Gaetano Ferragni e Ennio Zelioli Lanzini: due cremonesi alla prima seduta del Senato della Repubblica l'8 maggio 1948, settantacinque anni fa
L'8 maggio 1948 rappresenta una data storica per il nostro Paese, e in particolar modo per il Senato della Repubblica. Quel giorno, infatti, 75 anni fa, prende finalmente vita il nuovo Parlamento disegnato dai Padri costituenti e l'Aula di Palazzo Madama ospita la prima seduta del nuovo Senato repubblicano, il quale, a differenza del precedente Senato del Regno, è diretta espressione e rappresentanza della sovranità popolare, così come previsto dall'articolo 1, secondo comma, della nostra Costituzione. Alla prima seduta del Senato parteciparono anche due parlamentari cremonesi: Ennio Zelioli Lanzini, eletto nel collegio II di Crema, e Gaetano Ferragni, portato al prestigioso incarico da un vero e proprio plebiscito popolare nelle elezioni del 18 aprile 1948 nel collegio di Cremona. Ferragni proveniva da una casata di ferventi patrioti, ed era figlio di Luciano, sindaco di Cremona per tre mandati. Ferragni fu tra gli animatori del movimento clandestino cremonese e in seguito alla liberazione rientrò con entusiasmo nelle file socialiste, tornando immantinente nel consiglio comunale cittadino. Contestualmente ricoprì altri incarichi di responsabilità: fu consigliere della Banca Popolare di Cremona e presidente degli Istituti Ospitalieri di Cremona, funzione di cui si innamorò e in cui evidenziò al meglio la sua operosità. Per propria espressa volontà e impegno l'ospedale di Cremona fu tra i primissimi in Italia a reperire e somministrare la penicillina e la streptomicina, farmaci allora rari e costosissimi, la cui eccezionale presenza determinò il potenziamento del sistema sanitario locale. Dovette lasciare il prestigioso incarico l'11 settembre 1949 quando un infarto cardiaco lo costrinse a una lunga e forzata inattività. Dopo circa due anni di degenza Gaetano riuscì a riprendere, seppure limitatamente, le proprie attività politiche e professionali. Morì il 10 aprile 1954 in seguito a un successivo arresto cardiaco. Alla notizia della sua scomparsa la sezione del PSI di Cremona affisse per l'intera città manifesti listati a lutto nei quali si invitava chiunque volesse onorarlo a riunirsi intorno alla sua abitazione il giorno delle esequie. Una fiumana numerosa accompagnò la salma dell'onorevole, trasportata su un carro di terza classe ornato con un semplice cuscino di garofani rossi, secondo la sua espressa volontà.
Però è stato ancora uno Stefano Jacini, come il nonno quasi un secolo prima, ad inaugurare nelle vesti di ministro della guerra nel governo provvisorio Parri, dal 21 giugno 1945 all'8 dicembre 1945, la nuova Italia uscita dalla guerra. Jacini divenne poi Senatore nella I Legislatura, e, tra le altre cose, su invito di Ernesto Rossi, scrisse un importante opuscolo intitolato “Federalismo e autonomie locali”. Ma su tutti si staglia la figura di Ennio Zelioli Lanzini, da San Giovanni in Croce, presidente del Senato della Repubblica dall'8 novembre 1967 al 4 giugno 1968, durante la IV legislatura e componente di quel gruppo di Cattolici Democratici che hanno costituito la transizione fra il Partito Popolare e la Democrazia Cristiana. Dopo l'8 settembre 1943 Zelioli Lanzini, che durante il fascismo aveva mantenuto stretti contatti con l'associazionismo cattolico, entrò a far parte del Comitato di Liberazione Nazionale della Lombardia e fu tra gli organizzatori, a Cremona, del movimento di resistenza antifascista; per questa sua attività, nel 1944, fu anche arrestato dalla polizia fascista. Nel 1945, nelle convulse giornate che seguirono il 25 aprile, il figlio Bernardino fu ucciso in combattimento dalle forze armate tedesche in ritirata. Nell'agosto 1945 fu tra i fondatori delle Acli cremonesi di cui divenne il primo presidente; sul piano strettamente politico divenne subito un rappresentante di spicco della Democrazia Cristiana per conto della quale, su designazione del Cnl di Cremona, fu nominato presidente della provincia. Nel 1948 fu eletto senatore, sempre per la Democrazia Cristiana, nel II collegio di Crema, entrò nel comitato direttivo e successivamente divenne segretario del gruppo democristiano del Senato. Fu rieletto senatore, sempre nel collegio di Crema, per altre 4 legislature. Dal 1955 al 1957 fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Segni I e nel 1960 fu eletto vicepresidente del Senato. Dal 10 agosto al 29 dicembre 1964 supplì il presidente del Senato Cesare Merzagora, impossibilitato a svolgere il suo compito in quanto supplente del Capo dello Stato, e nel 1967 fu eletto alla seconda carica dello Stato dopo le dimissioni di Merzagora. Come presidente del Senato dimostrò equilibrio e capacità di governare un'assemblea spesso rissosa e difficile. Nel 1968 fu chiamato dal Presidente del Consiglio dell'epoca Giovanni Leone, a ricoprire la carica di ministro della sanità. Nel 1972 decise di non ripresentarsi alle elezioni politiche ritenendo di dover lasciare spazio a persone più giovani ed emergenti, dimostrando il suo disinteresse personale ed il suo spirito di servizio. A Cremona fu Presidente dell'Ente Fiera, che aveva contribuito a fondare e potenziare.
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commenti
ennio serventi
8 maggio 2023 14:22
Nella foto il signore con la grande barba bianca è Malagugini, pavese fu deputato per il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Tenne, a Cremona l'orazione funebre alla tumulazione di Ferruccio Ghinaglia ucciso dai fascisti pavesi il 21 aprile 1921.