13 giugno 2025

In Marcia verso Gaza, fermata in Egitto anche l'ostetrica cremonese Tina Maffezzoni a cui hanno ritirato il passaporto. Protagonista di tante missioni umanitarie in Africa, è bloccata in aeroporto

"Bloccati all'arrivo in aeroporto, al Cairo, trattenuti senza spiegazioni dalle autorità locali". È la denuncia di Costantina Maffezzoni, ostetrica cremonese con tante missioni umanitarie in Africa e una delle attiviste lombarde che ha deciso di partecipare alla Global March to Gaza, una manifestazione pacifica che coinvolge civili e associazioni da tutto il mondo (7mila i partecipanti, secondo gli organizzatori): una marcia verso il valico di Rafah, porta di accesso alla Striscia, per chiedere la fine dei bombardamenti e del blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele.

Da diverse ore, però, le autorità egiziane trattengono, interrogano e in molti casi rimpatriano sistematicamente gli stranieri che atterrano nella capitale, in particolare quelli provenienti dall’Europa.

“Tutti gli stranieri che sono arrivati con il nostro volo sono stati messi in disparte. I passaporti sono stati ritirati, poi restituiti con il visto e poi ritirati nuovamente”, spiega Maffezzoni. “Hanno svuotato completamente i bagagli e ci fanno aspettare in una sala dell’aeroporto. Ci hanno vietato di andare in bagno”.

"Li fermano e sottopongono un documento da firmare”, confermano fonti del movimento. “Alcuni hanno già preso la via del ritorno in Italia, altri hanno deciso di restare. È tutto molto diverso da quanto ci era stato preannunciato. E comunque non risulta che l'Egitto abbia dichiarato la 'marcia' illegale".

Dunque la cremonese Tina Maffezzoni è tra i 15 italiani bloccati in Egitto durante la marcia per Gaza. Sono più di duecento gli attivisti di varie nazionalità arrivati in Egitto per partecipare alla marcia internazionale verso Gaza e sono stati bloccati in albergo o trattenuti all’aeroporto del Cairo così come ha dichiarato all’AFP Seif Abu Kishk, portavoce del collettivo organizzatore.

Le autorità egiziane bloccano la Global March to Gaza con fermi ed espulsioni di centinaia di attivisti internazionali, tra cui numerosi italiani.

La “Global March to Gaza” intendeva arrivare al valico di Rafah entro il 15 giugno. Lo scopo era quello di realizzare una grande marcia pacifica della società civile, quella che va avanti anche quando la politica si volta dall’altra parte, a cui hanno aderito 54 Paesi, tra cui l’Italia, questo è quanto riportato dalle Reti Solidali. 

Una situazione tesa. Secondo quanto emerge da fonti ufficiali, le misure restrittive hanno interessato sia gli arrivi agli aeroporti egiziani, sia interventi successivi presso strutture alberghiere al Cairo e di altre località dove i partecipanti sono stati indentificati dalle autorità locali.

Mentre attorno a Gaza i muri sono stati eretti e le porte sono state chiuse, mentre la striscia di Gaza è un luogo dove non entrano aiuti umanitari né per terra né per mare, c’è chi ha provato a superare questa chiusura.

La nostra connazionale Tina Mafezzoni è sicuramente una donna preparata e che da anni conosce il mondo. Potremmo dire una vita vissuta seguendo gli ideali in cui crede. Ha incontrato molte donne in tutto il mondo. Le ha incontrate in quella parte di mondo sempre più difficile rispetto ad altre. Donne forti, fragili, impaurite. Alcune stremate ma sempre pronte a rialzarsi. Tina Maffezzoni le ha soccorse per professione e per scelta. Ha lavorato come ostetrica in un consultorio e si è sempre occupata sia di donne italiane sia di straniere.

Agli inizi degli anni 2000 in Nepal si è prodigata per la formazione del personale locale sulla salute della donna. Da lì, non si è più fermata. Dopo la pensione ha seguito la strada di operatrice umanitaria. Ha cominciato ad interessarsi sempre più di migrazioni e dal 2007 si è unita a Medici Senza Frontiere. Con Msf è stata in Sud Sudan, Haiti, Congo. Tra il 2016 e il 2017 è stata nel campo Sant’Antonio a Ventimiglia. A Cremona nel 2009 ha fondato “Donne senza Frontiere”, associazione nata con l’obiettivo di essere di sostegno all’universo femminile; nel 2017 la Città di Cremona l’aveva candidata al premio regionale “Rosa Camuna” per la sua intensa attività umanitaria. Per conto di Medici Senza Frontiere, ha prestato la sua opera a Ventimiglia, in un ambulatorio di Confine per tutelare la salute di donne migranti in transito e i loro bambini.

Nelle foto di repertorio Tina Maffezzoni


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