La processione del Corpus Domini da S.Agata a S.Luca. «Un pane essenziale per la vita» ha detto il Vescovo. "Ogni anno potrebbe cambiare percorso"
Ieri sera il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha presieduto la celebrazione della solennità del Corpus Domini con la Messa nella chiesa cittadina di Sant’Agata, seguita dalla processione fino alla chiesa di San Luca, dove è terminata con l’adorazione eucaristica.
I membri del Capitolo della Cattedrale hanno concelebrato insieme a molti dei parroci e dei vicari della città mentre hanno affiancato il vescovo di Cremona il vicario generale don Massimo Calvi e il vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale don Gianpaolo Maccagni.
All’inizio della Messa mons. Napolioni ha ricordato la particolarità di celebrare la solennità in una chiesa diversa dalla Cattedrale: «L’esigenza di essere qui è dovuta al fatto che in Cattedrale sono in corso i preparativi per i lavori che si realizzeranno nei prossimi mesi: questo gesto può avere un grande significato – quindi il vescovo di Cremona ha lanciato una proposta – in futuro potremmo vivere la solennità del Corpus Domini insieme in varie parti della città: ci penseremo con il vicario zonale e i parroci della città, perché c’è un centro nella Cattedrale, ma le strade, le periferie, i quartieri sono altrettanto membra vive del corpo di Cristo».
Nella sua omelia mons. Napolioni ha sottolineato l’importanza dell’Eucaristia nella vita quotidiana dei cristiani: «È proprio essenziale il pane di Dio: è nostro nutrimento e pane dell’anima, perché essa governi le altre facoltà umane rendendoci umani, fraterni, figli e fratelli: un pane dunque essenziale per vivere, per sperare e per essere uniti».
«Se tutti i giorni chiediamo questo mi viene da dire che è sempre Corpus Domini: questa è una legge della vita cristiana – ha quindi proseguito il vescovo soffermandosi sul senso delle festività cristiane – esistono le feste per trasformare la ferialità, esistono dei picchi nel momento in cui saliamo sul monte e facciamo l’esperienza di Dio per portarlo con noi in qualsiasi attività e gesto. Allora davvero Corpus Domini è ogni vita umana, in particolare ogni vita provata, sofferta; è ciò che ci trafigge il cuore perché constatiamo in noi stessi e attorno a noi la potenza del male. Il corpo crocifisso racconta una morte, una violenza scatenatasi su un innocente».
Nelle sue parole mons. Napolioni ha pertanto proseguito spiegando come il sacramento dell’Eucaristia può avere un forte ruolo di unità comunitaria: «È un corpo ferito, ma anche un corpo che si prende cura delle proprie ferite, delle ferite delle membra del corpo che è la Chiesa: un corpo comunitario, ecclesiale non perché facciamo l’appello, ma perché siamo qui comunque per tutti e con tutti con cuore grato perché ne abbiamo il privilegio, il tempo, la voglia, la salute di essere qui e questo ci responsabilizza a condividere il dono ricevuto con la capacità di diffondere il profumo buono del pane».
«Gesù dice pregando di non sprecare parole. Pensate se facessimo la processione in silenzio – ha voluto provocare il Vescovo – parlerebbe il mistero e la sfida di questo pezzetto di pane che coagula ancora uomini e donne, famiglie e sacerdoti. Generazioni diverse, ma tutti attratti, fortificati e trasformati da colui che è sempre con noi».
Infine, nella sua omelia il vescovo Napolioni ha ricordato il 125° anniversario della canonizzazione di sant’Antonio Maria Zaccaria: «Il percorso è stato deciso perché è semplice e comodo, però il Signore con la sua regia ci ha fatto riscoprire questo anniversario che noi ricordiamo anche perché questo santo cremonese ha voluto educare non solo i suoi figli alla devozione dell’Eucaristia, ma ha diffuso la pratica delle Quarantore, l’adorazione prolungata alla presenza del Signore».
Al termine della Messa è iniziata la processione lungo corso Garibaldi: i fedeli, le religiose, i ministranti e le autorità hanno accompagnato il Vescovo con l’ostensorio contenente il Santissimo Sacramento. La presenza del gonfalone della città e del sindaco Gianluca Galimberti è stata segno della partecipazione dell’intera comunità cittadina al momento di preghiera.
Arrivati nella chiesa dei padri barnabiti è quindi iniziato l’ultimo momento di preghiera con l’adorazione eucaristica: l’assemblea dei fedeli insieme al vescovo è rimasta in adorazione dell’Eucarestia accompagnata dal tradizionale canto del Tantum ergo e dalle intenzioni di preghiera, prima della solenne benedizione eucaristica. (www.diocesidicremona.it)
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