Due spintori della Fagioli fermi davanti al porto, impossibilitati ad entrare per il "Madracchio" interrato. Slitta il trasporto eccezionale di un grosso trasformatore
Dopo i ripetuti saliscendi degli ultimi due anni lungo il Po, tra piene ordinarie e magre, si torna a parlare di problemi legati alla magra del fiume. Da questa mattina due spintori della ditta Fagioli sono fermi di fronte al porto di Cremona, impossibilitati ad entrare per effettuare un trasporto eccezionale, a causa di un problema dei fondali troppo bassi. Non è la prima volta che il mandracchio all’ingresso della conca di Cremona si “interra” e, questa volta, a farne le spese sono appunto i due spintori della Fagioli impossibilitati ad entrare in porto dove dovrebbero caricare un grosso trasformatore da portare poi sul Delta, destinato, così pare (condizionale d’obbligo) all’Africa. Un trasformatore che, per il suo grande peso, non può essere trasportato via strada (per i ponti ed i cavalcavia che dovrebbe percorrere sarebbe una prova con esiti disastrosi) e,l quindi, l’unica via è quella del trasporto via acqua. Ma, allo stato attuale, entrare in porto non è possibile per le due imbarcazioni che si devono occupare del trasporto eccezionale. Da questa mattina è al lavoro una draga che sta cercando di fare uno scavo al fine di permettere il passaggio degli spintori e, da indiscrezioni, pare che ne avrà almeno per tutto il pomeriggio e la sera, e forse anche per domani mattina. Una situazione che, ancora una volta, va ad aprire un tema caldissimo, e sarebbe meglio dire rovente, legato alla navigabilità del fiume. Più di una volta imbarcazioni commerciali e turistiche, a causa dei problemi dei fondali, si sono insabbiate o, comunque, hanno avuto problemi o, peggio, hanno dovuto rinunciare ai loro passaggi sul Po per “impraticabilità di fiume”. Come ampiamente noto è annoso lo scontro tra chi vorrebbe un fiume canalizzato a quindi navigabile tutto l’anno e chi lo vorrebbe a corrente libera. Discussione che, al metto degli scontri tra le parti che più volte si sono accesi, ad oggi non ha portato a nulla e, come al solito, i problemi si preferisce evitarli anziché affrontarli. Resta infine una grande domanda: rispetto alla totalità della popolazione a quanti interessano realmente i problemi del fiume, un tempo fonte di vita ed oggi, per i più, forse, uno “sconosciuto” che transita nelle nostre terre e corre via verso il mare?
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