Fabrizio Bosso e i mille colori della sua tromba a Cremonajazz: dal virtuosismo più esasperato al romanticismo leggero
Si è tornati all’antico. Al classico. Al sempre raccontato nel mondo Jazz. Fabrizio Bosso, con la sua inseparabile tromba, è planato leggero al Festival cremonese, diretto da Roberto Codazzi, riproponendo e rileggendo il repertorio di sempre: da Ellington a Gillespie, e aggiungendo, alla performance, pezzi originali. Creazioni che segnano una fantasia esplosiva. Coinvolgente.
Al Museo del Violino è arrivato con About Ten, accompagnato, e così non poteva non essere, dalla mente musicale di questo progetto: Paolo Silvestri, altro artista formidabile e intelligente musicalmente che ha curato tutti gli arrangiamenti.
Bosso ha dimostrato, ancora una volta, di essere uno dei massimi interpreti del jazz nell’universo internazionale. Artista eclettico. Interprete che sa disseminare, in ogni pezzo, come in ogni frammento, mille colori espressivi. Dal virtuosismo più esasperato al romanticismo leggero. Quasi, a volte pastellato, dei momenti più ‘cantabili’ e più lirici. Quelli dove l’anima esce sempre a dettare la forza delle note.
Con Bosso, Julian Oliver Mazzariello, pianoforte; Jacopo Ferrazza, contrabbasso; Nicola Angelucci, batteria: il suo ‘quartetto’ storico. Nessuna sorpresa neppure in questo caso. Altra prova di grande raffinatezza. Esercizio fin troppo riuscito di intrinseco affiatamento mentale ed estetico, oltre che strumentale. Una macchina perfetta che ha creato, a ripetizione, emozioni intense. Capace di scrivere un’antologia di precisione tecnica. Di ricerca continua che fa della ‘variazione’ e dell’ ‘improvvisazione’: capisaldi totali di una maniera di ‘fare musica’ che ha pochi eguali Grande è stata l’energia di questi musicisti come eleganti e ricchi di swing i passaggi d’’insieme’.
Poi la compagine dei fiati con: Andrea Priola, tromba; Stefano Bergamaschi, tromba; Didier Yon , trombone; Lorenzo Simoni, sax alto; Sophia Tomelleri, sax tenore; Andrea Iurianello, sax baritono. Tutti ragazzi giovani. Tutti di grandissimo livello. Quasi impossibile trovare anche la benché minima sbavatura di intonazione. Interpreti di una rigida e ferrea armonia nel gestire le complessità ritmica del genere. Capaci di adeguarsi a un’amalgama sonora e uno stile interpretativo di uno dei massimi esponenti del mondo jazzistico. Davvero hanno sorpreso nella uniformità del suono: uno ‘strumento’ perfetto.
Il pubblico numeroso di Cremonajazz,che oramai conosce Bosso da anni, si è emozionato come e quanto la prima volta che lo ha ascoltato dal vivo. E gli ha tributato un vero trionfo. Meritatissimo.
Prossimo appuntamento, martedì 10 giugno (ore 21) protagonista il Francesca Tandoi Trio: con Francesca Tandoi, voce e pianoforte; Matheus Nicolaiewsky, contrabbasso e Sander Smeets batteria.
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