31 ottobre 2025

L'epoca dell'incertezza: il futuro dell'impresa nell'assemblea degli Industriali. L'Europa al centro, tra geopolitica e greendeal. Focus sui costi dell'energia e sul nucleare

"L'Europa deve essere rifondata, serve un cambio di marcia, un vision forte ed una velocità di azione decisa". Sono le parole del Presidente dell'Associazione Industriali di Cremona, Maurizio Ferraroni, nel suo lungo speech di apertura dell'assemblea di Assoindustria: Europa al centro, dunque. Ma lo si era capito già dall'apertura della convnetion, con l'inno europeo prima di quell italiano.

Il discorso del neo eletto presidente Ferraroni è una dissertazione a tutto campo, che tocca diversi temi di stretta attualità, dal contesto geopolitico al ruolo della Nato, dalle guerre alla corsa al riarmo, dai costi dell'energia ai dazi imposti dagli Stati Uniti; un'analisi che parte ricordando una ricorrenza importante per l'Associazione, ossia il suo 80esimo anno di attività, nata nel 1945 in un contesto politico, economico e internazionale completamente diverso dall'attuale, un momento storico in cui la geopolitica e l'economia scendono in campo con dinamiche nuove, dove terre rare, gas e tecnologie diventano le "pedine sul tavolo da gioco nella partita per la supremazia".

E poi ancora un affondo sulle scelte dell'Unione Europea nel campo del green deal, con "vincoli ideologici imposti, che hanno lasciato in crisi settori strategici come l'automotive, con la Cina che entro il 2030 raddoppierà le sue quote di mercato in Europa sul fronte delle auto elettriche" e dunque serve una figura in grado di salvaguardare l'industria europea, una figura che per Ferraroni trova la sua sintesi in Mario Draghi: "Draghi dovrebbero avere un ruolo molto più importante in Europa. Lui è la persona in grado di salvare l'Europa, l'uomo del 'whatever it takes', che dovrebbe sostituire qualche figura, ed ogni riferimento è puramente casuale", senza però entrare nel merito del riferimento in oggetto.

Bacchettata sulle mani anche alla classe politica, che "fa poco o niente a fronte degli aumenti del costo della vita e dell'energia, salvo dirci che sono aumentati i prezzi. Al di là degli slogan, si facciano carico di questo che è un problema italiano", a partire appunto dai costi energetici, che nel nostro paese sono esponenzialmente più alti che nel resto dell'Europa. “Non chiediamo privilegi, ma di essere messi in condizione di poter essere competitivi”.

Dopo il lungo intervento di Ferraroni, si è aperto il talk che ha visto ospiti Paolo Gentiloni (Ex Presidente del Consiglio dei Ministri e Commissario europeo per gli Affari economici e monetari), Ferruccio de Bortoli ( Presidente, Fondazione Corriere della Sera ed editorialista del Corriere della Sera) e Giuseppe Pasini (Presidente, Confindustria Lombardia), moderati dal giornalista Nicola Porro, che ha poi concluso i lavori con una intensa intervista al Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti.

Gentiloni ha esordito prendendo spunto dalle parole di Ferraroni e sottolineando quattro linee tematiche su cui riflettere: "Sono 4 i temi grandi dell'economia. Primo, l'incorporazione delle intelligenze artificiali nel sistema d'impresa; la transizione ecologica che resta fondamentale, con la decarbonizzazione che deve andare di pari passo con la politica industriale. C'è poi il tema della manodopera e dell'immigrazione legale da incoraggiare e infine, dove ci orientiamo nel mondo oggi, come ci apriamo alle esportazioni e verso quali Paesi?. Serve un reset delle relazioni commerciali con la Cina, non dobbiamo restare un appendice delle decisioni di Washington. Oggi serve riaccendere una propensione al consumo che purtroppo si è affievolita a fronte di una propensione al risparmio". Anche per Gentiloni, la risposta alle grandi sfide di oggi e di domani si trova a Bruxelles: "Le incertezze si affrontano solo se si hanno spalle larghe e ad oggi solo l'Europa oggi le ha abbastanza larghe. Però si deve svegliare, ma deve anche essere dotata dei mezzi per farlo"

La parola è poi passata a De Bortoli, che ha portato alcune riflessioni sull'industria e sull'energia "Ci stiamo deindustrializzando? Per certi versi, sì. Per questo sono d'accordo per trovare spinte che aiutino le aziende più piccole a mettersi insieme , chiedendoci anche perchè il sistema bancario, che gode di grandissimi privilegi, finanzi poco le piccole e medie imprese invece di aiutarle a crescere". Quindi il tema energia, nucleare e ambiente: "Siamo ancora un paese industriale? Per esserlo bisogna che certi tabù, come il nucleare,  vengano superati. La crisi dell'Ilva non è solo una questione pugliese: il paese deve chiedersi se vuole avere un' industria di base. L'industria ha dei costi ambientali, li si deve sopportare"

Un tema di industria metalmeccanica e di acciaio, oltre che di energia, Giuseppe Pasini ha espresso il proprio pensiero in merito: "In Italia la tariffa elettrica è del 40% più alta che in altri paesi in Europa. Il nucleare è una scelta strategica, dovevamo cavalcare quel nucleare. Oggi siamo passati dalla dipendenza dalla Russia alla dipendenza dagli Stati Uniti per quanto riguarda il gas. Oggi il prezzo dell'energia è il rendimento di qualcuno sulle spalle di tanti. L'Ilva? Trattata in un modo disorientante per il paese, con l'entrata a piedi pari della magistratura ed il governo non ha fatto nulla. L'Ilva è  fondamentale per il Paese, ma oggi manca il contesto affinché i privati possano prendersene carico. Servirebbero dai 6 ai 7 miliardi di euro per intervenire: lo stato li ha? Ed i privati, con che animo si metterebbero in gioco, visti i precendenti? Come ho detto, manca il contesto".

Infine, sul palco è intervenuto il ministro Foti trattando i temi della legge di bilancio, PNRR, nucleare e green: "Questa legge di bilancio può sembrare piccola come impatto, coi suoi 18 miliardi, ma ha come obbiettivo a medio termine di rientrare dalla procedura di deficit- ha spiegato il ministro- Accanto alla legge, va avanti il PNRR che, se in parte prevede finanziamenti a fondo perduto (anche se in realtà per l'Italia si tratta di una partita di giro a livello finanziario), per 122 miliardi i prestiti vengono erogati a debito, con tassi di interesse favorevoli, ma sempre da restituire". Diventa dunque imprescindibile avere sotto controllo i ritorni degli investimenti messi a terra con i fondi PNRR: "Come si fa a sapere i rendimenti? Alcuni sicuramente hanno una resa a 3-4 volte, altri hanno resa minore. Ad esempio, un asilo nido che resa può garantire? Del resto questo PNRR è un pacchetto frutto di scelte europee che abbiamo ereditato e che avrebbe potuto essere meno oneroso".

Tema energia e nucleare anche per Foti: "Il referendum che ha decretato la fine del nucleare in Italia è stato ideologico. Anche il green deal, per come è stato impostato, è ideologico ed ha portato ad una deindustrializzazione. Attenzione ora alla proposta di un prezzo regionale dell'energia: in tre regioni del nord, Lombardia, Piemonte e Veneto/Emilia si registra un aumento massiccio di data center, energivori, che nel caso di tariffe regionali, porterebbero ad una tassazione maggiore nelle zone di maggiore consumo, che sono anche le regioni a maggiore industrializzazione".

Fotoservizio Francesco Sessa Ventura

 

Michela Garatti


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