La storia di via Massarotti, un tempo solo un passaggio tra il Po e le mura. Perché è diventata strada, la demolizione delle antiche mura. Il quartiere e le montagne del Lugo
Via Massarotti, una via esterna alla città. Una via che in nessuna carta antica si può trovare, poiché extramura medioevali. Una via che semplicemente non esisteva fino al 1800.
La zona di Via Massarotti era protetta naturalmente dagli acquitrini della golena del vecchio alveo del Padus. Era quindi una parte di muro medioevale che correva sul lato sud ovest della città e che congiungeva Porta Po con Porta Santa Croce.
Stiamo parlando del 1300 dc, Cremona è in espansione anche verso il Po che tende a ritirarsi anno dopo anno verso sud.
La città, dalla quota di S. Agostino era già scesa verso via Ruggero Manna (appunto detta Contrada Bassa ) e succesivamente ancora più giù verso via Bissolati.
In Via Bissolati, già nel 1300 erano state concesse terre per importanti Monasteri che potessero essere difesi dalla città e non saccheggiati dalle soldataglie di passaggio lungo le campagne. E’ questo input a dare la collocazione a molti monasteri nel 1400 e a trasformare poi i claustrum in caserme dopo il 1600 durante le dominazioni Francesi–Spagnole e Austriache.
La genesi di Via Massarotti è un tutt’uno con la genesi di Santa Croce chiesa, porta e castello.
Della chiesa e della porta non se ne sa molto se non che vennero abbattute per fare spazio al Castello dei Visconti nel 1370.
Un castello che divenne appunto il Castello di Santa Croce e che si attestava su di un lieve rialzo geologico che, partendo da molto più fuori le mura (Costone di Sopra) si attestava su di un pianoro nell’angolo adesso riconosciuto tra Via Massarotti e Via Ghinaglia.
E’ appunto il Castello che si interseca alle mura del 1300 a determinare la nascita di un “corridoio” parallelo alle mura stesse che corre dal castello sino alla porta Po moderna che in realtà era la chiesa di Santa Lucia o l’ultimo macello pubblico intramura, quello di Voghera del 1800.
Il percorso della via è appunto in discesa costante a causa del rialzo prescelto per il castello.
Una zona strategica per la città.
Un chilometro di mura ampie e diritte poste sul declivio tra le parallele Via Bissolati e Massarotti. Una decina di bastioni, uno ogni circa 100 m., alcuni ancora visibili come quelli presso la sede Avis .
Una Via con un nome di un grande pittore, assegnato nel 1931 dal Podestà della città fascista.
Una via lungo la quale la nuova edilizia costruì la scuola Bissolati (esattamente sulle mura), il Provveditorato, la caserma ora della Polizia Stradale.
Una via nata sulla fossa che circondava il muro nel 1400, una zona schiacciata tra il Padus e la fossa, di facile difesa dagli “inimici” poiché difficile da assediare a causa degli acquitrini.
Una zona dove parecchi garage interni sono ancora appoggiati al muro medioevale che si vede benissimo anche in Via del Pero (dotato di suo bastione).
Lungo Via Massarotti, scorre il cavo Morbasco che, arricchito dal Baraccona in Via Sesto/Via Milano scorre a lato di Via Trebbia e Via della Luna, fino ad arrivare in Viale Po e superarlo.
In quel tratto parallelo alla via, il Morbasco non è nulla altro se non un archeo tracciato del Padus Romano.
La via, prima di chiamarsi Massarotti era nominata nel 1800 come Via Morbasco.
La Via Massarotti da almeno 600 anni è dotata di vie laterali sul lato interno le mura. Erano queste, delle strade chiuse che terminavano sulle mura stesse. Via De Stauris, S.Tecla, Via Spalato, Via Montenero e Sabotino.
Le vie più vicine alla zona della ubicazione del castello furono ovviamente create con la demolizione del castello, creando ampi spazi tra il quartiere si San Bassano e la via Massarotti stessa. Sono vie formatesi tra 1870 e 1930.
Le vie invece più in contatto con Strada Canoon (Tecla e De Stauris ) sono antiche e risalgono probabilmente al 1300 .
Il toponimo De Stauris è un errore mai corretto che fa riferimento ad un artista del 1400 che si chiamava in realtà Rinaldo De Stauli o Destavoli .
Tale strada nel 1500 era detta Contrada Vacchina e forse vi era ubicato un foro boario come vi era in Via Manini, lato porta Mosa .
Alla fine del 1500 la vicina Via Bissolati – strada Canoon diviene luogo di caserme delle truppe di occupazione e con esse il suo indotto di bettole e luoghi per esercitare la prostituzione. La contrada Vacchina viene così descritta nel 1546 :
“ da occludere perché sono portate molte mondizie ed è una spelonca et rifugio de cattivi …li sono state ritrovate delle creature morte “
La Via Santa Tecla è invece una Contrada antica che ha sempre mantenuto il suo toponimo. Viene ricordata come “luogo di meretricio“ incastrato tra monasteri e caserme ( sacro e profano ). Insomma, una zona bassa di Cremona, una specie di Bronx dove la sera era meglio non avventurarsi.
Lungo la Via Massarotti, provenendo dal Passaggio a livello, si incrociano vari tratti di mura “mimetizzati” nella urbanizzazione a volte selvaggia del Novecento.
Il primo segmento di mura, in realtà non della cinta muraria ma del castello, si vede tra le Vie Sabotino e Monte Nero.
