22 settembre 2021

Due medaglie d'oro al Concorso Triennale Internazionale di Liuteria: al giapponese, ma cremonese d’adozione, Nemoto Kazune nella sezione violoncello ed al mantovano Guido Mariotto tra i contrabbassi

Cinque secoli dopo la nascita del violino e oltre 300 anni dopo Stradivari e Guarneri, Cremona incorona i migliori liutai del ventunesimo secolo. Le premiazioni, stasera (mercoledì 22 settembre ndr) al Teatro Ponchielli, del XVI Concorso Triennale Internazionale "Antonio Stradivari", una rassegna così importante da essere ritenuta l’Olimpiade della Liuteria, hanno visto assegnate due medaglie d’oro: al giapponese, ma cremonese d’adozione, Nemoto Kazune nella sezione violoncello ed al mantovano Guido Mariotto tra i contrabbassi.

Ancora una volta il Concorso si conferma occasione di confronto privilegiata tra costruttori di tutto il mondo. Elevatissima la partecipazione: sono stati ben i 261 liutai professionisti iscritti, di 35 nazionalità, e ben 341 strumenti. 280 tra questi, opera di 198 maestri, sono stati effettivamente ammessi alla gara.

“Se dovessi dire qual è la mia principale sensazione stasera – esordisce Paolo Bodini, presidente della Giuria - al termine del Concorso direi con sollievo: ce l’abbiamo fatta! Credetemi, non era scontato!  Abbiamo lanciato il Concorso ancora in piena pandemia, con molto coraggio e un po’ di sana incoscienza, pronti a bloccare tutto se le cose non fossero andate come speravamo. Ma siamo qua, insieme, in numero un po’ ridotto rispetto ad altre edizioni, ma certamene significativo per affermare che il Concorso Triennale è ancora il più importante al mondo.”

La manifestazione cremonese conferma in maniera forte e significativa che la liuteria contemporanea non si risolve in semplice manierismo ma vive una stagione storica assai fruttuosa, dove ogni costruzione, ancorché parta da un archetipo, esprime innegabili caratteri di modernità e innovazione.

È importante celebrare questa forma del saper fare in ambito culturale – scrive nel cenno di saluto l’Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia, professor Stefano Bruno Galli - perché mai come in questo momento la cultura si impone non solo come leva privilegiata per ricostruire la socialità disgregata dalla pandemia, ma anche come fattore di sviluppo. La cultura va correttamente intesa non come un prodotto, bensì come un fattore dello sviluppo”.

"Cremona è scrigno di bellezza - osserva il sindaco Gianluca Galimberti -  il Concorso si era aperto con il concerto dei giovani del Conservatorio, l'Orchestra Monteverdi, con gli strumenti premiati le edizioni precedenti. Ora maestri affermati suonano i vincitori di quest'edizione. A Cremona, dall'incontro tra interpreti e strumenti nasce bellezza sempre nuova. E' un risultato di tutta la città, perché solo insieme  possiamo interpretare la responsabilità della nostra storia. Il Piano di salvaguardia del Patrimonio UNESCO è proprio questo: tradizione, conoscenza e saper fare sono i futuro della città. Stasera lo celebriamo la grandezza di una tradizione unica, la forza del presente, l'opportunità del futuro. E offriamo, condividendolo, questo patrimonio al mondo, perché in fondo tutti i liutai del mondo sono un po' cremonesi".

Ad una partecipazione tanto numerosa è corrisposto un livello qualitativo altrettanto elevato. Così, benché il regolamento imponesse parametri severi affinché la medaglia d’oro fosse assegnata solo agli strumenti che avessero raggiunta l’eccellenza tanto nella qualità artigianale quanto nella resa sonora, sono stati riconosciuti ben due primi premi.

A giudicare gli strumenti è una Giuria d’eccezione composta dalla violista Diemut Poppen (DD), dal contrabbassista Francesco Siragusa (IT), dal violoncellista Henri Demarquette (FR), dai violinisti Dan Zhu (CN) e Edorado Zosi (IT), e dai liutai Ulrike Dederer (CH), prima donna a vincere una medaglia d’oro nella storia del Concorso, Carlo Chiesa (IT), Joseph Grubaugh (US), Simeone Morassi (IT), Yuri Pochekin (RU).

Per loro un compito difficilissimo: tradurre in parametri estetici oggettivi quanto ad uno sguardo superficiale potrebbe sembrare una valutazione di mero gradimento personale. È un’operazione complessa, che richiede sensibilità e professionalità particolari. Tale esame, pur abbondando modelli di riferimento e letteratura critica, necessita di una continua messa a fuoco per adeguarsi contiguamente alle aspettative di costruttori, musicisti, compositori. Violini, viole, violoncelli e contrabbassi in gara testimoniano, attraverso l’ampia proposta di soluzioni tecniche e formali, la vivacità eclettica e l’attualità dell’arte di costruire strumenti ad arco.

