo dei medicinali il Governo Alleato si assicura di far avere anche tutto il necessario per la sterilizzazione delle aree destinate alle lavorazioni farmaceutiche; non è un passaggio da poco pensandoci bene, nell'estate del 1945 il sapone era merce rara, i militari alleati lo distribuivano ai cittadini con il contagocce ma, oltre agli ospedali, a Cremona il detergente veniva consegnato in buona quantità nello stabilimento del salumificio. In poche settimane la Pietro Negroni diventerà uno dei punti fondamentali della produzione di vari medicinali in tutto il nord Italia, gli Alleati decidevano la distribuzione nelle varie Provincie, i prefetti si occupavano di farli arrivare ai medici condotti o negli ospedali. A Cremona cominceranno ad arrivare zucchero, acidi, eccipienti ed altri prodotti necessari per la produzione farmaceutica della insulina ma non solo: da Cremona uscivano fiale di gastroepatina, chetocolina, postipofisina e medicinali per la tiroide. Gli Alleati arriveranno a chiamare l'ormone per il glucosio come “Insulina Negroni” per poi destinarlo ai vari Comandi delle città italiane oltre che alle truppe presenti nella penisola. Ma la rinascita di parte della farmaceutica post bellica italiana coinciderà con l'aumento dei costi di produzione; dal giugno 1940 al giugno del 1945 l'aumento dei medicinali prodotti a Cremona subirà un incremento del 250% rendendo necessario un intervento del Governo Alleato sui prezzi di alcuni prodotti per la trasformazione e lavorazione dei farmaci.

A Cremona, zona via Aglio, non venivano prodotti non solo salumi ma anche il necessario per il benessere delle persone, una scelta importante dopo una guerra che, prima di tutto, aveva di certo limitato l'accesso a farmaci. La Pietro Negroni è parte della storia di Cremona, ma il suo lavoro, così come le sue tecnologie, divennero fondamentali in quasi tutta Italia. (2-continua)

Marco Bragazzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


PierPiero

31 marzo 2024 07:22

Non conoscevo, e non credo di esser l'unico, questo aspetto della (ex) nostra industria cittadina.
Grazie per averlo portato a conoscenza di tutti.

ennio serventi

31 marzo 2024 10:44

nessuno a Cremona si è preso la briga di mettere su carta la storia delle fabbriche che ebbero, qui, insediamento. Il lavoro di chi ha provato non ha dato i riscontri sperati. Alcune ricostruzioni, basate prevalentemente sulla memoria e testimonianze, nelle quali non mancano riferimenti a documenti, sono rimaste nel cassetto . Spesso le ricostruzioni storiche giornalistiche di quegli opifici denunciano scarsa ricerca. Assente totalmente, in queste, un sia pure larvato accenno a chi in quella fabbriche vi ha lavorato. Le vicende dei lavoratori non interessano gli estensori mentre nomi ed attributi elogiativi vengono dispensati abbondantemente per direttori e dirigenti sempre riportati graficamente in neretto. Un merito a Bragazzi per aver scoperto una produzione della quale non c'è memoria.