Efficacia dei vaccini, ecco i dati dell'Ats Valpadana. Nell'ultima settimana rischio quintuplicato per i non vaccinati
Sono oramai sempre più evidenti ed incontrovertibili i benefici della vaccinazione anti Covid-19 in termini di riduzione del rischio di infezioni e ricoveri; i dati, sempre più consolidati, dovrebbero spingere anche i più scettici a riconoscere la sua importanza e ad abbandonare ogni remora.
Al riguardo, in questa fase finale della campagna vaccinale nella quale le istituzioni sanitarie del territorio – con il coordinamento dell’Unità di Crisi regionale – stanno profondendo ogni sforzo per incrementare l’adesione e raggiungere i massimi livelli di copertura, l’ATS della Val Padana ha elaborato i dati relativi alle province di Cremona e Mantova per confermare e consolidare le evidenze di efficacia pubblicate a livello nazionale ed internazionale.
L’analisi è stata curata dal Dott. Marco Villa, Direttore dell’Osservatorio Epidemiologico dell’ATS.
“Per entrare nel merito del dibattito aperto sull’efficacia dei vaccini – esordisce il dott. Marco Villa – va innanzitutto fatto un piccolo passo indietro, prendendo come parametro di riferimento l’estate scorsa; rispetto all’estate 2020, che era iniziata dopo quasi tre mesi di lockdown che aveva consentito di azzerare la circolazione del virus e di svuotare reparti Covid e terapie intensive, il virus è mutato ed è diventato molto più aggressivo. Si pensi ad esempio che la variante Alfa (individuata per la prima volta in Italia a fine 2020) ha una trasmissibilità superiore del 37% rispetto al ceppo originario mentre la variante Delta (responsabile di oltre il 95% dei casi dell’ultimo mese) è caratterizzata da una trasmissibilità dal 40 al 60% più elevata rispetto alla variante Alfa. Inoltre, anche se manca una stima precisa del loro effetto sui ricoveri e sui decessi, secondo il censimento dell’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) queste varianti del virus hanno mostrato evidenze di un impatto sulla gravità della malattia.”
Al riguardo, un’analisi dei dati osservati in ATS della Val Padana mostra come l’epidemia sia in questo momento “trainata” dai soggetti non vaccinati: il 63% dei nuovi casi è da attribuire a soggetti non vaccinati, che costituiscono in questo momento il 27% della popolazione (in altre parole, quasi due terzi dei casi sono generati da poco più di un quarto della popolazione).
“In termini di incidenza, nell’ultima settimana i nuovi casi registrati sono stati 22 ogni 100.000 soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale, 28 ogni 100.000 soggetti con ciclo vaccinale incompleto e 95 ogni 100.000 soggetti non vaccinati; per quest’ultimo gruppo, quindi, il rischio è quasi quintuplicato rispetto ai vaccinati con ciclo completo. Applicando questi valori alla popolazione si deduce che se tutti avessero completato il ciclo vaccinale, avremmo avuto circa la metà dei casi osservati; al contrario, se non si fosse vaccinato nessuno, i casi sarebbero stati più del doppio rispetto a quelli ad oggi registrati.
Andando un po’ più indietro nel tempo, all’inizio dell’estate 2021 il virus era praticamente scomparso tra i soggetti che avevano completato il ciclo vaccinale ed era tenuto in circolazione dai soggetti non vaccinati. Le fasi finali dei Campionati Europei di calcio hanno poi probabilmente avuto un ruolo non trascurabile nell’incremento dei casi che si è osservato dall’inizio di luglio in tutti i gruppi di popolazione, ma in particolare nei soggetti non vaccinati.
Lo stesso andamento lo si osserva nei pazienti Covid ricoverati: da metà luglio in avanti c’è stato un aumento dei soggetti ricoverati, con tassi nettamente diversi tra vaccinati (mediamente 2 ogni 100.000 soggetti) e non vaccinati (oltre 10 ogni 100.000 soggetti, in preoccupante aumento negli ultimi giorni).
I dati di ATS della Val Padana - conclude il Dott. Villa - sono in linea con le stime di efficacia aggiornate ogni settimana dall’Istituto Superiore di Sanità; l’ultimo bollettino pubblicato sul sito https://www.epicentro.iss.it, mostra infatti che la vaccinazione (ciclo completo) riduce dell’80% il rischio di infezione, del 94% il rischio di ricovero e del 97% il rischio di ricovero in terapia intensiva e di decesso. È, peraltro, interessante osservare i dati anche da un’altra prospettiva: i livelli di incidenza osservati nei soggetti non vaccinati collocherebbero il territorio dell’ATS della Val Padana in zona gialla, a forte rischio di passare in arancio. Dopo tutti gli sforzi fatti, non credo sia quello che auspichiamo.”
“I risultati dell’analisi dell’Osservatorio Epidemiologico – dichiara il Direttore Generale di ATS, dott. Salvatore Mannino - confermano che anche sul nostro territorio il vaccino è realmente efficace nel contenere l’epidemia e nel ridurne l’impatto in termini clinici e di pressione sulle strutture sanitarie. Queste stime, di evidenza cristallina, contestualizzano e rendono tangibili anche a livello locale i benefici della campagna vaccinale già divulgati in altri contesti; mi auguro vivamente, nell’interesse delle nostre comunità, che esse possano rappresentare una leva decisiva di persuasione per coloro che – anche per effetto di un’informazione a volte fuorviante, quanto meno non univoca… – non si sono ancora vaccinati.”
Nelle foto l'hub vaccinale in fiera e il dottor Marco Villa
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