L'elogio del virtuosismo a Cremonajazz con la musica di Francesca Tandoi. Successo del trio al MdV, un'altra bella pagina della rassegna cremonese
Non è esagerare quando si dice che dentro la musica di Francesca Tandoi ci si perde amabilmente. Si ‘naufraga dolcemente’ in un universo parallelo dove mondi sonori avvolgono la mente e lo spirito. Ci sente come cullati da onde di emozioni. Di belle sensazioni. Di sentimenti che fluttuano dalla pace interiore ad una felicità leggera e spensierata.
Francesca Tandoi voce e pianoforte è arrivata alla decima edizione del Cremonajazz con altri due interpreti d’eccezione: Matheus Nicolaiewsky al contrabbasso e Sander Smeets alla batteria: il risultato è stato entusiasmante. E non solo per gli appassionati del genere, ma anche per coloro che hanno gusti e palati raffinati in tema di jazz. Un Trio che non è più una ‘sorpresa’ del mondo jazzistico; ma una realtà dalla quale non si può prescindere se si vuole costruire una rassegna che esprima il meglio di questo genere musicale.
E’ altresì superfluo parlare della tecnica di Francesca, se ne capisce il valore subito dopo qualche istante che ha iniziato a far cantare il suo pianoforte. Impeccabile. C’è poi il tema della creazione; un altro capitolo che è prezioso fiore occhiello della musicista romana. Uno swing che è stato definito ‘energetico’ ed ‘elegante’ , ma si potrebbe anche aggiungere ‘entusiasmante’ e ‘accattivante’. Ben degno di tutti coloro con cui Tandoi ha collaborato in questi anni da Scott Hamilton a Philip Harper. Da Darius Brubeck ad Anthony Pinciotti. Per terminare con Lee Pearson e Jason Brown.
Francesca non ha solo una prodigiosa capacità virtuosistica alla tastiera. Sa far vibrare una voce leggera. Patinata che, attraverso una musicalità superlativa, adatta anche ai chiaroscuri della musica jazzistica. Sa essere debitamente romantica. Quasi con sfumature crepuscolari laddove i pezzi si allontano dal comune perimetro dello swing. Affascina. In certi passi incanta.
Matheus Nicolaiewsky al contrabbasso e Sander Smeets alla batteria sono due partner musicali: semplicemente perfetti, in un Trio che ha tagliato il traguardo oramai dei dieci anni di attività. Non brillano solo di luce riflessa. Danno contributi fondamentali all’esecuzione. Smeets ha messo in mostra capacità funamboliche. Capacità estreme nel trattare ogni tipo di ritmo. Di sfumature di tempo e di ampiezza sonora della percussione. Ha regalato due ‘a soli’ con il pubblico praticamente incantato.
E tutti e tre hanno dimostrato di possedere con una naturalezza invidiabile la principale caratteristica del jazz: ovvero l’arte di improvvisare. E questa performance l’hanno chiusa proprio così con un pezzo composto al momento. Una sorta di ‘buona notte’ carica di emozioni.
Venerdi 20 giugno (ore 21) Cremonajazz chiuderà il sipario, su questa sua decima edizione, con un'icona della musica. Il pianista: Stefano Bollani con la sua performance ‘Piano solo’. Un titolo che riassume tutta la sua arte musicale, oramai osannata e riconosciuta in ogni dove. Un altro bel risultato della direzione artistica di Roberto Codazzi. Applausi anche a lui.
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