12 luglio 2025

Un anno fa se ne andava don Achille Bonazzi, il ricordo a San Michele

Un anno fa se ne andava don Achille Bonazzi. Ieri sera nella chiesa di San Michele, dove il sacerdote da anni diceva messa e confessava, in tanti che gli hanno voluto bene ed apprezzato il grande profilo umano e l'impegno culturale e cristiano, lo hanno ricordato. Hanno concelebrato il parroco don Aldo Manfredini e monsignor Franco Follo, per quant'anni nella diplomazia vaticana e per vent'anni osservatore della Santa Sede all'Unesco. Monsignor Follo è stato compagno di seminario di don Achille e ne ha ricordato la grande intelligenza, le capacità scientifiche (diverse le lauree di don Bonazzi e docenze universitarie), lo studio ma senza mai dimenticare di essere prete. Don Follo lo ha ricordato studente quando don Achille predisponeva il laboratorio scientifico del seminario e poi più avanti quando con lui, filosofo e teologo, discuteva di scienza e religione ma senza mai dimenticare l'origine della loro fede e della chiamata a sacerdoti. 

Manca a tanti don Achille, il sacerdote, lo studioso, l'amico. Per tanti anni si è battuto con tutte le sue forze per tutelare l'arte della diocesi di Cremona, studiando, andando alla ricerca di fondi, facendo riscoprire beni artistici che rischiavano di sparire e pubblicando una grande quantià di libri con le sue ricerche.

Per ricordare chi era don Achille leggi l'editoriale di un anno fa del direttore Mario Silla in occasione della sua scomparsa.

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Michele de Crecchio

12 luglio 2025 23:40

Troppo singolare ed anticonformista la complessa personalità di don Achille per essere adeguatamente apprezzata da tutti i suoi contemporanei. Personalmente ne ho sempre, in particolare, condiviso la riserva verso molte, e costosissime, pubblicazioni contemporanee relative ai maggiori monumenti cittadini. Tali pubblicazioni, forse anche per attirare un maggior numero di acquirenti, tendono infatti, spesso, a dare maggiore attenzione agli apparati decorativi (quadri, affreschi, arredamenti lignei ecc.) piuttosto che ad altre pure fondamentali componenti del valore compiuto dell'edificio all'interno del quale sono conservate. Così lamentandosi, Bonazzi intendeva soprattutto riferirsi ai materiali usati nelle varie costruzioni, nel riconoscimento dei quali era davvero un ottimo esperto. Personalmente, per vizio professionale, avrei esteso tali doglianze anche alle tipologie distributive ed alle tecniche costruttive, nonché alle vicende urbanistiche dei relativi intorni urbani e paesaggistici.