L’altra storia dell’arte: i vinti vincitori, un viaggio di Flavio Caroli come esperienza di vita reale. Ieri la prima presentazione a Palazzo Reale, tra i protagonisti Cremona e Sofonisba Anguissola
Martedì 29 ottobre, presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale a Milano, una straordinaria lectio magistralis ha incantato il numeroso pubblico fedele alla singolare capacità divulgativa del Professor Flavio Caroli. L’occasione, la presentazione dell’ultima opera del Professore: L’altra storia dell’arte – I vinti vincitori, casa editrice Rizzoli.
Un incontro a cui sono intervenuti Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura Comune di Milano, Daniela Mainini, Presidente Centro Studi Grande Milano, Domenico Piraina, Direttore della Cultura Comune di Milano. Tra i presenti anche il poliedrico Detto Ferrante Anguissola, erede della scena cantautorale europea, nato a Cremona da una storica famiglia di Piacenza che tra i suoi antenati annovera la pittrice Sofonisba Anguissola.
Flavio Caroli, classe 1945, storico e critico dell’arte moderna e contemporanea, volto noto della televisione grazie anche alla sua partecipazione alla trasmissione “Che tempo fa” condotta da Fabio Fazio, è un professionista che ci ha abituato al suo “raccontar d’arte” con la semplicità e la capacità espressiva di chi ha fatto propria la sua cultura. Ogni libro realizzato dal Professore rappresenta un momento di particolare evoluzione della sua vita. Quella con l’arte, per lui, è una vera storia d’amore che lo accompagna, lo appassiona e lo porta ad indagare l’animo umano dell’artista. Leggere le sue pagine significa entrare in contatto diretto con l’esperienza artistica: una narrazione nella forma del dialogo alternata ad immagini che, come testimoni attenti, prendono per mano il lettore e lo fanno immergere in un vissuto tutto da scoprire, dove ogni dettaglio è fondamentale per comprendere l’insieme.
L’altra storia dell’arte: i vinti vincitori è sicuramente un testo fuori dal comune con un punto di osservazione completamente differente da quello che, possiamo dire, ci è stato imposto dalla storia. Partiamo dal presupposto che la storia dell’arte è stata scritta dai vincitori, ovvero da quegli artisti che hanno avuto la possibilità di imporre la propria scala di valori. L’evoluzione degli eventi, però, non è stata determinata esclusivamente da questi ma, in realtà, la storia è stata spesso nutrita dal pensiero di coloro che, in qualche modo, a causa delle personali vicende di vita talvolta poco fortunate, sono stati ritenuti vinti. A partire da questa riflessione, l’autore indaga gli artisti, i centri, i mecenati che, apparentemente vinti rispetto alle linee dettate dai tempi che hanno vissuto, sono stati rivalutati perché le loro idee e le loro opere sono diventate punti di riferimento importanti per l’evoluzione artistica. Artisti controversi, dimenticati o misconosciuti: Flavio Caroli ritorna a indagare la linea d’ombra dell’arte che da sempre lo interessa, di artisti come Lorenzo Lotto, Giuseppe Maria Crespi o Filippo de Pisis, incompresi dai contemporanei o dalla critica d’arte, di centri come la Mantova del Rinascimento o la Milano del primo Ottocento, messi in ombra da città più “alla moda”, o delle alterne vicende di grandi mecenati come i Farnese. Tra questi un importante capitolo è dedicato al Cinquecento a Cremona. Racconta di come artisti ed opere apparentemente di vinti abbiano potuto comunque portare avanti la loro versione e creare idee tali da influenzare il futuro.
La nostra intervista in esclusiva con Flavio Caroli e Daniela Mainini.
Professore, il suo ultimo libro ha un titolo avvincente, coloro che sembravano vinti senza riconoscimenti poi il tempo, la storia li ha rivalutati. Partiamo da qui.
Ho sempre avuto una sorta di ribellione già dal liceo sul fatto che la storia venisse scritta dai vincitori, l’ho sempre vissuto come una sorta di ingiustizia, diciamo che nel breve periodo è ciò che appare come verità, poi il tempo, gli studi e la vita dimostrano che, spesso, l’idea dei “vinti” influenza di più quello che era stato detto in un primo periodo dai vincitori. Ho iniziato a coltivare e sviluppare questo pensiero già dai tempi in cui iniziai a preparare la tesi di laurea. Incontrai quello che è diventato per me un grande amore, ovvero: Lorenzo Lotto, con il suo fascino del non detto. Lui è un chiaro esempio di uomo ed artista messo a dura prova dalla vita. Muore disperato, solo, dipingendo per sopravvivere i numeri dei letti dei malati, mentre il suo rivale Tiziano, era ancora il dominatore del mondo.
Quanto sono stati importanti i vinti nella storia dell’arte per Flavio Caroli?
Questo è stato il libro a cui ho dedicato, posso dire, l’attenzione di una vita intera. Ogni tanto, durante i miei studi, le mie ricerche mi imbattevo in figure messe alla prova dalla vita, mi imbattevo in ingiustizie dettate dalla storia del tempo in cui avevano vissuto, la felicità è stata concessa a pochi. Questo libro desidera essere una sorta di riequilibrio della storia. Questo libro mi ha condotto ad una profonda riflessione, mi ha fatto realizzare che, forse, chi in gioventù è stato un vinto ha poi lottato per essere un vincitore e per non essere mai più un vinto: questo è il senso che, probabilmente, guida alla ricerca della felicità nella vita.
Daniela Mainini, Presidente Centro Studi Grande Milano, da sempre al fianco di Flavio Caroli per portare alla luce la bellezza e l’originalità dell’arte italiana e non solo. Quanto Milano ama il Professor Caroli?
Milano ama moltissimo il Professor Caroli, con il Professore è stato un incontro d’amore da subito. Siamo titolari del marchio AMARE MILANO che ci è stato donato dall’indimenticato Sindaco Carlo Tognoli che non è mai mancato alle presentazioni dei libri di Flavio Caroli, Milano deve moltissimo a Flavio Caroli; sono convinta che l’amore sia reciproco e proprio qui il Professore divulga un tipo di cultura che arriva a tutti e, soprattutto, il Centro Studi Grande Milano che ne ha fatto tesoro.
Quanto è importante per il Centro Studi Grande Milano il forte messaggio contenuto in questo nuovo libro?
Il Professore ci consegna una rilettura originalissima della storia dell’arte. Quegli artisti che in vita non hanno potuto imporre la propria scala di valori, ne è un esempio come dicevamo Lotto, hanno potuto poi riscattarsi. Credo che questo libro sottolinei quanto, in realtà, l’unica vera lotta che si perde nella vita è quella di chi decide di arrendersi. E’ bene che gli artisti infondano una metafora di vita: gli uomini sono costretti a “combattere”, soprattutto, in una certa fase della loro esistenza perché è solo attraverso questa lotta che arriva il benessere più duraturo, questa credo sia la grande lezione che ci consegna Flavio Caroli.
Prossimo appuntamento a Cremona mercoledì 6 novembre, ore 18.00, in Sala Maffei presso la Camera di Commercio.
I particolari della nostra intervista nel video.
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