La barriera Tamoil non tiene. Kerosene recente nei piezometri. La Bissolati non ci sta: stop agli inquinanti e la bonifica totale della propria area
La barriera idraulica per la messa in sicurezza della Tamoil non tiene. I pozzi piezometrici continuano ad indicare che l'inquinamento continua. Nel surnatante c'è Kerosene che viene stoccato nei serbatoi dell'ex raffineria dal 2019, segno evidente che serbatoi e fognature non sono stagni e che l'area di stoccaggio di idrocarburi continua a rilasciare inquinanti a quindici anni dall'autodenuncia avvenuta nel 2007.
"Non basta la messa in sicurezza, chiediamo la definitiva chiusura dell'inquinamento e la bonifica totale dell'area della Canottieri Bissolati garantita, come vuole la legge, da una fidejussione". E' dura la risposta della Società Canottieri Bissolati allla deludente Conferenza dei Servizi di questa mattina. E lo fa attraverso una conferenza stampa alla quale hanno partecipato oltre al presidente Rilly Segalini, i due legali della Canottieri, Tampelli e Gennari e il loro tecnico di fiducia Gianni Porto che ha reso noto gli ultimi dati dell'analisi dei piezometri. L'ultima addirittura qualche ora fa con surnatante nei piezometri con oltre mezzo metro di prodotto confermando che la barriera idraulica non funziona e non contiene l'inquinamento dentro l'area Tamoil. Anche Legambiente ha voluto far sentire la propria vicinanza alla Bissolati e ai cremonesi presenziando alla conferenza stampa e dichiarando, attraverso la referente Giovanna Perrotta, "Siamo preoccupati da quanto denunciato. Va accertata la fonte dell'inquinamento e fermata assoclutamente. Il problema non è della Bissolati ma dell'intera città di Cremona". E Gianni Porto fa una prova anche oggi, poco dopo la conferenza stampa: estrae una provetta dal piezometro 3 e mostra 55 centimetri di surnatante a 10,50 metri di profondità.
La società canottieri Leonida Bissolati è contraria all'attuale ripristino ed è durissima la presa di posizione del presidente della Società Canottieri Maurilio Segalini assistito dai tecnici e dai legali, dopo la deludente conferenza dei servizi convocata questa mattina. E la Bissolati ha fatto mettere a verbale la sua posizione già questa mattina, delusa dalla posizione piuttosto debole mostrata dall'Amministrazione Comunale.
"Tamoil ha avviato una barriera per mettere in sicurezza la propria area di produzione così da impedire la migrazione degli inquinanti verso il Po. Ma come già espresso anche in sede penale la messa in sicurezza attuata non è in grado di contenere il surnatante entro i limiti fisici dell'area industriale. - hanno fatto mettere a verbale - Lo stesso è stato accertato dal Tribunale di Cremona e dai tecnici nell'analisi dello scorso mese di marzo dei piezometri installati vicino alla piscina da 50 metri. Purtroppo il continuo, ininterrotto passaggio di idrocarburi dall'area Tamoil a quella di proprietà della Bissolati si è evidenziato anche nei piezometri 2 e 3 dove si è evidenziato accanto a prodotto di età inferiore ai 10 anni, anche Kerosene con età inferiore ai 5 anni".
Dunque inquinamento recente. Nel verbale si aggiunge: "D'altra parte nell'ultima seduta della conferenza dei servizi l'ingegner Garavaglia della Tamoil dichiarava che: “In merito allo stoccaggio di prodotti precisa che dal 2011 si sono conclude le attività di raffinazione e da quella data non è stato più stoccato kerosene nei serbatoi Tamoil fino al 2019, quando per esigenze di stoccaggio nazionali è stata riavviata questa attività”.
E la Bissolati fa notare che anche dagli ultimi rilievi eseguiti solo 4 giorni fa si è rinvenuto surnatante nei piezometri con oltre mezzo metro di prodotto confermando che la barriera idraulica non funziona e non contiene l'inquinamento dentro l'area Tamoil. E' presente dunque una sorgente primaria di contaminazione diffusa e stabile nella falda interna alla Bissolati. La Canottieri è dunque soggetto passivo dell'inquinamento e come tale non deve essere soggetto di un semplice ripristino ambientale ma di un progetto operativo di bonifica vero e proprio.
Quindi la Bissolati chiede di “verificare le condizioni di applicazione della Messa in Sicurezza Operativa delle aree tamoil approvata l'11 aprile 2011 che prevede l'interruzione del transito del surnatante da Tamoil a Bissolati, va senz'altro interrotto il passaggio di surnatante dalla Tamoil alla Bissolati e quindi il progetto attuale è assolutamente inadeguato. La presenza continua e diffusa di prodotto in galleggiamento di Kerosene, quindi di età inferiore ai 5 anni e la falda più bassa e diversa rispetto ai progetti dell'epoca". Bissolati chiede dunque un intervento di bonifica vera e propria delle sue aree, garantita, come da normativa, da fidejussione bancaria. “La richiesta presentata da Tamoil oggi in discussione si pone come una soluzione inadeguata e dilatoria, illegittima e ulteriormente gravosa per la proprietà Bissolati. La Bissolati ha espresso parere negativo alla richiesta Tamoil e al proseguimento dell'attuale piano di ripristino sotto qualsiasi ulteriore forma”.
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commenti
Nicolini Gualtiero
17 giugno 2022 18:59
Ma per il comune non andava tutto bene ?
PierPiero
18 giugno 2022 06:54
Ignoranza, ignavia o connivenza?
Ai posteri (e forse alla magistratura) l'ardua sentenza.
Di certo, sin dall'inizio, non sembra che questa amministrazione si sia schierata con forza dalla parte dei suoi cittadini. Da qui il dubbio.