I diritti dei migranti secondo la Costituzione: l’incontro con l'arcivescovo Gian Carlo Perego all’Istituto Ghisleri di Cremona
In occasione dell’11° ciclo del progetto pluriennale Conoscere la Costituzione. Formare alla cittadinanza, mercoledì 5 febbraio presso l’Aula Magna dell’Istituto superiore Ghisleri di Cremona, si è svolto l’evento formativo finalizzato a promuovere la conoscenza della Costituzione e la sua pratica. Il progetto nato nel 2015, è aperto a tutti, ma si rivolge principalmente alla formazione di insegnanti e studenti delle scuole della Provincia di Cremona.
L’ospite dell’ultima giornata, dal titolo “A partire dagli articoli 3 e 10: i diritti dei migranti alla luce della Costituzione”, è stato Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara e presidente della Fondazione Migrantes, che da anni si dedica all’affermazione dei diritti dei migranti.
Introducendo l’incontro, la professoressa Daniela Polenghi, promotrice dell’iniziativa, ha portato alla luce alcuni dati riguardanti il nostro territorio, affermando che i migranti legalmente residenti nella Provincia di Cremona costituiscono il 12.1% della popolazione; di questi la fascia 0/14 pesa per il 21%. Nel Comune di Cremona costituiscono il 15% della popolazione, di cui 1440 nella fascia 5/14 anni. I principali paesi di provenienza sono europei, Romania e Albania.
Ha quindi preso la parola Monsignor Perego, che ha aperto il suo intervento ricordando l’articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». L’arcivescovo di Ferrara ha sottolineato di come fosse importante parlare di uguaglianza di fronte alla legge nel periodo post bellico, un atto fondamentale al fine di distaccarsi fermamente dalle ideologie razziste che avevano portato allo sterminio di milioni di ebrei. Tuttora però, ha ricordato Mons. Perego, il rischio di discriminazione resta una barriera importante: «Non ci sono solo discriminazioni legate all’ambito privato – ha affermato l’arcivescovo di Ferrara – ma sono presenti anche nel mondo delle istituzioni, in quanto trovano il loro fondamento nelle leggi, come ad esempio i bonus previdenziali e gli assegni familiari negati agli stranieri, per non parlare dei lunghissimi iter burocratici che non permettono al migrante di avere un permesso di soggiorno e quindi, banalmente una tessera sanitaria».
L’arcivescovo di Ferrara-Comacchio ha fatto quindi riferimento ad altri ambiti di criticità, tra cui quello legato alla libertà di culto («Lasciamo che vengano costruite sale slot nelle città, con 500mila famiglie indebitate, ma abbiamo paura di un luogo in cui la gente prega?» si è domandato, sconcertato, Mons. Perego parlando della norma che consente la costruzione di moschee solo in zone periferiche delle città). Non è mancato un affondo sull’emergenza della situazione carceraria. Secondo i dati riportati dal presidente di Migrantes: «A parità di reato commesso nove immigrati su dieci scontano al pena in carcere mentre per gli italiani la stessa percentuale sconta una pena alternativa. C’è un problema di giustizia – ha commentato Perego – non un problema di delinquenza».
L’intervento dell’arcivescovo ha poi affrontato l’articolo 10 della Costituzione: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici». Una norma che pone al centro quel diritto d’asilo, che invece appare contrastato da leggi che cercano di bloccare l’accoglienza del migrante. «Bisognerebbe ricordare che le persone che arrivano, non sono solo clandestini, criminali come vogliono farci credere. Sono persone che hanno delle competenze, delle qualità. Tra loro ci sono medici, ci sono ingegneri». Una sottolineatura approfondita dall’esempio di una situazione concreta vissuta proprio a Ferrara durante l’emergenza umanitaria attraversata dall’Afghanistan: «Erano state accolte 16 persone, tra loro anche un medico con due figli – ha raccontato – dopo dieci giorni in Italia gli è arrivata un’offerta dalla Germania di una casa per tre anni gratuita affinché potesse svolgere il suo lavoro di medico e così è partito. E in Italia abbiamo bisogno di medici!».
Ha poi concluso ricordando che «Il diritto d’asilo è un diritto fondamentale e invece che sostenerlo, stiamo assistendo in questo ultimo biennio 2023-2024 alla realizzazione di numerosi provvedimenti che lo indeboliscono».
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