Domani sera la processione del Corpus Domini cambia itinerario. Ma nella storia dell'evento è già successo più volte. Ecco quando
Quest’anno la celebrazione del Corpus Domini non avviene in Cattedrale visto che il Duomo, dal 13 a al 17 giugno, rimarrà chiuso al pubblico. Alle 21 il vescovo Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia nella chiesa cittadina di Sant’Agata. Dopo le comunioni tutti i partecipanti saranno chiamati a mettersi in processione dietro al Santissimo Sacramento per le strade della città. Percorso corso Garibaldi, il corteo raggiungerà la chiesa di San Luca, dove vi sarà l’esposizione del Santissimo Sacramento e un momento di adorazione che si concluderà con la solenne benedizione eucaristica.
D’altronde la processione, fin dai tempi della sua introduzione nel corso del XVI secolo, ha sempre seguito un percorso prestabilito, diverso ogni anno. Nel 1571, ad esempio, partita della cattedrale, la processione aveva percorso via Solferino, poi corso Mazzini sino all’altezza delle due colonne dove aveva girato in via Gerolamo da Cremona, piegato poi in via Speciano, aveva imboccato corso Pietro Vacchelli varcando porta Romana per poi costeggiare le mura lungo via Gaspare Pedone fino a Porta Mosa, doveva era rientrata in città lungo via XI Febbraio, percorrendo poi via Platina e via Patecchio, attraversato il cortile del palazzo comunale fino a raggiungere piazza Stradivari, via Baldesio e di cui la Cattedrale. Nel 1612, invece, dalla Cattedrale la processione si era diretta in via Baldesio sino all’angolo di corso Vittorio Emanuele, aveva piegato in via Verdi, corso Campi, svoltato in via Cesare Battisti, proseguito in via Robolotti per poi svoltare a destra in via Aselli fino a corso Mazzini, via Mercatello, largo Boccaccino e piazza del Duomo. Difficile dire se la processione esistesse prima del Cinquecento, dal momento che il suo uso divenne costante solo dopo il 1501, quando a Roma venne fondata la Compagnia del Santissimo Sacramento presso la chiesa di San Lorenzo, in risposta agli attacchi della riforma protestante al culto eucaristico, anche se il culto del Corpus Domini risale ai tempi di papa Urbano IV nel XIII secolo.
La processione era particolarmente solenne ed il Comune ne garantiva il corretto svolgimento attraverso una serie di disposizioni, eliminando tutto ciò che ne potesse costituire un intralcio. La festa iniziava il giovedì della settimana di Pentecoste con la pubblicazione dell’itinerario della processione, esposto sull’arengario del palazzo comunale.
La caratteristica principale era il grande dispendio di tele, panni ed arazzi che, tesi da una casa all’altra lungo tutto il percorso, dovevano costituire una sorta di galleria coperta a protezione del lungo corteo. La spesa era interamente sostenuta dai mercanti e doveva rappresentare una onere considerevole se nel 1773 questi supplicarono le autorità austriache di essere sollevati da un tale impegno economico. “E tutto il popolo, i nobili e il Clero - ricorda Giovanna Gregori Maris -un po’ per convinzione, un po’ per forza viste le multe comminate agli assenti, la domenica della festa, che era stata preceduta il sabato dai vespri solenni, erano pronti fin dal mattino presto davanti alla Cattedrale per sfilare in processione ciascuno con il proprio cero in mano. Il maestro delle cerimonie e un notaio, dal canto loro, provvedevano a prendere nota di tutti gli ecclesiastici presenti onde poter adottare i provvedimenti disciplinari del caso contro i «contumaci»". Il clero, che doveva sostenere la parte del leone, “preceduto dalle Confraternite e dai fanciulli della Dottrina Cristiana, comprendeva, secondo la descrizione del Bresciani, un notevole numero di persone: 13 ordini monastici o conventuali, tutto il clero secolare preceduto dai rispettivi parroci della città ciascuno con la propria croce, il Capitolo dei Canonici della Cattedrale più i Cappellani scortati da sette suonatori di strumenti a fiato, i chierici del Seminario, i Mansionari e gli Abati, due accoliti portavano la Croce d’Argento, 25 canonici «apparati con tonicelle, pianete, e pluviali secondo li gradi loro». Accompagnavano il clero due cori di musici. Seguivano le autorità civili scortate da «4 servitori della Città, con Torcie grossissime». E, infine, il SS. Sacramento portato dal vescovo «sotto un baldacchino di tela d’oro, e d’argento, guarnito di trezole, e frange d’oro, con otto aste» portato a turno dai canonici, dai governatori della città, dagli abati, dal clero, secondo le direttive del maestro delle cerimonie. Seguivano tutte le autorità cittadine e, infine, il popolo”.
Prima di rientrare in cattedrale il vescovo benediceva il popolo mentre sull’arengario si esponeva il percorso per la processione che il giorno dopo si sarebbe celebrata, con le stesse modalità, lungo le vie della parrocchia di Sant’Agata. Dunque, anche la scelta obbligata di celebrare la tradizionale processione del Corpus Domini nella chiesa cittadina di Sant’Agata, rientra a buon titolo nella tradizione.
La foto di Ernesto Fazioli è di una processione del 1950
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commenti
michele de crecchio
15 giugno 2022 13:50
Sbaglierò, ma la scelta di far partire la tradizionale processione da Sant'Agata, anziché dal Duomo, sembra, in qualche modo, un goffo tentativo di "risarcire", almeno in minima parte, tale chiesa dello sgradevole e incolto affronto recentemente alla stessa arrecato, strappandole l'opera d'arte storicamente più importante che vi era custodita da secoli (la celeberrima "tavola di Sant'Agata") per relegarla nel museo diocesano, dove oggi può essere venerata solo "a pagamento". La tavola originale è oggi sostituita in Sant'Agata da una copia senza neppure che una chiara didascalia avverta chi l'ammira dell'avvenuta sostituzione.