I funerali solenni dell'ammiraglio Togo (1934), eroe di guerra giapponese. Vietato fare foto, le uniche due esistenti le scattò un cremonese
Guardate la foto, è quella del funerale dell'ammiraglio Togo (1934), un eroe di guerra giapponese. E' una delle uniche due esistenti del suo funerale con parata militare. Era vietato riprendere l'evento. Gli unici due scatti, sfidando i divieti, li fece un marinaio cremonese Angelo Valari. La storia la racconta Marco Bragazzi.
L'ammiraglio Heihachiro Togo osservava i movimenti della sua flotta dal ponte di comando della nave ammiraglia Mikasa. Siamo agli albori del XX e, nello stretto di Tsushima, piccolo passaggio marittimo quasi obbligato tra la Corea e il sud del Giappone, la flotta russa sta per essere spazzata via dalla marina del Sol Levante. La nebbia si è alzata nello stretto lasciando la marina dello Zar esposta ai rapidi movimenti delle navi giapponesi che ne affonderanno una buona parte mettendo fine alla guerra russo-nipponica e all'influenza di Casa Reale Russia nella penisola coreana. Togo fu, forse a sua insaputa, un pioniere nella guerra elettronica, l'eccellente ammiraglio aveva capito da subito l'importanza delle comunicazioni durante una battaglia ma, soprattutto, nella sua testa era chiara l'importanza di intercettare e disturbare i messaggi degli avversari. Una visione militarmente rivoluzionaria che offriva alle forze armate di tutto il mondo una nuova logica su come affrontare le battaglie sull'acqua. Angelo Valari è stato un cremonese un po’ fuori dal comune, nato in città nell’agosto del 1906, il 25 per essere precisi, a 15 anni e pochi mesi entrò volontario nella Regia Marina per imbarcarsi e vivere, dopo pochi lustri, un’avventura dai contorni incredibili. Per lui, nativo della pianura padana e che probabilmente aveva vissuto la passione della navigazione grazie al fiume Po, l’arrivo nella Regia Marina coincise con una carriera che lo portò in estremo oriente a bordo della prima nave esploratore nella Regia Marina, la Quarto. Angelo Valari, durante il suo periplo verso gli antipodi italiani a favore della tratta orientale, è stato in grado di catturare un paio di momenti veramente unici che, per gli appassionati del genere ma non solo, sono da mozzare il fiato. L’anno di quel viaggio in oriente è quello del 1934 e, durante il mese di maggio, la nave Quarto stava risalendo in Cina il Fiume Azzurro. Una missione ordinaria e volta a determinare alcuni rilievi cartografici della zona, una missione che cambierà radicalmente quando, a causa della improvvisa scomparsa a Tokyo dell’ammiraglio Togo, dal Ministero della Guerra partì l’ordine di presentarsi in tempo nella capitale giapponese per presenziare alla solenne cerimonia funebre in rappresentanza del Regno d'Italia.
Gli uomini della Quarto navigarono con la massima intensità possibile per attraversare il mar Giallo al fine di raggiungere in tempo Yokohama per presenziare alla cerimonia funebre dove erano presenti le forze armate di quattro nazioni. Di questa solenne cerimonia, l’ammiraglio Togo era considerato un vero e proprio eroe nazionale in Giappone, sono rimaste solo poche istantanee, ma il marinaio cremonese fu in grado di scattare due fotogrammi che immortalavano il passaggio del feretro dell’ammiraglio e il drappello della Regia Marina in alta uniforme che accompagnava la cerimonia. La rarità di queste foto è notevole perché, verosimilmente, non era permesso, se non in maniera ufficiale, scattare delle fotografie durante il passaggio del feretro e, inoltre, dopo i pesanti bombardamenti avvenuti sulla capitale nipponica nel 1945 buona parte del materiale visivo della cerimonia era andato perso. Angelo Valari era un Capo di prima classe a bordo della Quarto, l’equivalente di un maresciallo capo per l’esercito, ed era un caldaista specializzato nel mantenimento delle macchine del natante.
L’impresa umana e fotografica del maggio 1934, con tutti i suoi contorni, è da incorniciare, in quanto la nitidezza delle immagini, nonostante i mezzi fotografici di allora e la necessità di non interferire in un momento così solenne per le forze armate nipponiche, risulta notevole così come l’intensità degli scatti che hanno catturato i due momenti più importanti della cerimonia. Ma oltre all’aspetto fotografico all’equipaggio della Quarto, tramite l’ordine del giorno n° 220 del 6 giugno 1934, venne inoltrato un elogio formale soprattutto dedicato al gruppo di macchinisti che, in soli quattro giorni, avevano portato la nave esploratore dal cuore della Cina alla costa del Pacifico in Giappone nonostante le condizioni climatiche avverse. L’equipaggio della Quarto contava in totale circa 330 persone tra ufficiali, sottufficiali e marinai, di questa rappresentanza una piccola parte partecipò in veste attiva alla cerimonia e tra questi, molto probabilmente, solo Angelo Valari ebbe la possibilità di immortalare quello l'ultimo storico momento di quel ammiraglio che aveva progettato e sviluppato l’ammodernamento della flotta del Sol Levante. La nave Quarto dal 1933 al 1935 fu dislocata in Estremo Oriente, dove toccò paesi come la Corea, la Cina e il Giappone, diventando sede di quel Comando Navale che rappresentava l'Italia nelle aree più orientali del mondo. La nave Quarto venne radiata e destinata alla demolizione nel 1939, ma il suo motto “Ho confidenza in Dio e nel coraggio”aveva accompagnato e tutelato il suo equipaggio portandoli a rappresentare la Regia Marina per l'ultimo saluto di quel ammiraglio che era presente su ogni trattato navale. Il capo macchina Angelo Valari tornerà alla vita civile nel 1940, trasferendosi in provincia di Milano per lavorare alla SNIA Viscosa fino alla pensione mettendo a frutto sulle caldaie della fabbrica l’esperienza maturata sulla Quarto. Durante la permanenza nei quadri della Regia Marina il capo Valari avrebbe avuto modo di rivedere Cremona, ma come calciatore e non con la casacca grigiorossa ma con quella della squadra della Regia Marina Militare.
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