La facciata nord del Duomo era dipinta in rosso scuro e blu nei sottarchi. La scoperta dopo il restauro. Ora si lavora al fregio degli Apostoli sul protiro
Era dipinta, la facciata settentrionale del Duomo. “Si, era dipinta in rosso mattone con decorazioni blu nei sottarchi” spiega don Gianluca Gaiardi, responsabile per i beni culturali della diocesi. Probabilmente lo stesso blu che compariva sotto le cornici delle finestre del Torrazzo derivato dall'impiego di azzurrite e di lapislazzuli, dove laterizi dipinti con uno squillante pigmento color carminio sono posti intorno alle finestre. Per realizzarli, in questo caso, si era ricorsi ad arenarie di diverso colore (rosso, verde, giallo) prelevate dalla zona di Vigoleno e disposte sotto le cornici delle finestre. Il colpo d’occhio su largo Boccaccino doveva essere eccezionale, prima che il dilavamento delle superfici in laterizio ne modificasse per sempre la cromìa.
E’ il risultato più sorprendente del restauro, ora che le impalcature lasciano vedere la parte superiore della facciata completamente liberata. In realtà i lavori proseguiranno sulla parte inferiore del protiro, dove dovrà essere ripulito il fregio degli Apostoli con al centro il Cristo, seduto su un trono e circondato dalla mandorla, che solleva con la sinistra il Libro degli Eletti e dei Dannati mentre la destra è sollevata nel gesto di ammonizione che preannuncia il Giudizio Universale. Ai suoi lati gli Apostoli, anch'essi con un libro in mano, si affrettano verso di lui con una grande varietà di atteggiamenti. Il protiro è di età antelamica, ma i rilievi dell'architrave risalgono a data anteriore.
“Il restauro - prosegue don Gaiardi - ha consentito di rilevare che sono state rifatte le colonnette di una delle tre torrette che sorreggono la parte sormontante della guglia, probabilmente sostituite durante i lavori per l’isolamento del duomo, anche se è difficile specificare con esattezza il periodo dell’intervento. Un lavoro certosino è stato poi quello di trovare malte simili a quelle originali, ma distinguibili e differenti da quelle utilizzate nei restauri precedenti, con una cromìa che fosse riconoscibile, ma non distinguibile. In seguito alla pulitura la facciata risulta oggi un po’ più chiara di quella che eravamo abituati a vedere”.
Foto di Gianpaolo Guarneri-Studio B12
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Martelli
8 settembre 2021 17:43
Meraviglie di un tempo che oggi non sono nemmeno immaginabili.
anna maramotti
8 settembre 2021 20:36
Sono queste le notizie che danno grande gioia. Mi permetto di ricordare che durante il restauro del torrazzo, intervento eseguito sotto la direzione degli architetti Roncai- Bondioni si sono trovati mattoni nella sommità della torre. Sarebbe interessante fare una comparazione fra i due restauri, per individuare tecniche differenti , valori significativi e simbolici. Ci si era chiesto infatti perché andare a dipingere una parte che probabilmente solo pochissimi avrebbero visto.