Il cremonese Tony Wolf, l'illustratore che ha fatto volare generazioni di bambini. Nello studio di casa, diede forma al suo magico mondo. Il sogno? Uno spazio a lui dedicato
Cinque anni fa, il 18 maggio 2018 se ne andava il cremonese Antonio Lupatelli noto in tutto il mondo come Tony Wolf, grandissimo illustratore celebre soprattutto per i libri sull'infanzia (per Fabbri e poi per Dami Editore). La nostra Michela Garatti ha incontrato il figlio, Luca, docente di greco al Liceo Classico
Non si pensi che illustrare libri per bambini sia un gioco da ragazzi! Sono curiosi, attenti, avidi di particolari e giudici intransigenti: lo sapeva bene Tony Wolf, uno dei più celebri illustratori di libri per bambini, e per questo le sue pagine sono un tripudio di dettagli e minuzie in cui perdersi e su cui indugiare con lo sguardo per non dimenticare nulla. Tutto rigorosamente fatto e colorato a mano.
«I bambini sono curiosi, guardano tutto e sono attratti dai particolari» era la convinzione che animava il lavoro e la passione di Antonio Lupatelli, vero nome dell’artista (perché definirlo solo illustratore sarebbe terribilmente riduttivo), nato a Busseto nel 1930 e trasferitosi da bambino a Cremona, dove rimase per tutta la vita con la moglie ed i tre figli.
E chissà che proprio la nostra città, che già vanta un centro fumetto di grande rilievo, in un futuro magari non troppo in là, decida di dedicargli uno spazio permanente, vista la caratura internazionale del genio di Lupatelli.
Scommetto infatti che tutti abbiamo o abbiamo avuto tra le mani almeno uno dei libri illustrati da Tony Wolf: ne sono stati pubblicati a centinaia, quasi impossibile contarli tutti. E quel tratto comune, quella capacità di caratterizzare ed animare tutti i personaggi, anche quelli minori, li riconosci a prima vista.
A Cremona Lupatelli si diplomò geometra e già a scuola iniziò a mostrare un talento innato ed irrefrenabile nel disegno, tanto che «spesso i compagni gli chiedevano di fargli dei disegni, degli schizzi, proprio perché il suo stile e la sua attitudine lo distinguevano da tutti gli altri» racconta il figlio Luca, professore di greco al Liceo Classico Manin.
Niente tavolette grafiche, ma corsi di perfezionamento per corrispondenza dopo il lavoro; non master o dottorati, ma una passione che lo portava a disegnare ovunque possibile, sui libri di scuola o sui giornalini del Circolo Zaccaria dei Barnabiti di San Luca. Una storia di altri tempi fatta di tanto lavoro e di aneddoti singolari, come l’incontro, a fine anni ’50, con i fratelli Dami (un decennio più tardi avrebbero dato vita all’omonima casa editrice), che da Milano venivano a Cremona con una moto tedesca recuperata durante la guerra. Poi il trasferimento insieme alla moglie a Londra per 6 mesi, senza sapere una parola di inglese, per una collaborazione con la casa editrice Fleetway come illustratore della rivista Jack & Jill. O ancora, quella volta che decise di vendere una tavola originale di Hugo Pratt per poter fare un regalo alla moglie.
Con il figlio Luca ripercorriamo quel mondo fatto di boschi incantati, gnomi, folletti, animali della fattoria, orsetti, tarocchi, principesse e creature magiche, disegnati e colorati rigorosamente a mano in centinaia di libri per bambini, migliaia di tavole realizzate con una ricchezza di particolari impressionante, dove ciascun personaggio -anche se solo una comparsa- è talmente caratterizzato da emerge in tutta la sua personalità.
Il suo mondo fantastico prendeva vita sulla carta nel suo studio, che per oltre mezzo secolo è stato testimone di ogni colpo di matita e pennello ed ancora oggi è rimasto come allora, con le tavole, i disegni ed il ‘caos’ dei grandi artisti. «Per noi bambini il suo era un lavoro come un altro, saliva nel suo studio la mattina, scendeva a pranzo e poi tornava di sopra fino all’ora di cena. Ogni tanto sbirciavamo quello che faceva, anche se in realtà non ci sembrava niente di particolare: era la nostra quotidianità. Ma poi crescendo abbiamo capito veramente il suo genio e la portata del suo talento» racconta il figlio Luca.
