Isola Dovarese: via al restauro della facciata di Palazzo Dovara. Qui nascerà anche un importante polo musicale: residenza d'artisti, laboratorio di liuteria, mostra di strumenti e un auditorium
Stupirsi della bellezza è un qualcosa di straordinario che appaga lo sguardo e colpisce l’anima, mai dare nulla per scontato e cambiare visione è ciò che ci salverà dalla decadenza e dalla morte certa delle piccole comunità.
Un “Palazzo Vecchio” in una piccola piazza, se pensiamo alle grandi piazze italiane ma che, in realtà, per chi la scopre non è poi così piccola né per dimensioni né per importanza storica. Siamo ad Isola Dovarese, un antico e suggestivo borgo in Provincia di Cremona e la piazza è Piazza Giacomo Matteotti, un vero gioiello dell’architettura italiana che molto presto vedremo risplendere con le luci degli antichi fasti ed uno sguardo rivolto al futuro.
Isola si prepara al cambiamento, in modo avanguardista ed al passo con i tempi, ha scelto il perfetto connubio tra arte e natura perché come scriveva il grande filosofo romano Apuleio “Ars aemula naturae”, ovvero l’arte emula la natura. La grande novità per il futuro è che il borgo si apre allo straordinario mondo della musica, quasi una sorta di ritorno alle origini del mecenatismo dell’antica corte gonzaghesca. Al primo piano del palazzo signorile verranno realizzati circa cinque minialloggi insonorizzati destinati a giovani artisti impegnati in tournée per il mondo e che necessitano di riposo ed esercizio per esprimere al meglio la propria musica. Mentre nella zona che un tempo fu il fienile di Palazzo Dovara verrà creato un auditorium/sala di registrazione dove saranno anche realizzati una quindicina di concerti durante l’anno. Il progetto prenderà vita dal genio di Giorgio Palù, importante architetto di fama internazionale capace di realizzare ambienti per consentire un elegante sviluppo del suono all’interno degli stessi. Non è tutto. Al piano terra, caratterizzato dai suggestivi portici, è previsto uno sviluppo che vedrà posizionato l’infopoint della Proloco locale, un laboratorio di liuteria ed altri piccoli negozi. I lavori richiederanno un periodo di circa tre anni. Una vera e propria strategia di rigenerazione del territorio.
“Il palazzo su cui, per ora, si concentrerà l’intervento di ristrutturazione, è stato residenza dei Dovara fino a trent’anni fa ed è diventato solo recentemente grazie al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) parte integrante del patrimonio della nostra comunità. Siamo partiti da un’indagine marketing sul territorio per capire quale avrebbe potuto essere il futuro di Isola. Un lavoro che ha evidenziato degli aspetti caratteristici per creare una base di rilancio riassumibile in cultura, benessere, sport e musica – chiarisce il sindaco Gianpaolo Gansi – la nostra posizione morfologica ci vede inseriti all’interno del Parco Regionale Oglio Sud, siamo in un contesto storico importante, inoltre, sulla piazza storica si affacciano due importanti ristoranti di cui uno dotato di albergo. Abbiamo deciso di puntare su tutti questi aspetti tenendo anche conto dello sviluppo del mercato del turismo che è sempre alla ricerca di piccoli borghi da scoprire e da raccontare. L’idea è nata tre anni fa da un bando regionale per riuscire a sistemare le proprietà pubbliche di questa piazza, tra cui il palazzo municipale, le facciate, le vecchie prigioni, l’arco monumentale e molto altro, da lì siamo partiti. Con il PNRR, il Ministero ci ha dato la possibilità di ampliare la nostra riqualificazione non solo con opere di ristrutturazione ma anche con la creazione di una nuova visione dei luoghi recuperati – spiega – fondamentale è stata la collaborazione con l’Associazione Internazionale di Musica di Brescia e Bergamo e l’Associazione Musicale Nazionale Gasparo da Salò per creare un ambiente favorevole per i giovani artisti; proprio qui desiderano ripetere un progetto già collaudato in Francia e Germania. Esiste, inoltre, una seconda parte di progetto, iniziata circa un mese fa con un bando parallelo del Ministero della cultura, che coinvolge anche il comune di Torre de’ Picenardi e prevede un incentivo ad aziende locali che vogliono posizionarsi principalmente su palazzo Dovara ma anche nel borgo e sul territorio. Abbiamo già organizzato incontri tra Cedit di Pavia (studio specializzato nell’attuazione di bandi), Confcommercio Cremona ed i tecnici del comune, un team per valutare il coinvolgimento di circa una quindicina di aziende. La macchina è in movimento, tutto è in itinere, le imprese stanno rispondendo in modo positivo. Ciò che, però, va sottolineato è che lo sviluppo delle attività deve evolvere sempre in un’ottica di crescita del benessere, cultura e sport. Sicuramente stiamo pensando ad un laboratorio di liuteria, una mostra permanente di altissimo livello di strumenti musicali provenienti da ogni parte del mondo, uno spazio di aroma terapia, fitoterapia, un possibile noleggio di biciclette con officina vista la ciclabilità del territorio, abbiamo valutato anche il tema del benessere della disabilità e per gli anziani. La Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe di Isola, inoltre, sta già pensando di inserire la musico terapia perché gli effetti benefici della musica sono già dimostrati da tempo da studi di note università di valore mondiale. Isola ha bisogno di occupazione, piccole attività sostenibili, c’è bisogno di investire nella qualità di vita di alto contenuto così da creare le basi per un buon futuro e di vita”.
Proprio per comprendere la visione e la grande importanza della rivoluzione che partirà da settembre è fondamentale fare un tuffo nel passato.
