3 agosto 2024

La fede nelle nostre terre: la tradizione dei patroni di Ca' de Bonavogli e San Lorenzo Mondinari. Riaprono le due chiesette per la celebrazione della messa, il ritorno ai borghi più piccoli

La fede fatta di semplici tradizioni e di devozione verso quei luoghi che da sempre ne sono testimoni e custodi.

Così la prossima settimana riapriranno due chiese di campagna, chiuse nel resto dell'anno, per accogliere i fedeli e celebrare la messa del patrono.

Parliamo di San Fermo a Ca' de Bonavogli (Derovere) e San Lorenzo a San Lorenzo Mondinari (Cella Dati). Due chiese che restano sempre chiuse ma che sanno attendere pazientemente quell'unico e importante appuntamento dell'anno, la messa del patrono.

Venerdì 9 agosto alle 18.00, in occasione del santo patrono, sarà la frazione di Ca' de Bonavogli ad aprire la semplice chiesetta, oggi inglobata tra le altre abitazioni. Ca' de Bonavogli è una frazione di Derovere, il Comune più piccolo della provincia di Cremona. Raggruppa un pugno di case e gli abitanti si contano sulle dita delle mani, eppure ogni anno mantiene viva la tradizione del suo patrono San Fermo. Così anche quest'anno dalle 18.00 verrà celebrato il rosario nella chiesetta che sorge nel 'centro' del piccolo abitato. Si tratta di un edificio semplice nelle linee e nella fattezza, annunciato da un protiro mentre la timida croce sul tetto ne conferma la funzione sacra. Accanto a questa chiesetta (che sorge proprio all'incrocio di due strade e che quindi rimanda ad un'origine antica da scoprire sia dell'edificio che dell'intero borgo), nei secoli passati sorgeva un lazzaretto per accogliere gli appestati.

Dopo il rosario, la stauta del Santo Patrono dalla chiesa sarà portata in processione per il paese e alle 18.30 sarà celebrata la messa in cascina; al termine della calebrazione, alle 20.00 è in programma una cena a base di porchetta.

Sabato 10 agosto, festa di San Lorenzo, riaprirà invece la chiesetta di San Lorenzo Mondinari. Rimasta chiusa per anni, è stata riaperta la scorsa estate proprio in occasione del santo patrono, richiamando numerosi fedeli del territorio, da sempre molto legati a questa chiesetta romita, abbracciata dalla sua canonica i incastonata in un contesto di campi e alberi che la circondano. La messa sarà celebrata alle 18.00 ed al termine saguirà un momento conviviale presso l'osteria Gifupalli, sempre a San Lorenzo.

Anche San Lorenzo, come Ca' de Bonavogli, è una piccola frazione che conta pochissimi abitanti, eppure in entrambi i centri la voglia e la volontà di mantenere in vita le antiche tradizioni è sempre forte e in grado di richiamare anche chi non ci vive più, ma per qualche motivo nella sua vita ha incrociato questi luoghi o è entrato in queste chiesette, che sono spesso chiuse e considerate minori, ma che in realtà rappresentano sempre un forte richiamo di fede e devozione

Riguardo il culto di San Fermo, ritratto con una palma in mano e quasi sempre associato alla figura di San Rustico, vi sono diverse interpretazioni. Per certo sappiamo che si tratta di una figura importata dai cristiani del nord Africa. Una leggenda vuole il martirio del santo morto per stenti a Cartagine appunto, intorno al 250 dopo Cristo, la cui salma venne poi traslata in Italia e da qui ne iniziò il culto.

Un'altra narrazione parla di Fermo e Rustico come di due cugini di origine bergamasca, martirizzati per ordine dell'imperatore Massimiano sulle rive del fiume Adige; la leggenda ci riporta in Africa perchè qui sarebbero stati seppelliti i due martiri, per esser poi riportati in Italia in un secondo momento. 

Infine esiste una terza storia, che vede sempre Fermo e Rustico protagonisti, ma in questo caso Rustico sarebbe stato lo scudiero di Fermo che, insieme ai fratelli Santa Cristina e San Glisente, sarebbero arrivati nella Valle Camonica al seguito dell'imperatore Carlo Magno. Giunti nella valle, i tre fratelli deisero di darsi alla vita da eremiti, andando a vivere ciascuno su una cima diversa. Unico contatto tra loro, la luce di un falò che ciascuno avrebbe acceso ogni  sera accanto a proprio eremo e che gli abitanti dela valle videro per anni, fino alla loro morte.

La storia di San Lorenzo è sicuramente più nota: fu stato uno dei sette diaconi di Roma, dove morì il 10 agosto del 258 durante la persecuzione dell'imperatore romano Valeriano. La leggenda vuole il suo martirio tra i più terribili, arso vivo su una graticola, così come lo riporta l'iconografia cristiana da sempre. 

La notte di San Lorenzo è famosa, al di fuori del culto cristiano, per essere la notte delle stelle cadenti, le 'lacrime di San Lorenzo', che in realtà sono generati dal fatto che la terra in questo periodo attraversa una fascia di detriti cosmici che generano queste 'meteore' incandescenti quando attraversano l'atmosfera terrestre.

Una leggenda vuole che se la notte tra il 9 e il 10 agosto versiamo dell'acqua nella terra di un vaso di basilico e questo vaso poi viene lasciato all'esterno, la mattina seguente sotto la piantina troveremo delle piccole scaglie di carbone. Anche in questo caso le analogie sono diverse: il carbone richiamo il martirio di San Lorenzo, ma anche i piccoli frammenti cosmici, la polvere di stelle che diventa meteora e brucia prima di cadere sulla terra.

Nel dubbio, possiamo sempre esprimere un desiderio perchè un'altra leggenda vuole che i desideri espressi alla vista di una stella cadente si avverino.

Michela Garatti


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