Mi piace sempre ricordare – conclude Bodini - che il Concorso, qualunque concorso, non è un giudizio assoluto, non è la verità scolpita nella pietra (ammesso che tale verità esista), ma è il frutto di un lavoro di donne e di uomini che portano con sé il loro bagaglio di esperienza, sensibilità, gusto, cultura, che in fatto di liuteria e musica non sono cose da poco. È giusto e naturale che ci siano diversità di giudizi e di opinioni. Dobbiamo accettare e contemperare queste differenze per quanto umanamente possibile, purché queste si confrontino con onestà intellettuale, reciproco rispetto e desiderio di comprensione”.

Ogni strumento racconta storie di lavoro, passione, studio. A maggior ragione quelli premiati con medaglia d’oro. Nato in Giappone nel 1991, Kazune Nemoto, autore del miglior violoncello, si trasferisce a Cremona all’età di 16 anni per frequentare la Scuola Internazionale di Liuteria – IIS Antonio Stradivari. Si diploma nel 2012 sotto la guida di Massimo Ardoli. Nei sei anni successivi collabora con il Maestro, nella sua bottega, perfezionando la propria formazione. Nel 2018 apre il proprio laboratorio, a Cremona, in via Palestro 28, con il maestro Francesco Toto. La sua carriera è scandita da premi e riconoscimenti in concorsi internazionali. Proprio per aver scelto l’Italia come Paese per la propria crescita artistica e professionale merita pure il premio “Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte”.

Per Guido Mariotto, autore del miglior contrabbasso, la passione per la liuteria sboccia in giovane età, quando inizia a frequentare il laboratorio del padre, il maestro Gianni. Dopo gli studi superiori, si dedica a tempo pieno alla costruzione ed al restauro di contrabbassi e violoncelli. Per perfezionarsi, frequenta la bottega di intaglio e scultura del maestro Gianni Massagrande. In seguito inizia a costruire violini e viole sotto la guida del maestro Mario Gadda. Il suo stile si ispira ai modelli mantovani di Stefano Scarampella e di Gaetano Gadda. Questo successo, peraltro ottenuto con il miglior punteggio assoluto, è il coronamento di un percorso trapunto di preziose medaglie d’argento e bronzo in precedenti edizioni del Concorso. Per lui anche il premio “Stauffer” per la migliore resa acustica.

Ad entrambe le medaglie d’oro, inoltre, CremonaFiere offrirà uno stand durante la prossima edizione di Cremona Mondomusica 2022.

Figlio d’arte anche il polacco Piotr Pielaszek, medaglia d’argento nella sezione violino e premio “Simone Fernando Sacconi” per il migliore tra gli “under 30”. Al terzo posto all’italiano Marcello Bellei.Per lui anche il premio dell’Associazione Liutai Polacchi per il miglior suono nella sezione violino. Menzioni d’onore per Marianne Jost, Fabienne Gauchet, Adele Sbernini e Marcelo Cavanna.

Tra le viole medaglia d’argento a Emilio Kusi Crabbé, belga residente a Taiwan; bronzo alla danese Noémie Viaud. Menzioni d’onore per Piotr Pielaszek, Philippe Mahu e Marco Osio.

Nella categoria violoncello completano il podio Alessandro Peiretti (Italia), secondo, e Marcin Krupa(Polonia) e Nagaishi Hayato, terzi ex aequo. Per quest’ultimo anche il premio “Pierangelo Balzarini”. Menzioni d’onore per Sebastian Ribes e Im Dong Pil. Tra i contrabbassi piazza d’onore per Gabriele Pralea mentre non è assegnato il bronzo.

Il Premio “A.L.I.” (Associazione Liutaria Italiana), gratifica l’impegno di Akira Takahashi e la sua capacità di aver realizzato uno strumento che “pur nel rispetto delle tradizioni della cultura italiana, reca segno dello studio, della ricerca, della progettualità e della personalità dell’artefice”. La splendida vernice del violino di Kang Soo Kyung le vale il premio “Giorgio Cè”, l’ottima scultura della testa del violoncello permette a Im Dong Pil di aggiudicarsi il premio “Ferraroni”.

Tutti gli strumenti in gara saranno esposti, fino al 10 ottobre nel Padiglione Andrea Amati del Museo del Violino. La mostra sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 11 alle 17, il sabato e la domenica dalle 11 alle 18. Inoltre saranno presentati sulla pubblicazione ufficiale del Concorso, una testimonianza autorevole e preziosa della liuteria del ventunesimo secolo.

Infine il violoncello e il contrabbasso premiati con medaglia d’oro entreranno stabilmente nella collezione di liuteria contemporanea del Museo del Violino. Il raffronto tra realizzazioni contemporanee e capolavori di Stradivari, Amati, Guarneri, è particolarmente interessante, perché permette di verificare quanto la tradizione, con i suoi modelli affermati, ed il normale percorso evolutivo si armonizzino nella costruzione di strumenti ad arco di alto artigianato.

 


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