Isola è un luogo dotato di una morfologia molto affascinante, è distesa proprio come un’isola su un piccolo terrazzamento circondata sui tre lati dal fiume Oglio; deve il suo nome all’antica famiglia nobile Dovara di cui fu roccaforte nel Trecento fino alla sottomissione ai Gonzaga datata 1441. Poche sono fino ad oggi le notizie disponibili per lo più ricavate da eruditi ottocenteschi. Dalle fonti emerge che la piazza, tra il 1587 ed il 1590, fu adornata con porticati ed imponenti costruzioni ideate dall’architetto Giulio Brunelli su commissione di Giulio Cesare Gonzaga. Il Palazzo Pretorio, oggi adibito a Municipio, probabilmente ingloba resti di antiche strutture e si armonizza nel contesto decorativo della piazza pur mantenendo la propria singolare imponenza. L’ edificio nel corso dei secoli, fu utilizzato con varie funzioni di interesse pubblico e sociale. In particolare, il palazzo conteneva un pregevole teatro con due ordini di palchetti sapientemente decorati e per il quale lo stesso Brunelli aveva dipinto diversi scenari. Il teatro fu abbattuto tra il 1935 ed il 1938 per la costruzione del palazzo municipale. Fu così che l’intero patrimonio di dipinti, decorazioni e scenari fu disperso. Ancora riconoscibili e di notevole interesse, invece, sono le antiche prigioni che occupano i locali bassi dell’edificio, presentano soffitti voltati e sono circondati da spesse murature che costituiscono, probabilmente, ciò che resta di strutture più antiche. Due piccole celle sono poste al piano terra ed una ad un piano superiore raggiungibile mediante una scala esterna costruita recentemente. Questa, forse, la più ricca di testimonianze: sul soffitto e sulle pareti, infatti, sono visibili i segni di antichi ospiti. Cattura l’attenzione il disegno di una lunghissima barca tappezzata di tacche, forse un modo di un prigioniero per non perdere il senso del tempo, non troveremo, per ora, una risposta certa ma, sicuramente, la sensazione riporta la mente al racconto di Alexandre Dumas con Il Conte di Montecristo. Con le nostre telecamere siamo entrati all’interno per mostrarvi il risultato anche dei recenti lavori di inserimento dell’illuminazione e delle vetrate che rendono suggestiva la vista di questo passato che attende di essere scoperto ed in parte riportato alla luce già intorno agli anni 2000 dall’architetto Michele de Crecchio e Gian Carlo Magnoli.
Non è tutto. La tradizione di Isola è legata alla nobile e potente famiglia Gonzaga che con Federico II portò la corte di Mantova al massimo splendore. I Gonzaga sono stati una delle più note famiglie principesche d’Europa tra il XIV ed il XVIII secolo. Palazzi e ville furono abbellite in modo sfarzoso ed elegante, impossibile non citare il famoso Palazzo del Te a Mantova progettato da Giulio Romano e molti artisti oltre che scrittori illustri, per fare qualche esempio, da Matteo Boiardo, Ludovico Ariosto a Pietro Bembo trovarono lavoro proprio presso la città di Mantova. Questo contesto socioculturale importante fa da sfondo al famoso Palio di Isola Dovarese. Una manifestazione che trae la sua origine dai festeggiamenti avvenuti in occasione del matrimonio celebrato tra Anna Dovara, unica erede della famiglia feudataria del borgo, e Filippino Gonzaga appartenente al potente casato che reggeva Mantova.
La nostra bella Italia è uno straordinario scrigno di ricchezza culturale che si snoda in piccole realtà che rappresentano secolo, dopo secolo il sedimento culturale della nostra identità, fonte di orgoglio non solo locale ma che alimenta la consapevolezza di appartenere ad una storia più grande. Conoscere è il primo fondamentale passo per comprendere quanto l’unicità dei luoghi definiscano i contorni e l’importanza di beni da tutelare e su cui investire in modo corretto.
Abbiamo incontrato il sindaco di Isola Dovarese Gianpaolo Gansi, capofila di un progetto straordinario, ed il vicesindaco Tiziana Gamba, i particolari del nostro servizio nel video che qui sotto. (le foto e il video sono di Gianpaolo Guarneri-fotostudioB12)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Manuel
23 luglio 2023 09:37
Molto positivo! Sicuramente il recupero. Sulle altre iniziative intraprese per valorizzare e vivere il monumento, vedremo: di certo qualcosa bisogna provare, anche sbagliando, purché non si stravolga il palazzo.
Soldi benedetti e ben spesi, in casi simili, quelli del PNRR.
Speriamo che tale iniziativa invogli sindaci, professionisti ed appassionati a promuovere il recupero di altre emergenze storico/architettonico/ambientali, che non saranno quelle toscane o romane, ma proprio perché oramai sparute e dimenticate, assumono maggior importanza per la tutela della nostra identità.
Da che ci sono, chiedo la premura di permettere l’accesso anticipato al sito, ai faunisti, con lo scopo di tutelare la fauna (o comunità faunistiche) eventualmente presente, prima dell’ingresso di geometri, architetti, muratori, idraulici, etc. A qualcuno parrà una follia, ma in diversi paesi europei è prassi, giacché la fauna sarebbe tutelata pure quando accede a domicilio privato. Nel nostro caso, poi, l’eventuale visita dell’esperto, equivarrebbe a costo zero, considerando come la provincia di Cremona annoveri tra i suoi dipendenti, specialisti di livello nazionale.
Mariateresa
23 luglio 2023 18:29
Una bella notizia! Mentre ci rattrista il degrado di Cremona, sapere che viene restaurato e dedicato ad attività culturali un palazzo storico in un paese con importanti tradizioni fin dai tempi dei Gonzaga fa sperare che questo sia un esempio da seguire se vogliamo, recuperando le vestigia di un passato prestigioso, incrementare il turismo e creare benessere