Il Ministro Sangiuliano: "Imprenditori del made in Italy pronti a salvare Villa Verdi"
Le guide turistiche non ci sono più. È uno degli eredi, Angiolo Carrara Verdi, a condurre il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nella villa acquistata dal maestro e compositore nel 1848 a Sant'Agata di Villanova, nel Piacentino. Una proprietà immersa nella campagna con un parco che supera i sei ettari e che, dopo una diatriba sull'eredità tra quattro fratelli (Angiolo che la abiterà ancora per poco, Mercedes, Ludovica ed Emanuela), dovrà essere messa all'asta dopo la decisione della Corte di Cassazione. La villa aveva chiuso i battenti lo scorso 30 ottobre, tra l'amarezza delle oltre 1.500 persone che in quel nel week-end l'avevano ammirata per l'ultima apertura al pubblico. Questa mattina è stata riaperta straordinariamente: il ministro, che già nei giorni scorsi aveva fatto sapere l'interessamento del Governo, su sollecitazione della Regione e delle forze politiche, affinché il "bene non vada in degrado", è intervenuto nelle Terre Verdiane di persona per ribadire "l'attenzione sulla vicenda, di questo museo: Verdi è una delle fondamenta della nostra Nazione, Verdi è un patrimonio di tutti quanti noi e di tutti gli italiani. Non è soltanto un grande compositore, ma per quella che è stata la sua biografia, la sua vita, per come è stato un protagonista del Risorgimento, credo sia doveroso prestare la massima attenzione". Ad accogliere il ministro c'era l'erede Angiolo Carrara Verdi che ha guidato la delegazione delle autorità locali tra le stanze museo della villa e anche tra quelle private che a breve dovrà abbandonare. Il ministro si è soffermato sugli ambienti esterni e i ricordi custoditi all'interno, i quali lo hanno "un po' commosso: quando ho visto la lettera con cui Cavour invitava Verdi a candidarsi a deputato, quando ho visto i biglietti da visita di Alessandro Manzoni, che è un autore che personalmente mi sta molto caro. Quasi mi venivano un po' di lacrime, lo devo confessare, nel vedere la prima edizione de I promessi sposi. Questo - ha spiegato Sangiuliano ai cronisti a fine visita - ancor più ci fa capire quanto sia un patrimonio di tutti quanti noi e quanto noi abbiamo il dovere di tutelarlo". Come si può intervenire ancora non li si sa, occorre vedere le decisioni del tribunale e poi si agirà ha chiarito il ministro.
Di certo, ha ribadito, che "questo debba essere un luogo aperto agli italiani, deve essere un'attrattività, anche internazionale, perché Verdi è un nome internazionale, Verdi e conosciuto a tutte le latitudini: le sue opere vengono rappresentate dappertutto, con la musica è nella testa di tutti quanti. Un luogo da salvare anche perché in alcune sue parti, purtroppo, è in stato di degrado" e a tal proposito il ministro avrebbe "ricevuto tante telefonate di grandi imprenditori del made in Italy che si sono resi disponibili a intervenire". Tra le proposte anche quella di mettere in scena un grande concerto e c'è già la disponibilità di alcuni importanti soprintendenti di teatri italiani, dalla Scala di Milano al Teatro dell'Opera di Roma, "ma credo che anche gli altri si uniranno a questa iniziativa: tenere, nel primo semestre del 2023, una serie di concerti verdiani, con la musica di Giuseppe Verdi, e far pagare il biglietto per consentire a tutti gli italiani che parteciperanno di finanziare quello che bisogna fare".
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