5 ottobre 2022

Le vicende dell’Assunta di Tiziano “fuggita” a Cremona da Venezia durante la Prima Guerra Mondiale

Dopo quattro anni torna nella sua collocazione originaria, nell’altare centrale della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, l’Assunta, pala dipinta tra il 1516 e il 1518 da Tiziano Vecellio,  capolavoro che ritorna visibile dopo un importante intervento di restauro. La pala ha un legame con Cremona. Lo racconta per Cremonasera Sonia Tassini.

Al termine dell’impegnativo intervento conservativo compiuto sull’Assunta di Tiziano della basilica dei Frari di Venezia, concluso in questi giorni, si può riraccontare come nella storia di questo capolavoro dell’arte italiana del Cinquecento entri anche la nostra padana Cremona. Come infatti già dettagliatamente descritto nel volume “SOS ARTE IN GUERRA. Le peripezie del patrimonio artistico cremonese (1915-1947)”, curato da Angela Bellardi e Sonia Tassini e pubblicato dalla Società Storica Cremonese nel 2018, grazie ad un fascicolo dell’archivio del Comune depositato in Archivio di Stato si  può in dettaglio documentare come la grande pala dell’Assunta, nella primavera del 1917, avesse dovuto trovare rifugio proprio a Cremona, condividendo così il destino di tante altre opere d’arte, forse meno blasonate di lei, ma come lei costrette dalla guerra ad un vero e proprio esodo.  

Ecco quindi, grazie ad alcune immagini d’epoca, la ricostruzione della “fuga” dell’Assunta che l’allora Sopraintendente alle Gallerie della Lombardia Ettore Modigliani così racconta:

Nella primavera del 1917 entrava nel territorio della sovrintendenza di Milano 1'Assunta di Tiziano delle RR. Gallerie di Venezia. Constatatasi sempre più la necessità di sottrarre il capolavoro ai pericoli che gl'incombevano nella. Sua città, ma considerata l'impossibilità di farlo viaggiare in un carro ferroviario ordinario per la mole che ne impediva il passaggio sotto i tunnels, e scartata, d'altronde, l'idea di segare in parti la tavola non tanto per i pericoli che l'operazione 'stessa avrebbe presentato quanto per il penoso sentimento che l'operazione stessa avrebbe potuto suscitare nel pubblico - non restava se non fargli compiere il viaggio per via d' acqua, e, dalla Laguna, per il Po, trasportarla in una tranquilla città di Lombardia. Scegliemmo Cremona; e in questa città, chiuso in enorme cassa, caricato sopra un grande burchio trainato da un rimorchiatore e affiancato da un altro burchio pieno di mille sacchi di sabbia che dovevano proteggerlo nella nuova sede, il preziosissimo dipinto giungeva in un dolce mattino d'aprile, dopo un lungo e indimenticabile viaggio, tra l'intensa e commossa curiosità della popolazione che affollava la riva del Po e le strade. Dopo un'ardua manovra di due giorni la cassa era trasportata nel Palazzo Ala Ponzone, e mercè uno squarcio effettuato nella fronte del palazzo stesso, introdotta in un salone terreno per restarvi circa un anno, fin quando cioè, dopo Caporetto, non si ritenne di doverle dare un più sicuro asilo e trasportarla, su un apposito carro ferroviario, a Pisa.

Immagine 1

La prima immagine mostra l’Assunta, già collocata nella sua grande cassa di legno, che esce dall’Accademia di Venezia dove si trovava collocata in un locale apposito, protetta da un’armatura in ferro e coperta da sacchi di sabbia delle fornaci di Murano.

Immagine 2 

La grande cassa è ancora in laguna, ma ormai stata collocata su un grande burchio che è trainato da un rimorchiatore e così il 12 marzo 1917 poteva iniziare il trasporto fluviale che risalendo il corso del Po permise al prezioso carico in sei giorni di approdare sano e salvo a Cremona.

Immagine 3

Il 17 marzo ( e quindi non in una dolce mattina d’aprile come romanticamente racconta Modigliani) la piccola flotta , dopo aver superato ad Ostiglia il ponte di barche, arriva al porto di Cremona ed attracca a poca distanza dal ponte di ferro dando subito inizio alle complesse manovre di scarico.

Lo sbarco dell’Assunta non fu cosa semplice date le dimensioni della cassa che misurava sette metri e mezzo per quattro e che, con la sabbia posta a protezione, pesava più di 700 quintali; di questa particolare parte del viaggio venne incaricata la ditta Parmigiani e Ponti di Cremona come documenta la relativa fattura ancora conservata nella documentazione archivistica.

Finalmente issata su di un carro, la grande cassa che conteneva l’Assunta venne trasportata a palazzo Ala Ponzone dove ad attenderla vi erano il sindaco di Cremona Attilio Botti, il comm. Ettore Modigliani, Sopraintendente alle Gallerie della Lombardia, il cav. Gino Fogolari, Direttore delle R. Gallerie di Venezia, il comm. Ettore Signori, R. Ispettore onorario dei Monumenti di Cremona e l’ing. Vittorio Baltieri, capo dell’Ufficio Tecnico Municipale.

Cremona però non potè godere in alcun modo della presenza in palazzo Ala Ponzone di un simile capolavoro visto che la cassa non fu mai aperta tanto da poterne constatare il contenuto e d’altro canto la sua permanenza in città non arrivò all’anno visto che nel febbraio 1918, dopo varie missive del sindaco di Cremona che sottolinea come “Cremona oggi non trovasi per località nelle condizioni di sicurezza”, l’Assunta venne trasportata via ferrovia a Pisa e qui su un carro, trainato da buoi, messa al sicuro al piano terra del Palazzo Reale, oggi sede della Soprintendenza. 

Scampata alla furia militare, essa rimase a Pisa sino al dicembre 1919, rischiando, però, nel gennaio dello stesso anno di soccombere alle acque dell’Arno se questo non avesse rotto gli argini in campagna. E così solo il 10 dicembre 1919 il viaggio di salvezza della grande pala di Tiziano, che aveva visto come sua prima tappa proprio Cremona, poteva finalmente avere fine con il suo positivo rientro a Venezia. 

La foto del restauro è di Artribune 

Sonia Tassini


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