11 novembre 2021

La fusione tra A2A e Linea Group fa tremare l'amministrazione: la Procura della Corte dei Conti chiede chiarimenti sul percorso

Una autentica bomba questa mattina è piombata in Comune. La Procura generale della Corte dei Conti ha chiesto all'Amministrazione chiarimenti circa il percorso per la fusione tra Linea Group (Lgh) e il colosso milanese A2A. In particolare, la richiesta è del Procuratore della Corte dei Conti di Roma, che ha chiesto elementi per ricostruire il percorso sino ad ora compiuto per la fusione societaria. Questo si traduce nella volontà da parte della Procura della Corte dei Conti di ricostruire i vari passaggi che hanno portato alla fusione ormai in via di definizione. Pertanto si stanno acquisendo informazioni circa i vari passaggi in giunta, ma anche in Consiglio comunale e, presumibilmente, nell'Aem (che ha ratificato l'operazione).

Solitamente, per indagini di ricostruzione di questa natura vengono richiesti tutti i nominativi dei soggetti che a vario titolo hanno preso parte ai vari passaggi e soprattutto alle votazioni, dunque amministratori e consiglieri.

A quanto si apprende, sembra che l'azione di accertamento da parte della Corte dei Conti sia partita non già da un esposto, ma direttamente da una segnalazione della Guardia di Finanza. In caso di conferma dell'azione e di verifiche positive in questo senso, il rischio potrebbe concretizzarsi nell'ipotesi del danno erariale, ipotesi peraltro già paventata nei mesi scorsi da diversi esponenti dell'opposizione. Si tratta, al momento, di una mera ipotesi, è bene ribadirlo.

La fusione tra Lgh, che accorpa le ex municipalizzate di Cremona, Crema, Lodi, Pavia e Rovato, con A2A, di fatto una vera e propria incorporazione, è al centro delle cronache non solo locali ormai da mesi. Ad esprimere i primi dubbi sulla legittimità dell'operazione, condotta senza gara pubblica, furono i 5 Stelle nel 2016, in occasione della cessione della prima tranche di quote di Lgh ad A2A. Ne seguì un parere fortemente contrario da parte dell'Anac, l'autortà anticorruzione. Nonostante questo, l'operazione è proseguita e si sta completando proprio in queste settimane, con la cessione delle restanti quote ad A2A.

IL CASO SEREGNO - Il primo campanello d'allarme di rilievo, dopo la pronuncia dell'Anac, risale al primo di settembre, con la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha bocciato l'incorporazione di Aeb Seregno (l'ex municipalizzata del comune) in A2A (qui l'articolo). Operazione, quella di Seregno, che presenta moltissimi punti in comune con quella in atto con linea Group. Ebbene, sul caso Seregno, secondo i magistrati, "nel rispetto dei principi di concorrenza e di par condicio, la scelta del partner industriale, in grado di esercitare un controllo di fatto sul gestore del servizio, avrebbe dovuto avvenire in forma competitiva" e "l'assunto della pretesa infungibilità dell'operazione" come eccezione alla regola dell'evidenza pubblica "avrebbe dovuto essere valutata con particolare rigore a all'esito di una puntuale indagine di mercato, idonea a dimostrare che l'unica possibilità di sviluppo e di incremento di competitività per Aeb fosse appunto l'integrazione con A2A per le sue peculiari caratteristiche".

In estrema sintesi: operazione illegittima per mancanza di pubblica gara. Da allora è stato un fuoco di fila continuo, con l'amministrazione Comunale che ha difeso l'operazione e il centrodestra con i 5 Stelle che hanno più volte chiesto di fermare tutto e rivalutare l'opportunità della fusione.

IL PARERE LEGALE - Niente da fare: il Comune ha vouto tirare dritto,e questo nonostante alla fine di ottobre sia arrivato un parere legale pesante. Quello chiesto proprio da Astem Lodi, società coinvolta nell'operazione, in base al quale lo Studio Legale Marelli e Maniscalco di Milano ha ulteriormente chiarito che quell'operazione è da evitare. Ritengo - queste le conclusioni dello studio milanese - che la procedura di fusione per incorporazione di LGH s.p.a. in A2A s.p.a., anche alla luce dei più recenti arresti della giurisprudenza amministrativa, non risulti conforme alle norme che regolano le vicende delle partecipazioni pubbliche e, segnatamente, agli artt. 10 e 17, D.lgs. 175/2016 nonchè all’art. 5, D.lgs. 50/2016 i quali prescrivono l’adozione di procedure di evidenza pubblica per la negoziazione e valorizzazione delle partecipazioni sociali dirette e indirette degli enti pubblici”.

ESPOSTO DEI 5 STELLE - Come se non bastasse, il Movimento 5 Stelle ha avviato una raccolta di adesioni per un nuovo esposto all'Anac e alla Corte dei Conti, con l'obiettivo di bloccare la fusione e farla dichiarare illegittima. L'esposto sarà presentato a giorni.

I SINDACI DEL CREMASCO - Infine, ultimo ma non ultimo, il fronte rovente che si è aperto a fine ottobre sul cremasco, con otto sindaci dei comuni di SoncinoCasale Cremasco VidolascoCasaletto di Sopra, Palazzo PignanoRomanengoSalvirolaTicengo, Trescore, che in occasione del cambio di statuto di Scrp, azionista di Lgh, hanno fatto valere il diritto di recesso e sono in attesa di essere liquidati dalla società in base alle quote detenute (qui l'articolo).

Insomma, un quadro potenzialmente esplosivo del quale si è in attesa di capire i prossimi sviluppi.

m.s. - f.c.


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