Gadget, ricariche, bollette e multe non bastano e le edicole chiudono. Una decina sono sparite, altre nove sono in vendita
Sei, in pochi anni, hanno già chiuso i battenti in città, altre tre sono in vendita. C’è chi sta in piedi per i gadget, chi per abitudine o nostalgia. Di certo la crisi delle edicole ha già investito Cremona da qualche anno. Una dopo l’altra, dal 2013 ad oggi hanno chiuso l’edicola sotto i portici della Camera di Commercio in via Baldesio, una delle due in piazza Libertà, l’edicola di fronte alla chiesa di Sant’ Agata e quella nei pressi del Torrione di via Ghinaglia, l’edicola di piazza Migliavacca al quartiere Cascinetto. Poco fuori Cremona, nella galleria del Centro commerciale Cremona 2 di Gadesco, la rivendita di giornali è stata trasferita nel supermercato. Altre tre edicole sono in vendita: la storica edicola ex Pirri in galleria 25 Aprile per pensionamento dell'attuale titolare, l’altra di piazza Libertà e l’edicola della stazione ferroviaria, chiusa dal Natale del 2018.
La crisi tocca anche gli edicolanti del cremasco: sono in vendita l’edicola di piazza Garibaldi a Soncino e le due di Spino d’Adda, un’edicola in centro a Crema e quella di via 4 novembre a Bagnolo Cremasco, e quella di via Roma a Monte Cremasco.
In realtà molti edicolanti non sono più in grado di resistere alla crisi della carta stampata. In italia in venti anni le edicole sono passate da 40.000 a 15.000. Pur avendo tentato di integrare gli incassi vendendo anche bibite e giocattoli, molti hanno ormai deciso di cambiare mestiere. Qualcuno sta puntando sul chiosco multiservizi: Sisal e Lottomatica, bollette e multe, ricariche telefoniche, convenzioni per il ritiro di pacchi.
Il governo ha cercato aiutare la categoria con un bonus una tantum di 500-1000 euro, nell’ambito del cosiddetto “decreto sostegni”. Il termine per presentare le domande è scaduto il 31 luglio. Potranno ricevere l’aiuto solo edicolanti che rispondano ad alcuni requisiti. Sono soldi che, secondo Andrea Innocenti, presidente dello Snag, il Sindacato nazional autonomo giornalai, dovranno essere destinati a “misure per la digitalizzazione e per l’acquisizione dei fattori abilitanti e per il rafforzamento delle forme di supporto alla rete di vendita”.
Condizione è che mantengano il 51% del business legato alla vendita di giornali.
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