Era cremonese lo stampatore più importante del '500 nel Portogallo: Giovanni Pietro Bonomini. I suoi libri per la casa reale
C'era una volta un cittadino cremonese che aveva un sogno, un sogno molto diverso dai soliti, un sogno che apparteneva ad un mestiere antico e che avrebbe aiutato la società nei secoli a venire. Giovanni Pietro Bonomini era nato a Cremona nel XV secolo e il suo sogno era sempre stato quello di poter vivere grazie ai libri; faceva un mestiere antico Giovanni, un mestiere che era quello di portare conoscenza e immaginazione al maggior numero di persone possibili, con le parole o scritte sulle pagine. Bonomini non aveva di certo l'abilità con la penna tipica dei grandi scrittori ma sapeva leggere e capire molto bene e in Europa, nel 1500, cominciava ad ritornare il concetto che leggendo non si smette mai di imparare e di crescere. Bonomini in città è completamente sconosciuto, ma non si può dire lo stesso nel resto del mondo; la sua storia parte intorno al 1480 quando girava per la terre dove era nato, quelle del Ducato di Milano, lavorando come venditore di libri per il potente editore tedesco, ma veneziano acquisito, Johannes da Colonia. Il suo primo affare lo fa con un tomo per giuristi, il Digestum Vetus, 250 copie comprate per un'opera che era considerata la base per lavorare nel mondo del diritto, 250 copie da vendere dappertutto tranne che nel Ducato di Milano, nel rispetto dei patti di non concorrenza.
Giovanni comincia a viaggiare in Italia, nel 1484 è a Fabriano, nell'epicentro di quel mondo della carta che aveva nei libri la sua massima espressione, dove con Ugolino da Fabriano inizia a sviluppare il commercio di libri nei territori controllati dalla famiglia dei Medici; Firenze e Pisa sono le città dove arriva con nuove edizioni o raccoglie idee su prodotti già in commercio. Nella città del Ponte Vecchio apre una stamperia, comincia a lavorare sulla stampa e sui caratteri, conosce i libri, conosce la carta e conosce il mercato, sa leggere e capire e, tra le righe scritte con l'inchiostro, riesce ad immaginare subito il valore di un'opera. Giovanni con il fratello Francesco però non riescono a sviluppare il lavoro della stamperia, senza un editore che li tuteli sono costretti a vendere l'attività, ma per Bonomini questo fatto, invece di diventare un dramma, rappresenta la rinascita.
Nel 1491 è a Pisa dove rincomincia a vendere i suoi prodotti ai docenti dell'università, ma l'occhio e le orecchie del cremonese sono rivolte ben più a ovest, a quel paese che si affaccia sull'oceano Atlantico, un oceano che porterà da lì a poco nuove scoperte e nuovi mondi da scoprire. Cristoforo Colombo torna in Europa e per Bonomini è il momento di far fruttare l'impegno e la tenacia che aveva messo per decenni nel mondo dei libri, nel 1501 apre a Lisbona una stamperia rendendo il suo nome più affine all'idioma locale diventando così Joan Pedro Bonhomini. La sua rivoluzione la farà proprio nell'Impero di Re Manuele I, detto il Fortunato, perché Bonomini prenderà in carico di stampare in maniera completamente innovativa libri in latino e di grammatica portoghese, libri che verranno portati dappertutto, dal Brasile fino a Timor Est. Manuele I è affascinato da queste pagine sviluppate in maniera così innovativa da riuscire a coinvolgere le persone nel fascino profondo della lettura e Bonomini ripaga la sua fiducia dando vita a quello che è, tutt'ora, considerato una dei migliori lavori di stampa della storia portoghese.
Con la sua edizione del Sacramental di Don Clemente Sanchez il cremonese inserisce nel testo raffinati caratteri gotici ed eleganti inserti di colore rosso che renderanno l'opera unica e in grado di dare un nuovo corso alla stampa in tutti gli angoli del regno portoghese. L'affermazione per Bonomini arriva subito e Manuele I comincia a far lavorare Giovanni sia sulla stampa che sulla qualità della carta e delle rilegature. La rivoluzione cremonese era arrivata e avrebbe toccato ogni angolo del mondo dove le navi o le carovane portoghesi potevano arrivare. Nel 1514 Bonomini diede vita alla seconda edizione delle Ordonaçoes do Regno de Portugal, opera in cinque parti tutte pubblicate nel corso dello stesso anno, libro splendido considerato tra i capisaldi della storia culturale portoghese. Nella sua versione, fortemente voluta da Manuele I, Bonomini apporterà alcune modifiche volute dalla casa reale e il tomo, appena uscito dalla stampa, diventerà il fondamento del sistema giuridico portoghese, soprattutto a causa della necessità di gestire l'enorme espansione territoriale che l'impero stava mettendo in atto nel XVI secolo. Nelle sue edizioni la mano di Bonomini si riconosceva sia nei simboli introduttivi che nella raffinatezza del prodotto finale.
Durante la sua seconda giovinezza in terra lusitana Bonomini, scomparso nel 1526, trasferì nell'impero la sua cultura umanista sviluppata a Cremona e in Italia e, grazie alla sua attività, pose le basi per la diffusione della storia umanista portoghese contribuendo in maniera determinante allo sviluppo della cultura nelle varie parti dell'impero lusitano, tanto che le opere di Bonomini sono custodite negli archivi nazionali portoghesi e la figura dello stampatore cremonese viene studiata nei corsi di letteratura presso le locali università.
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