11 ottobre 2022

Il servitore di Stradivari al servizio di Sua Maestà. L'incredibile storia di Desmond Cecil, il diplomatico inglese con il suo inseparabile violino

Lord Robert Gayscone-Cecil marchese di Salisbury è stato un servitore, dopo i suoi studi ad Oxford, del Regno Unito e soprattutto della Regina Vittoria; un servitore che, come Primo Ministro per ben 3 mandati, ha sempre servito il suo paese e i suoi cittadini. Essere un servitore è cosa ben diversa dall'essere un servo, nel secondo caso la persona si limita ad eseguire senza discutere, nel primo il concetto di servire nasce dalla consapevolezza di avere un obiettivo comune e condiviso da raggiungere, obiettivo spesso più ampio del lavoro a cui si è preposti. Sherlock Holmes non aveva servi, la signora Hudson era la proprietaria della casa al 221B di Baker Street a Londra, il dottor Watson era il collega e compagno d'avventure del famoso investigatore e anche Holmes era un servitore di sua Maestà. Holmes aveva il talento della deduzione e della analisi scientifica, se servire la Corona d'Inghilterra era il suo mandato la chimica applicata alla logica erano i suoi strumenti, strumenti che usava per risolvere questioni che riguardavano l'intera stabilità del Governo o, semplicemente, il ritrovamento del gatto della vicina. Sherlock Holmes disponeva di strumenti raffinati nel suo laboratorio di chimica per il suo lavoro ma il suo strumento più importante era costato 55 scellini da un broker di Tottenham Court Road, un violino firmato da Antonio Stradivari da Cremona. James Bond lavora da sempre per il Servizi segreti di sua Maestà, un lavoratore efficiente e abile nel mantenere i rapporti con la diplomazia, sempre in giro per il mondo grazie ad una enorme conoscenza delle lingue straniere e ad un addestramento non solo militare ma anche di natura civile. L'aver capacità diplomatiche lo rendeva pronto nel dover discutere con un Primo Ministro straniero di questioni delicate, nel risolvere problemi con colleghi o nel parlare con Ursula Andress su una spiaggia caraibica, anche finendo in territori di guerra dove aveva la responsabilità di trovare un equilibrio per scongiurare la degenerazione di un conflitto. Bond ha attraversato e raccontato gli ultimi 60 anni della storia mondiale, da buon agente segreto è stato in grado di trovare e di rendere innocue quelle bombe atomiche che dai tempi della Guerra Fredda tengono sotto scacco gli equilibri mondiali così come dedicarsi allo sport sciando o seguendo il cricket. Sherlock Holmes e James Bond rappresentano, dai libri alla celluloide, quel primordiale sogno di moltissime persone di poter salvare il mondo da irreparabili disastri nucleari o di saper capire da dove arriva la sabbia rimasta sulla suola delle scarpe di un pericoloso criminale. Ovviamente i profili dei tre servitori, a vario titolo, della Corona inglese rimangono impressi e si tramandano grazie ai titoli nobiliari, all'inchiostro dei libri o al lavoro di grandi attori ma, leggendo uno scritto o guardando un film, appare chiaro che la fantasia supera ampiamente la realtà. Nella mente di tutti è chiaramente impresso il concetto che un film è un modo eccessivo nel rappresentare ciò che accade realmente, come potrebbe esistere una persona che studia in una tra le migliori università del mondo, suona il violino, è poliglotta, ha girato diversi angoli del globo, ha contribuito a mantenere e a sviluppare rapporti diplomatici e ha lavorato per la stabilizzazione degli armamenti nucleari? Una persona che abbia questo profilo semplicemente non esiste, non può esistere. Questa affermazione non è corretta, esiste eccome e molti cremonesi forse hanno avuto modo di parlarci insieme, ad insaputa del suo curriculum.

Nel 2004 arrivò in visita a Cremona un signore inglese con una enorme passione per i violini e la musica, questo signore era il pronipote di Lord Cecil Salsbury, aveva studiato chimica ad Oxford ma il suo sogno, e la sua carriera, cominciarono quando da adolescente prese in mano un violino. A Cremona il pronipote del Primo Ministro trasforma il sogno in realtà; nella città dei grandi liutai si presenta a Mondomusica incontrando il maestro Rostropovic, visita quelle strade dove secoli prima degli artigiani avevano cambiato e reso unico il suono del violino, incontra liutai e persone legate al mondo del commercio, discute e capisce quale siano i motivi di tanta fama, è il suo sogno adolescenziale che prende forma. Nelle sale espositive o nei bar del centro parla di musica e di suono degli strumenti con professionisti o semplici musicisti amatoriali il pronipote, perché dopo la sua laurea per qualche anno vive in Svizzera come violinista, il talento era tanto ma lo studio dello strumento è partito troppo tardi così nel 1970 più che la carriera da solista si aprirono le porte del Servizio Diplomatico di sua Maestà. Questo signore è poliglotta, parla quasi alla perfezione il russo e il tedesco oltre allo spagnolo e al latino, il suo lavoro parte subito oltre la Cortina di Ferro con residenza a Mosca, ma sono i primi anni '70 e il mantenimento dei visti per alcuni diplomatici era soggetto ai delicati equilibri dei rapporti con l'Unione Sovietica. Da Mosca viene spedito a Bonn, in Germania, dove le relazioni tra la Germania dell'Ovest e quella dell'Est erano sempre state molto difficili, il suo compito era di mediare per appianare le divergenze tra i politici facendo in modo di avvicinare i due paesi separati dal Muro di Berlino. Pacificazione e rapporti da riallacciare erano il lavoro di quel diplomatico inglese che viaggiava sempre con il suo fidato violino a seguito, lo strumento non era solo una passione per lui ma serviva anche per stabilizzare determinate relazioni professionali perché molti politici di alto livello sapevano suonare uno strumento e, come si sa bene, la musica è il vero linguaggio universale.

Alla fine degli anni '80 la Cortina di Ferro si sta diradando, il nostro protagonista ritorna in Russia e poi in Austria, giusto il tempo di vedere la caduta del Muro e finisce ad intrattenere rapporti diplomatici a Cuba con Fidel Castro per poi arrivare a Beirut e ritrovarsi in una crisi con ostaggi durante la guerra civile. Dai Caraibi ai Balcani per cercare di limitare gli effetti della guerra che ha insanguinava l'area per poi seguire lo sviluppo delle elezioni di vari paesi sudamericani. Nel 1995 decide di andare in pensione anzi no, viene incaricato di occuparsi delle bonifiche ambientali dei siti nucleari russi da parte della British Nuclear Fuel per poi affrontare il problema delle scorie nucleari dei sottomarini sovietici nel mare di Barents. Negli anni questo signore inglese incontrerà un altro violino, esattamente lo Stradivari “Cecil” del 1724, dal quale non si separerà mai, come Sherlock Holmes dal suo comprato per 55 scellini. Desmond Cecil, diplomatico inglese, ha servito la Corona inglese per decenni ma, nella sua autobiografia “Un servitore errante di Stradivari” (The wandering civil servant of Stradivarius), Desmond racconta la sua incredibile vita divisa tra la musica, Antonio Stradivari e la diplomazia di altissimo livello, perché dopo essere stato a Cremona nel 2004 lui stesso darà alle stampe il suo libro con il titolo che chiarisce già molte cose. Servitore, non servo del liutaio cremonese.

 

Marco Bragazzi


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