Ha chiuso anche l'edicola di Porta Venezia. Era l'unica rimasta sul piazzale (angolo via Decia). In pochi anni una dozzina di rivendite giornali hanno cessato l'attività in città
Da sabato scorso ha chiuso i battenti un'altra storica edicola, quella di via Decia a Porta Venezia, di fronte alla Libreria delle Paoline. La proprietà è della famiglia Modeni-Santini e per oltre 40 anni è stato il punto di riferimento di piazza Libertà e dintorni. Fino al 2013 ha funzionato un'altra edicola all'angolo di via Trento e Trieste (poi rimossa nel 2015). Ora in zona ne rimane una sola in corso Matteotti. Da ieri è comparsa sull'edicola la scritta vendesi come su tante altre in città.
A fine anno chiuderà l'edicola di Peplis sotto la Galleria, su corso Cavour, mentre con l'estate ha cessato l'attività anche quella di via dei Classici-via Navaroli. In pochi anni sono una dozzina le rivendite dei giornali che hanno chiuso: sotto i portici della Camera di Commercio in via Baldesio, l’edicola di fronte alla chiesa di Sant’ Agata, quella nei pressi del Torrione di via Ghinaglia, l’edicola di piazza Migliavacca al quartiere Cascinetto. E ancora quella di Piazza Risorgimento (Porta Milano), di via Castelleone, di via degli Orti Romani, della Stazione, di Piazza San Paolo. E' sparita anche l'edicola al Cremona 2 di Gadesco.
La crisi della carta stampata trascina ovviamente le edicole. In Italia in venti anni le edicole sono passate da 40.000 a meno di 12.000. Pur avendo tentato di integrare gli incassi vendendo anche bibite e giocattoli, molti hanno ormai deciso di cambiare mestiere. Qualcuno sta puntando sul chiosco multiservizi: Sisal e Lottomatica, bollette e multe, ricariche telefoniche, convenzioni per il ritiro di pacchi.
La vita dell'edicolante richiede sacrifici, orari pesanti e pochi guadagni (nonostante alcuni interventi di sostegno governativi) e spesso, quando l'edicolante storico raggiunge la pensione, il chiosco chiude senza trovare un acquirente. Eppure il valore sociale e culturale delle edicole è importantissimo, come ha anche dimostrato una recente indagine del Sindacato degli Edicolanti (SNAG), purtroppo la chiusura delle edicole è un segno della desertificazione delle città.
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commenti
Patrizia Signorini
2 ottobre 2023 19:23
"il valore sociale e culturale delle edicole è importantissimo..." Certo, così come ogni bottega, ogni artigiano, ogni persona.
E infatti da decenni , piano piano ma inesorabilmente, il progresso di cui ci vantiamo ha fatto di tutto per annientarli. Sono sempre meno gli spazi che il sistema lascia a chi non ne fa parte, ovvio.
Luisa
3 ottobre 2023 14:09
Ma che giornale online io amo acquistare il mio giornale in edicola ne nasce anche un rapporto d:amicizia e così x i libri mi piace passare dalla libreria e scegliermi con calma quello che più mi attira ,amo ancora sfogliare pagina dopo pagina e anche rileggere se è il caso.
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Pierpa
3 ottobre 2023 19:11
In parte condivisibile l'assunto del leggere un libro, rileggere, ecc. Anche io amo i libri, ma li compro e li leggo se a priori penso di avere un minimo interesse/piacere/elevazione o altro in ciò che andrò a leggere. I quotidiani, pezzo forte dell'offerta delle edicole, sono ridotti oggi (secondo me, per carità) a diverse testate della medesima minestrina di regime, con l'aggiunta, per la stampa locale, dei necrologi.
Manuel
3 ottobre 2023 16:13
Tutto bello e nostalgicamente condivisibile quel che scrivete, ma i computer, i tablet, i cellulari sono diventati la quotidianità.
Che tale rivoluzione non provochi sconquassi o, semplicemente, cambiamenti, è impensabile.
Piuttosto rivalutiamo, rivitalizziamo le biblioteche e altri centri di aggregazione.