8 ottobre 2021

Il Barbiere di Siviglia ha inaugurato la nuova stagione lirica. Il brio di Gioachino Rossini per festeggiare il ritorno all'opera

Il brio di Gioacchino Rossini, dall'ouverture a tutto il primo atto, ci voleva per questo ritorno dell'opera. L'opera buffa più rappresentata al mondo ha così rotto il ghiaccio, riportando la lirica al Ponchielli in attesa che da lunedì tutti i posti possano essere occupati come previsto dalla nuovissima normativa. Insomma il Barbiere di Siviglia con la sua ouverture ben eseguita dall'Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da uno scattante Jacopo Rivani, i cori e le romanze più conosciute (“Una voce poco fa”, “Piano Pianissimo”, “largo al Factotum”, “la calunnia è un venticello”) sottolineate dagli applausi del pubblico sono sembrate una colonna sonora ideale di un quasi ritorno alla normalità. All'ingresso in platea due carabinieri in alta uniforme a rendere omaggio alle autorità (Prefetto, Sindaco, assessori) e l'apertura della serata con l'inno di Mameli sono serviti a dare solennità a questa prima.

L'opera è stata gradita dal pubblico (pur con alcune forzature di regia come la ingombrante grande creatura-toro di peluche, l'arcigna governante Berta con l'ascia o l'invasione di gatti), così come sono piaciuti i cantanti.

Il Conte d'Almaviva era Matteo Roma (1994), tenore con un acuto notevole e una buona coloritura. Diego Savini ha reso bene il burbero Bartolo apprezzato nella difficile esecuzione di “A un dottor della mia sorte” e con un'ottima presenza scenica, in alcune parti da attore consumato. Chiara Tirotta è stata una accattivante Rosina con una bella voce capace di virtuosismi da applausi (vedi “una voce poco fa”). Alberto Comes è stato un ottimo don Basilio apprezzato per l'aria “la calunnia”. Figaro era Gianni Luca Giuga, un barbiere intrigante che vaga per la città con un rasoio e un sacco di parrucche applaudito al termine della cavatina “Largo al factotum” per la sua bella voce e per la presenza simpatica ma mai ingombrante. La governante Berta, Tiberia Monica Naghi, etilista e gran fumatrice, ha mostrato bella disinvoltura scenica e capacità interpretativa con “Il vecchiotto cerca moglie

La regia di Ivan Stefanutti ha mostrato una Siviglia misteriosa, a tinte fosche, a tratti dark ma mai pesante. Belli e ricchi i costumi.

Le foto sono di Gianpaolo Guarneri/ Studio B12


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti