Lo splendido spazio dell'ex cava Alberti a Crema acquistato da privati, salta lo spazio pubblico. Il Parco del Serio secondo nell'asta
Lo scorso luglio, i comuni ricompresi nell’area del Parco Regionale del Serio ed i rappresentanti delle province di Bergamo e Cremona riuniti presso la sala del centro civico di Morengo (Bg), avevano ufficialmente dato il via libera per la partecipazione dell’Ente all’asta per l’acquisizione dell’area dell’ex cava Alberti a Crema, a seguito della procedura fallimentare della storica azienda cremasca. Ieri sera l’atto finale della pratica, con le comunicazioni del presidente Basilio Monaci, a margine della riunione dei componenti la Comunità del Parco, svoltasi in sala Muratori a Romano di Lombardia (Bg), per l’indisponibilità della Sala della Rocca, interessata da lavori di restauro.
Il presidente Monaci, terminata la trattazione dei punti all’ordine del giorno, ha comunicato all’assemblea la mancata acquisizione dell’area, in quanto al termine della procedura, il curatore fallimentare ha rilevato la presenza di un’offerta superiore a quella del Parco, formalizzata da un privato, che ne acquisirà la proprietà terminate le operazioni richieste dalla procedura.
“A luglio i rappresentanti dei comuni del Parco e delle due province di Bergamo e Cremona avevano dato mandato per la partecipazione all’asta, con l’obiettivo di acquisire questo grande polmone verde, che presenta all’interno due laghetti, una cascinetta, dei terreni, per un totale di circa 40 ettari. Noi tenevamo monitorata la situazione da tempo, ritenendo interessante partecipare all’asta, perché la cifra di partenza rientrava nelle nostre possibilità”, dice il presidente Monaci. La possibilità di poter acquisire al patrimonio dell’Ente l’area dell’ex Cava Alberti a Crema, al termine di approfondite analisi da parte dell’amministrazione del Parco era ritenuta meritevole, anche per le prospettive nel lungo periodo, orientate al recupero e alla messa a disposizione della cittadinanza.
“Partendo da 90 mila euro, secondo le indicazioni normative, abbiamo prodotto un’offerta di oltre 201 mila euro – dice il presidente – ma non siamo stati i soli. Altre quattro le offerte arrivate, una delle quali superiore di circa 21 mila euro rispetto a quella del Parco. A quel punto, ci toccava rilanciare e così abbiam fatto, pur sapendo che chi ci aveva preceduto, aveva la possibilità di rilanciare a sua volta. E così è stato - conclude il presidente Monaci - con il curatore fallimentare che nei giorni scorsi ci ha comunicato come la nostra offerta, non poteva essere accettata in quanto di importo inferiore rispetto a chi si è aggiudicato l’asta”.
Il presidente Monaci, pur manifestando il rammarico per il risultato finale, ha ringraziato per il sostegno l’intera Comunità del Parco, che a luglio con voto unanime aveva compreso quali erano le finalità e gli obiettivi sottesi alla richiesta di partecipazione all’asta.
Tra gli interventi dei presenti all’assemblea, significativo quello di Roberto Barbaglio, sindaco di Pianengo e rappresentante della Provincia di Cremona, che ha elogiato l’amministrazione del Parco per l’impegno profuso nel tentavio di acquistare l’area Ex Alberti, un segnale di quanto l’amministrazione abbia a cuore la realtà territoriale.
“Confidiamo nella disponibilità del nuovo proprietario, affinchè possa avviare un confronto con il Parco del Serio, nella speranza di poter disporre di un bel progetto per il territorio. Il Parco non ha vinto – ha concluso Monaci, rivolgendosi ai rappresentanti della Comunità del Parco – ma è disponibile al confronto con la nuova proprietà, per un progetto di rinaturalizzazione dell’area e di restituzione della stessa alla fruizione collettiva”.
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commenti
Daniro
23 settembre 2021 08:01
Siamo uno strano paese, si concedono ai privati migliaia di ettari di terreni demaniali, spesso in zone di elevato valore paesaggistico e ambientale come le golene, anche per produzioni agricole intensive, e il Parco non riesce ad ottenere pochi ettari di un'ambito tra l'altro già molto sfruttato economicamente. Spero che il Parco abbia modo di gestire i futuri utilizzi e che ci siano vincoli paesaggistici ambientali.