In vendita a 1.100.000 euro la ex Centrale del Latte sulla tangenziale. Previsti mille metri di vendita, uffici, garage e un albergo di quattro piani
Va in vendita la ex Centrale del latte, realizzata sulla tangenziale di Cremona su progetto dell’architetto Mino Galetti. Il prezzo è di 1.100.000 euro per un’area di mq 12.100, su due sono presenti due immobili, uno di 1.590 distribuiti su tre livelli mq ed uno di 610 mq. Negli anni scorsi infatti, è stata approvata una variante per realizzare un vecchio progetto dello studio cremonese di architettura Ori e Arienti, sulla base di autorizzazioni datate addirittura 2007 alla proprietà VIA BIT di Brescia, prevedendo mille metri di vendita complessivi. La struttura prevista è ad L e su due piani (il commerciale al piano terra, uffici e terziario avanzato al piano superiore, garage al seminterrato e un albergo di quattro piani sul retro). Il tutto in uno spazio architettonico di oltre diecimila metri quadrati che cercherebbe di riproporre il ricordo della vecchia struttura con un mix tra cemento, mattoni a vista e vetro con un’attenzione alla campagna circostante. Previsto anche il recupero della vicina cascinetta del Chiavichino e una pista ciclabile per collegare tangenziale e centro città.
La Centrale del Latte di Cremona è stata inaugurata l’11 aprile 1965. Negli anni ‘60 il Comune di Cremona, per valorizzare, promuovere e distribuire su scala industriale uno dei più importanti ed apprezzati prodotti della zootecnia cremonese, assunse, a suo totale carico, l’iniziativa di attivare, nella sede di Via Nazario Sauro, uno stabilimento di produzione del latte. Quello di largo Paolo Sarpi, infatti, risalente al 1929, a causa della vetustà degli impianti non offriva più garanzie di sicurezza. Così nel 1963 si era studiata una nuova soluzione sulla base del progetto predisposto dal capo dell’ufficio tecnico del Comune, l’ingegnere Giovanni Marcatelli, e dal capo della sezione edilizia urbanistica, l’architetto Mino Galetti.
Inizialmente la Centrale del latte di Cremona era gestita direttamente dal Comune, in economia, avvalendosi di proprio personale. Grazie ad un’attenta ed oculata gestione aziendale, il latte prodotto dalla centrale riusciva, in poco tempo, a raggiungere una posizione di indiscusso primato sul mercato, nell’ambito del bacino di commercializzazione del prodotto, ovvero all’interno del territorio della Provincia di Cremona. Nel marzo 1986, per meglio tutelare il prodotto, alla luce anche di alcuni tentativi di imitazione che erano stati posti in essere dalla concorrenza, si provvide al deposito e alla registrazione del marchio “Centrale del latte Cremona”, che, da quel momento, avrebbe contraddistinto ufficialmente il prodotto, costituendo per i consumatori un sinonimo di sicura qualità. Nel 1987, dopo anni di attivo, si registrò una temporanea flessione delle vendite, a causa della crisi generale del mercato dei prodotti dell’agricoltura, seguita all’esplosione della centrale di Chernobyl. Il Comune di Cremona, tenuto conto che il servizio era diventato eccessivamente oneroso per il bilancio dell’ente pubblico, decise così di esternalizzarlo.
A seguito di procedura di evidenza pubblica, venne quindi aggiudicata ad una società cooperativa del settore la concessione del servizio, con l’uso del relativo marchio, per un periodo di venti anni, con decorrenza 1° gennaio 1998, mentre il personale comunale che era addetto alla centrale del latte venne reimpiegato in altri servizi dell’Ente, salvaguardando i livelli occupazionali. Nel 1994, la concessione venne poi limitata all’uso del marchio, mentre lo stabilimento produttivo fu definitivamente dimesso. Infine, nel giugno 2005, il Comune, a fronte del mancato pagamento, da parte del concessionario, dei canoni dovuti, risolse il contratto, a far tempo dal 31 dicembre 2005, della concessione d’uso del marchio di proprietà comunale “Centrale del Latte Cremona” rilasciata alla Giglio S.p.A., rientrando così anticipatamente nella disponibilità del marchio, con il preciso obiettivo di rilanciarlo e renderlo ancor più competitivo. Venne quindi indetta una nuova gara pubblica per la concessione temporanea, e in via esclusiva, del marchio “Centrale del latte Cremona”, riservata alle imprese del settore, ponendo severi requisiti per la partecipazione, e precisi vincoli per il concessionario, a tutela della qualità e della produzione locale.
Nel 2006 il marchio “Centrale del Latte Cremona” è stato ceduto in uso per la durata di quindici anni alla Società Agricola Cooperativa “Latte Cremona” in qualità di capo-gruppo di un raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da cooperative del settore, (Latte Cremona soc. coop., capo gruppo, Latteria di Soresina soc. coop., Latteria P.L.A.C. soc. coop., Latteria di Piadina soc. coop., Latteria Ca’ de’ Stefani soc. coop., e Latteria Ca’ de’ Corti soc. coop.) dietro versamento di un corrispettivo pari al 5,3 % dell’utile annuo di bilancio, realizzato attraverso la commercializzazione dei prodotti a marchio “Centrale del Latte Cremona”, che non avrebbe dovuto comunque essere inferiore a 50.000 all’anno per un importo complessivo presunto pari a 750.000 euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Michele de Crecchio
17 agosto 2021 18:07
Aldo Ranzi, non lo fece rimpiangere, realizzando in cotto a vista, alcune egregie costruzioni come, appunto, le opere accessorie della centrale del Latte, le nuove serre comunali, la nuova scuola elementare di via Decia, la scuola materna di via Palio dell'Oca e le singolari panchine-salotto del Parco del Vecchio Passeggio.