La magnifica villa di Lorenzo de' Medici a Poggio a Caiano e la celebrazione della "Dieta di Cremona"
Poggio a Caiano è un piccolo paese in provincia di Prato dove, in una zona tranquilla circondata dal verde, è presente una villa fortemente voluta da Lorenzo il Magnifico. La villa medicea, una delle diverse volute e fatte costruire dalla famiglia dei Medici in Toscana, rappresenta, secondo gli storici, il massimo livello di architettura ottenuto da quel Magnifico che fu una grande statista oltre che mecenate.
L'edificio è un po' al di fuori dagli itinerari classici del turismo, il centro di Firenze, Siena, Pisa e Lucca, ad esempio, assorbono buona parte del tempo e delle risorse dei turisti che sono alla ricerca della Toscana non solo medicea ma, come spesso accade, se “si guarda dietro l'angolo” a pochi passi tra la periferia del capoluogo toscano e Prato si può scoprire anche questa villa che offre un sublime ristoro agli assetati di storia e arte.
Cosa lega la inimitabile bellezza della villa di Poggio a Caiano a Cremona?
Nulla, ma proprio nulla, escludendo uno dei momenti storici più intensi, e praticamente dimenticato in città, che vide Cremona come protagonista nella seconda metà del 1400. Negli ultimi giorni di febbraio del 1483 la città di Cremona degli Sforza era attraversata da dignitari e ambasciatori da tutta Italia, quasi come una sorta di trattato di pace di Versailles del 1919, tra di loro spiccavano Ludovico il Moro e Lorenzo il Magnifico, due tra i più influenti uomini di governo di allora.
Il castello di Santa Croce, oggi forte di poche pietre dimenticate e spesso accompagnate da immondizia in bella vista, era il luogo dove si svolgevano incontri, si discutevano e si trovavano accordi perché, vista la concentrazione di signorie e repubbliche presenti nella zona ovest della città di Cremona, i delegati avevano la possibilità di discutere di tante questioni di stringere o sciogliere alleanze. Come in ogni incontro aperto a vari rappresentanti di istituzioni o feudi, i colloqui “cremonesi” permettevano ai dignitari di tornare da Cremona alle loro signorie con accordi o ambasciate fondamentali per il proseguimento, o la chiusura, di accordi politici e commerciali.
La Dieta di Cremona del 1483 fu un passaggio storico e politico molto importante all'interno degli equilibri del XV secolo, Lorenzo il Magnifico si era presentato sotto il Torrazzo per rassicurare i suoi alleati in materia di mantenimento degli accordi stipulati, la sua presenza era fondamentale e necessaria, non fosse mai che nelle stanze del castello di Santa Croce qualche suo delegato si fosse messo in testa di minare le solide alleanze della Repubblica di Firenze. Accordi e condivisioni dei problemi erano la visione del Magnifico tra le mura di Cremona ma, se possibile, trovare o allargare lo spettro delle sue influenze. Lo statista vero è colui che segue di persona gli avvenimenti, non si limita a mandare qualcuno in sua vece, perché se la testa pensante deve essere quella che poi prende le decisioni è l'unica testa in grado di garantire i propri interessi e di prendersi le dovute responsabilità.
Il Magnifico era raffinato nel cervello tanto quanto mecenate nella sua Firenze e, a Cremona, garantì il supporto agli alleati per affrontare la “guerra del sale”, una disputa che da circa un anno vedeva contrapposta il Ducato di Ferrara alla Repubblica di Venezia, guerra che indeboliva gran parte dell'Italia perché, tra alleati e simpatizzanti, richiamava a sé gli eserciti di quasi tutto lo stivale. Per Lorenzo de Medici la Dieta di Cremona fu un passaggio fondamentale nella sua carriera, tanto importante che, nel museo di palazzo Vecchio a Firenze, un affresco di Giorgio Vasari del 1555 circa inquadra il momento in cui il Magnifico è a colloquio con gli alleati per trovare una soluzione alla ennesima guerra del XV secolo. Quell'affresco è in uno dei luoghi più visitati di tutta Italia, è in bella mostra e ogni giorno centinaia di turisti ammirano il dinamismo dei protagonisti all'interno del mezzo cerchio che raccoglie i volti, a volte perplessi, degli interlocutori del Magnifico. Lorenzo è a destra dell'opera e si rivolge alla platea di dignitari che si accalcano per cercare di ottenere conferme sull'operato che la Repubblica di Firenze porterà avanti nei confronti della Serenissima e della guerra in corso.
Nella stupenda villa di Poggio a Caiano uno degli affreschi più emozionanti è quello dove il console Flaminio si rivolge agli Achei, l'affresco è perfettamente inserito tra le magnifiche, è il caso di dirlo, stanze della residenza patrimonio UNESCO. Il console, a destra, parla alla assemblea degli Achei dove alcuni sono perplessi mentre altri sembrano estasiati, l'equilibrio dell'opera è nei colori e nei volti che, in ogni caso, trasmettono emozioni diverse ma tutte rivolte verso la figura che domina la scena nonostante sia in disparte. Il console Flaminio e gli Achei, in realtà c'entrano poco, dalla mano di Alessandro Allori, praticamente negli stessi anni in cui il Vasari dipingeva il Magnifico e la Dieta di Cremona, nasce una metafora di quei giorni in cui Cremona divenne il punto centrale di un percorso che richiamava tutta Italia.
Il titolo esatto del lavoro di Allori è "Il console Flaminio nel consiglio degli Achei sconvolge la Lega", quasi come a fotografare il momento in cui Lorenzo il Magnifico decise di dare fiducia agli alleati e di schierarsi contro la Repubblica di Venezia. L'affresco di Allori è una metafora della Dieta di Cremona, metafora che si concentra su quei giorni così importanti per Lorenzo de Medici; così come viene spiegato nelle stanze della più bella villa medicea la figura del Magnifico è centrale e catalizza l'opera nonostante sia in disparte, a Palazzo Vecchio come a Poggio a Caiano.
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