23 agosto 2021

La tangenziale non regge, ecco la nuova gronda nord. Nel programma di Galimberti, è prevista nel Pums. Tutta in territorio comunale.

La vecchia e incompleta tangenziale urbana non regge più. Il sottopasso (già previsto durante la costruzione del CremonaPo e poi chiuso) dalla rotonda sembra non si possa utilizzare per ragioni tecniche (esiste in comune una relazione al riguardo). I veicoli che transitano su una struttura progettata e realizzata nel 1986 a per 30mila transiti  (pare siano ormai oltre 40mila ma con punte di 50mila). I nuovi insediamenti (Armaguerra, nuove superfici di via Castelleone, allargamento dello Shopping Center ecc.) potrebbero far alzare di altri 10 o 20 mila veicoli al giorno il transito. Per questo in Comune si torna a parlare di Gronda Nord. Lo si è fatto informalmente nelle scorse settimane, era nel programma elettorale di Galimberti e anche il Pums la prevede. Non più però lontana dalla città come quella che da trent'anni figurava nei Piani Regolatori di Cremona e nei documenti della Provincia e che dall'altezza del bivio di Costa Sant'Abramo doveva tagliare e devastare la campagna passando a sud di Castelverde, sorpassare la via Bergamo all'altezza della Crocetta, Ossalengo, Bettenesco, quindi risbucare sulla via Mantova e sull'accesso all'autostrada per Brescia e Piacenza e alla futura Cremona-Mantova. Tredici chilometri che partendo dal Peduncolo che collega la Paullese all'area industriale del Porto Canale doveva toccare i territori di quattro Comuni: Cremona, Sesto, Castelverde, Persico. No, quella su cui si sta discutendo è quella che vi mostriamo, tutta in territorio del Comune capoluogo con una piccola parte nel comune di Castelverde. Nel disegno, pubblicato sul sito Galimberti sindaco, mostra in nero i confini comunali. Da notare che in parte attraversa anche il Parco del Po e del Morbasco e sembra un assurdo perchè questa fu la scusa per bocciare la strada sud.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Roberto Dall’Olmo

23 agosto 2021 12:05

Tutte le città vicine a Cremona si sono dotate negli anni di infrastrutture per stare al passo con i tempi. La nostra mobilità invece è ferma agli anni 70. Tanto basterebbe per capire l’urgenza di certi interventi. Bisogna dialogare con chi è contrario ma tale approccio non può essere sempre totalizzante. Oltretutto non comprendo perché l’agenda sembri essere dettata da gruppi di contras che usualmente si presentano ai presidi in numero inferiore rispetto alle lettere dello striscione che impugnano. Anche Mantova che ricordo essere molto più piccola di Cremona si è recentemente dotata di una moderna tangenziale a doppia corsia. È la differenza tra sviluppo il più possibile sostenibile e depopolamento infelice.

Annamaria

24 agosto 2021 07:39

Mai come in questo periodo si sente usare a sproposito la definizione di "sviluppo sostenibile" ma sinceramente mi mancava sentir definire "sviluppo il più possibile sostenibile" (si apprezza la raffinatezza del "più possibile"...) la concessione per nuovi insediamenti senza aver prima valutato il contesto (viabilità inclusa, o forse come prima cosa?) e la conseguente rincorsa a "metterci una pezza" a concessioni assegnate e opere (quasi) realizzate. Il fatto che questa infrastruttura fosse nel programma elettorale del sindaco non è sinonimo di "programmazione", i nuovi insediamenti incombevano già.....

Daniro

24 agosto 2021 07:56

Nei Paesi dove l'urbanistica è una cosa seria, le infrastrutture stradali, visti anche gli alti costi, il consumo di suolo e l'impatto ambientale, sono pensate, progettate e realizzate in modo da poterle potenziare in caso di aumento del traffico, questione facilmente prevedibile. Da noi la tangenziale urbana, realizzata qualche decennio prima di quella di Mantova, con risorse locali e manutenzioni a carico del Comune, aveva ben risolto inizialmente i problemi del transito esterno alla Città. É stata anche potenziata nel tempo. Contemporaneamente però sono state autorizzate innumerevoli accessi diretti per attività soprattutto a forte richiamo utenza. Ovvio che ora scoppi. In definitiva si fatto tutto e il contrario di quello che si sarebbe dovuto fare e ora, alé, che ci vuole? basta un modesto intervento di una quindicina di chilometri a nord della Città che consumi tanto pregiato suolo agricolo e paesaggi rurali.