L’«eccomi» di don William Dalé, ordinato sacerdote in Cattedrale. Domenica a Soncino celebrerà la sua prima Messa
Don William Dalé ha fatto il suo ingresso nella grande navata della Cattedrale di Cremona accompagnato dalle note di un inno allo Spirito Santo. È entrato nella celebrazione della sua ordinazione presbiterale in veste di diacono, lo sguardo fisso in direzione dell’altare, un cero acceso tra le mani. Ad accompagnarlo, come una solenne corrente bianca in preghiera, il Vescovo Napolioni con il clero diocesano, i sacerdoti che lo hanno accompagnato nel suo percorso di formazione nelle parrocchie dove è cresciuto e ha prestato servizio da seminarista, don Giuseppe Nevi, parroco di Soncino, il team di formazione del Seminario vescovile, i giovani preti che con lui hanno condiviso un tratto di percorso. Nei primi banchi i famigliari e i sindaci di Soncino e Casalbuttano, dove don William è nato e dove ha svolto il suo ministero diaconale nell’ultimo anno.
Con un raccoglimento profondo il giovane diacono ha seguito la liturgia della Parola, prima del momento dell’ordinazione, introdotto dal momento della presentazione ed elezione, in cui don William, presentato dal rettore del Seminario, don Marco D’Agostino, ha pronunciato il suo «eccomi», prima di disporsi all’ascolto dell’omelia del vescovo che in più di un passaggio si è rivolto direttamente a lui, in un significativo richiamo tra la figura di san Barnaba, descritta nel brano degli Atti degli Apostoli, e la missione del sacerdote, che – ha sottolineato monsignor Napolioni – rappresenta una sorta di «identikit» del presbitero che si lascia «coinvolgere dal Vangelo». «Sei in cammino – si è rivolto il vescovo, direttamente all’ordinando –, tutti noi siamo faticosamente alle prese con i nostri limiti ma anche grati a chi ci ha formato, affinché le virtù diventassero attraenti, ma soprattutto si facesse spazio in noi allo Spirito Santo e diventassimo uomini e donne credenti. Questa è la prima caratteristica, il più grande complimento per un prete: “quello è un prete che ci crede!”».
Riprendendo poi i passaggi della Scrittura, il Vescovo ha sottolineato altri aspetti centrali della vocazione sacerdotale: «La missione di un prete comincia da qui: nel vedere e riconoscere la grazia di Dio che ci precede. Ovunque andrai non sarai il primo a portare il Signore: c’è già! Noi siamo lì a rallegrarci e a far sì che tutti si rallegrino. Questo dilata la Chiesa e il regno di Dio, nel dialogo, con le esperienze, i cammini e le diversità che il Signore non ha paura di toccare con il suo amore».
Un percorso, dunque, che continua nel confronto con la storia e con le relazioni che costituiscono la Chiesa: «Barnaba – è proseguita la riflessione di monsignor Napolioni – ha portato il Vangelo insieme ad altri apostoli. Nessuno diventa prete da solo: l’imposizione delle mani che tra poco vivremo è segno che supera le nostre simpatie e rende possibile la misericordia degli uni verso gli altri, perché solo così possiamo essere credibili. Non possiamo pretendere umiltà e fedeltà se noi non le pratichiamo».
Altri due passaggi degli Atti sono stati poi ripresi dal vescovo che ha voluto andare al cuore della fede cristiana ricordando come proprio ad Antiochia «i discepoli furono chiamati per la prima volta cristiani. Noi – ha quindi riflettuto – ci abbiamo fatto l’abitudine e c’è il rischio che oggi occorra far sì che noi cristiani scopriamo di essere anche discepoli. Ti chiedo di aiutare i cristiani a vivere da discepoli. Il Cristianesimo non può essere un certificato, una cerimonia, ma deve essere un’esperienza quotidiana, di ascolto del Vangelo, condivisione della vita, di avventura della missione».
«E il fondamento di ogni missione – ha quindi concluso il vescovo – è in quell’inciso che torna: “Strada facendo…”. La strada sarà il vero luogo di realizzazione della tua missione. Non chiuderti solamente in parrocchia e in oratorio, ma fai che parrocchia e oratorio siano una strada, aperti sulla strada. Non avere paura».
Dopo l’omelia la celebrazione è proseguita con la liturgia dell’ordinazione di don William Dalé che dopo la manifestazione della volontà e l’assunzione dell’impegno al ministero sacerdotale con i cinque «lo voglio», ha posto le sue mani in quelle del vescovo per la promessa di rispetto e obbedienza.
Quindi il canto delle litanie dei santi ha intonato la preghiera mentre don William si è prostrato con il volto a terra, prima del momento dell’imposizione delle mani sul capo da parte del vescovo e di tutti gli altri presbiteri concelebranti in segno di fraterna accoglienza nel presbiterato. Poi il vescovo ha recitato la preghiera di ordinazione introducendo ai riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione con il sacro crisma, la consegna del pane e del vino, l’abbraccio di pace con il vescovo e la professione di fede, che ha concluso il rito dell’ordinazione.
La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica, durante la quale per la prima volta il sacerdote novello ha consacrato il pane e il vino.
La festa com i confratelli, i parenti e gli amici, al termine della celebrazione, continuerà domenica 12 giugno a Soncino dove il sacerdote novello celebrerà la sua prima Messa alle 10.30 nella chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta e San Giacomo apostolo. (www.diocesidicremona.it)
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