«Mio padre era un uomo tranquillo e modesto, pur essendo pienamente consapevole del proprio valore –racconta ancora il figlio- Non amava particolarmente viaggiare, ma aveva una grande passione per la montagna, dove andava sempre volentieri: fu un alpino ed infatti uno degli pseudonimi con cui si firmava era proprio ‘L’Alpino’»
E, per chi conosce i suoi libri, non è difficile immaginare Lupatelli come un attento osservatore, che scruta alberi, foglie, fiori, panorami per poi riprenderli nelle sue tavole ed arricchirli con la presenza dei suoi personaggi preferiti, gli allegri ed indaffarati gnomi dalle calze a strisce, con le gote rosse e paffute. «C’è un dettaglio di un disegno che ritrae un ambiente dove si vede un tronco con due grilli seduti sopra: ho riconosciuto subito quell’albero e quel panorama, erano un luogo in cui andavamo spesso in montagna e l’ho ritrovato in quel disegno».
Ma i disegni non devono solo essere belli, devono avere anche una finalità didattica per i piccolissimi lettori, che osservando possono imparare tantissime cose: «Ricordo una disegno in cui mio padre, per completare l’illustrazione, inserì anche la riproduzione dettagliata della sezione di un dirigibile: nel suo studio aveva numerose tavole di spaccati di navi, aerei ed altri mezzi, proprio per dare il massimo del dettaglio ai suoi disegni». Quei particolari che i bambini osservano e non dimenticano, perché non serve saper leggere per comprendere le storie che Tony Wolf ha illustrato: ogni tavola parla da sé e ci racconta il mondo fantastico a cui quest’uomo ha dato vita giorno dopo giorno, per tutta la sua vita. Per divertire, ma anche per incuriosire ed insegnare. Del resto, i bambini imparano così, osservano e ricordano, fanno mille domande e non dimenticano le risposte. Anche i piccolissimi, a cui erano destinati i libri di Pandi, che Lupatelli illustrava con la firma di ‘Oda Taro’, un nome che doveva ‘suonare’ giapponese, per una collana di libri per l’età prescolastica, caratterizzati da disegni molto semplici, con colori vivaci e linee pulite.
E poi, come non citare Pingu, altro personaggio di successo internazionale che ha attraversato i decenni, nato nel 1990 da un progetto svizzero di animazione in 3D, di cui Lupatelli curò invece la trasposizione grafica sui libri.
Ma il genio di Lupatelli non si espresse ‘solo’ nelle illustrazioni dei libri: celebri sono anche i suoi ‘Tarocchi degli gnomi’, la cui genesi è una storia singolare: «Mio padre conobbe un ‘mago’ che faceva l’illusionista sulle navi da crociera e che era appassionato di tarocchi.» Da qui quindi la decisione di disegnarne un mazzo dedicato alle sue creature preferite: gli gnomi appunto. Da buon cremonese però, disegnò pure un mazzo dedicato alla sua città, ossia i Tarocchi di Cremona, con personaggi come Mina, Monteverdi, Stradivari.
Un genio assoluto, caratterizzato da un innato talento, coltivato ed esaltato anche dalla sua personalità. Uomo di altri tempi e di altre esperienze, nato e cresciuto in un mondo così diverso dal nostro: ma i bambini, soprattutto i più piccoli, alla fine sono sempre gli stessi, hanno sempre le stesse passioni, curiosità, stupori e paure. Per questo i suoi libri non sono mai passati e non passeranno mai, il suo mondo è vivo nelle immagini che ogni giorno riempiono gli occhi ed il cuore di migliaia di bambini, e in fondo ognuno di noi, giovane, adulto o anziano che sia, ha ancora dentro di sé il bambino che è stato.
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commenti
Perati Giorgio - cell 3332304982
6 giugno 2023 19:43
L'articolo che ho appena letto è molto completo e dipinge molto bene il carattere di Antonio come illustratore. Il figlio Luca, ufficiale degli alpini, ha tralasciato di far conoscere l'attività artistica di Antonio, anche lui Tenente degli Alpini relativa al corpo degli Alpini. Io, per mia grande fortuna, ho avuto modo di operare molto bene con Antonio, e se la Sig.ra Garatti vorrà contattarmi, le illustrerò questo settore che è poco conosciuto. Cordiali saluti alpini