Uno spigolo di muratura in mattone alto almeno 7 metri posto dietro la scuola di infanzia S. Angelo.
Il secondo segmento si nota nella scuola Bissolati, con una piccola balaustra semicircolare probabilmente ricavata da un vecchio bastione.
Altri muri interni le abitazioni si notano oltre i garage in corrispondenza dei palazzi di fronte alla caserma Polizia.
Una terza porzione ben conservata di mura si nota nel cortile interno dell’ Avis. Questa parte è fornita di bastione ben visibile.
La Via Massarotti moderna è una via che alleggerisce il traffico tangenzialmente la città, unendo un lato sud ovest con un lato sud est.
Certamente era fuori le mura ed era impegnata per spostare merci nei luoghi dei Corpi Santi e per evitare il dazio cittadino, bisognava costeggiare le mura, la fossa e tenersi però molto sotto le mura stesse per non incappare nelle acque del fiume che scorreva a circa 1000 m. prima che si ritirasse definitivamente nella sede attuale (dove c'è l'ex Tamoil ).
Sul lato esterno della Via Massarotti, vi erano anche le montagne del Lugo , erano montagnole artificiali che arginavano le lanche formate dal Morbasco che in inverno esondava. Poiché nella lanca più vicina alla città vi sfociava la Cremonella, carica delle acque reflue prelevate dal macello di Voghera (Via del Vasto), vi era sicuramente odore nauseante e la località era detta Marsoon.
Dalla parte opposta vi era invece la cascina Montagnana, non lontana da Via Trebbia e vi era il Marso con le sue montagne del Lugo.
Nelle foto la demolizione delle mura per ricavare la scuola elementare Bissolati (da Welfarecremona), le mura dove c'è la sede dell'Avis, il parcheggio e lo sbocco su porta Po
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commenti
ennio serventi
8 agosto 2023 07:09
le montagne del Lugo, insieme a piazza Padella e via Cistello sono anche ricordate in una canzoncina del maestro di chitarra Umberto Sterzati. Il toponimo, per così dire, è nei miei ricordi pre adolescenziali. In realtà io ricordo una sola montagnola, era nella ortaglia del Baruffini, ortolano. Forse una vecchia ghiacciaia dove accumulare la neve dell'inverno perchè si conservassero, al fresco, anche nell'estate, i cibi deperibili. Sopra vi era costruito un specie di castelletto che chiamavamo il minareto, attorno al quale si raccontavano leggende anche truci. Io non vi sono mai entrato, non sto a dire il perchè. Era oggetto di visite da parte di ragazzi più coraggiosi. DI lanche, nei dintorni, non c'era più traccia.
Arvati Vinicio
8 agosto 2023 12:59
Bellissimo articolo. Ho abitato e ho tenuto un appartamento fino a pochi anni fa nelle case popolari al numero civico 75. Nel cortile correva un tratto di mura che noi bambini utilizzavamo per arrampicarci e per correrci sopra. Grazie per avermi suscitato ricordi
Elena Ginestri
8 agosto 2023 20:25
Molto interessante... uno studio prezioso da conservare..
Giovanni De Meo
8 agosto 2023 20:34
Ho letto con molto interesse l'articolo. Mi ha suscitato tanti ricordi di bambino/ragazzo/giovanotto. Anch'io, come Vanni Arvati, ho abitato al numero 75, terzo piano. A 24 anni ho lasciato Cremona, ma resta sempre la mia città. Dopo tanti anni, il cremonese resta la mia seconda lingua. Grazie e tanta nostalgia.
Michele de Crecchio
9 agosto 2023 17:10
La contrada di Santa Tecla rappresenta un singolare caso di strada cittadina che, nel corso dei secoli, è "morta e risorta". Già presente nella prima mappa cittadina conosciuta (quella disegnata con grande attenzione da Antonio Campi) e confermata in quella ottocentesca del Voghera, era praticamente scomparsa, assorbita dalle proprietà poste a sud (tra le quali la più significativa fu quella sulla quale sorse la Casa di Cura "la Pace" recentemente trasformata in Casa di Riposo per iniziativa dei coniugi Arvedi.
Essendomi reso conto, come assessore all'urbanistica (correvano, credo, i primi anni degli anni ottanta del secolo scorso) della estrema opportunità di una strada che spezzasse in due parti l'enorme isolato urbano compreso tra la via Massarotti e la via Bissolati, feci approvare in consiglio comunale il progetto della nuova contrada Santa Tecla, collegante la via Massarotti con la via Bissolati, seguendo un percorso di linea spezzata ("a scavìsa" come lo sentii subito definire da un anziano stradino cremonese). Tale tracciato aveva anche il particolare pregio di svilupparsi in gran parte in stretta aderenza all'antico e suggestivo muro di recinzione meridionale dell'antico convento di Santa Monica, poi adattato a caserma Goito. La nuova strada risultò di aspetto gradevole anche perché la muratura che la delimitava verso nord aveva un aspetto come di gradevolissimo "palinsesto" lasciando ammirare una incredibile serie di potenti archi sovrapposti che, nel corso dei secoli, vi erano stati inseriti, talvolta per rispondere ad esigenze funzionali specifiche, altre volte per irrobustire la struttura. Purtroppo, recentemente, una cospicua parte di tale possente muraglia è stata inutilmente demolita per garantire un fin troppo largo al parcheggio interno.
Giusy
9 agosto 2023 17:23
Sono stata alla scuola Bissolati e in Collegio al S. Angelo e quella zona la conosco bene. Bello ricordare la Storia della Città, la valorizza, grazie